sabato 27 settembre 2014

Il maestro e Margherita


"Sai, la gente ha bisogno di verità. Si dice sempre che le persone hanno bisogno di amore, di comprensione. Ed è vero, certo. Ma, prima ancora che di amore e comprensione, le persone hanno un estremo bisogno di verità."
Il mio maestro jedi le sa tutte.

sabato 20 settembre 2014

Cinquanta sfumature di Cri

1. Fa di preferenza le cose all'ultimo momento.
2. Si mangia le unghie da quando aveva cinque anni.
3. Scrive con tre dita, appoggiando la penna sull'anulare.
4. A quattro anni le viene ricucito con quattro punti il mento.
5. Ad otto con tre punti la tempia sinistra.
6. A quattordici con due punti la testa.
7. A trentadue e mezzo si taglia via la punta dell'anulare sinistro mentre tenta di aprire con un coltello da macellaio una confezione di latte in polvere per la giacobina.
8. A quarantatré si ustiona un braccio facendosi scoppiare in mano una bottiglia di alcool spruzzando il quale aveva appena finito di attizzare il fuoco nel camino della casa di campagna.
9. E' molto disordinata e disorganizzata.
10. Patisce moltissimo il disordine e la disorganizzazione.
11. Ha sofferto di attacchi di panico.
12. Ha sofferto di attacchi di panico prevalentemente alla guida di autoveicoli imbottigliati nel traffico.
13. Nel corso di ogni attacco di panico occorsole alla guida in un autoveicolo imbottigliato nel traffico è sempre stata in grado di uscire dalla fila, parcheggiare o accostare la macchina al bordo della strada, prelevare gli effetti personali dall'abitacolo e chiudere a chiave lo sportello, in preda alla follia e contemporaneamente alla lucida cautela di evitare, qualora fosse sopravvissuta, ulteriori spiacevoli conseguenze (ossia le funeste ire materne per accidentale furto dell'autoveicolo o di qualcosa in esso contenuto).
14. Mulina le braccia mentre parla, facendo spesso volare bicchieri dai banconi di bar, fogli dalle mani degli interlocutori, occhiali dalla sua faccia.
15. Non parla, grida.
16. Se deve spiegare qualcosa, la complica.
17. Parla da sola a voce alta.
18 Se vede qualcuno parlare da solo a voce alta pensa che sia pazzo.
19. A dodici anni ha scritto col cuore spezzato una lettera alla se stessa adulta per pregarla di guardare per amor suo le future repliche dello sceneggiato appena terminato.
20. Non riesce a resistere, iniziando un libro, a non sbirciarne subito la fine.
21. Se va a vedere un film di norma si premunisce di conoscerne la trama, e soprattutto il finale.
22. Non sopporta la tensione di quando, in un racconto o in un film, le cose si mettono male, per cui spesso si alza in preda alle ambasce e se ne va, in attesa di tempi migliori, o salta le pagine penose.
23. Ha avuto una smodata passione per le telenovelas, patendo pertanto moltissimo gli ingarbugliamenti durati parecchie puntate.
24. Ha avuto per un breve periodo della vita una buona padronanza dello spagnolo scritto e parlato.
25. Tale periodo ha coinciso col suo innamoramento per Juan del Diablo, pirata messicano della telenovela Corazon Salvaje.
26. S'è infatuata di moltissimi uomini nella sua vita, la maggioranza dei quali non se n'è nemmeno accorta.
27. S'è innamorata di soli altri tre uomini nella sua vita, oltre al summenzionato Juan Del Diablo.
28. Il primo dei tre era il chierichetto di due anni maggiore di lei che serviva Messa nella cappella delle suore quando era bambina. Praticamente l'unico maschio che frequentasse. Ricambiata, a sua insaputa, dai cinque ai tredici anni (ha scoperto da adulta).
29. (Da adolescente il chierichetto non l'amò più, o forse sì, non fu molto chiaro: ad ogni modo si è fatto prete.)
30. Ha fatto sesso tutta la vita con un uomo solo.
31. Il quale non è uno dei tre (o dei quattro, contando anche Juan Del Diablo).
32. Si sta gradatamente attenuando la sua dipendenza dalla cioccolata: lo prende per il segno che il suo corpo, finalmente, sta riuscendo a produrre endorfine.
33. Va pazza per gli spaghetti di riso alla piastra con verdure e gamberi di Sonia, la sua ristoratrice cinese.
34. Si ubriaca ogni volta che supera la soglia di bevuta di mezzo bicchiere.
35. Quando si ubriaca di (buon) vino rosso piange.
36. Mangia con gioiosa voracità. Adora mangiare.
37. Detesta cucinare.
38. E' squilibrata (ci credereste?).
39. Non ha nel suo guardaroba pantaloni.
40. Non ha nel suo guardaroba gonne lunghe oltre la metà coscia.
41. E' stata una bambina decisamente bella sino agli otto anni di età.
42. E' stata deturpata a nove anni da catastrofici interventi correttivi (occhiali di tartaruga e apparecchio per i denti)
43. Ha sempre avuto nelle gambe il suo punto di forza.
44. Gambe che, diventate budinose con la vecchiaia, le piacciono ancora di più.
45. Come dice il suo maestro jedi, soffre di un dissidio interiore: col cervello disprezza la gente ma col cuore non può fare a meno di amarla.
46. Pur riconoscendo la bontà dell'asserzione soprastante, non può fare a meno di rilevare l'esistenza di persone nei confronti delle quali questo suo dissidio mente/cuore non si attiva: perché le viene spontaneo o disprezzarle non amandole, o amarle non disprezzandole affatto.
47. E' profondamente grata e affezionata al suo maestro jedi, che il cielo lo conservi e gli dia lunghissima vita.
48. E ad un piccolo, preziosissimo gruppo di persone a lei infinitamente care.
49. E adesso deve chiudere perchè sta per andare a cena in Toscana
50. Perché oggi questa cifra d'oro è il numero degli anni che compie. Auguri!

Streets of Philadelphia

Ah, la musica, che cosa si farebbe se non esistesse. Circola spesso su FaceBook un adagio che dice: ringrazio la musica perché c'è stata quando non c'era nessun altro.
Ed è una grande verità, questa.
Così accade che io, più di un anno fa, in uno dei miei momenti down, nei quali una nostalgia di qualcosa di mai esistito mi riagguanta e stringe il cuore in una morsa penosamente intollerabile, sento a un tratto scorrere nella radio l'onda ruvida e vellutata di una canzone sommessa, cantata quasi per scommessa, che come un velo impalpabile di tulle si distende, si distende fino a coprire tutto l'orizzonte. Non me ne avvedo subito: persa nella mia malinconia sulle prime non ci faccio caso, mi perdo le battute. Ma poi, pian piano, comincio a distinguerla, la sua melodia prende ad esser colta dal mio orecchio, a fissarsi nella mia mente. E mi penetra dentro, e mi gocciola nelle ferite di nuovo scucite come miele, come unguento balsamico, e mi calma, e mi dilata, e mi apre di nuovo alla vita, e ad una gioia quieta, ad una rassegnazione dolce e colma d'amore. Mai sentita prima, o forse sì, ma senza riceverne una impressione così vivida come oggi.
La cerco per un anno, questa canzone. Passa assai raramente sulla radio, ma ogni tanto la afferro. Mai presentata, mai citata nel titolo, accidenti, che jella. Il mio inglese è assolutamente primitivo, e poi il tizio che canta biascica talmente (il che dovrebbe costituire un primo indizio atto a rintracciarla) che sarebbe comunque quasi impossibile captare qualche parola. Io catturo un termine qua e là, mi precipito su Youtube con un "like stone" prima di dimenticarmene, ma - ovviamente - da una traccia così esile non cavo nulla.
Una sera del giugno scorso sono in solitaria attesa di entrare al cinema per l'ultimo spettacolo a vedere un film bello e dolorosissimo, Alabama Monroe (che mi farà riflettere e rimettere in squadra a lungo), e dagli altoparlanti posti all'esterno la filodiffusione attacca, in poco più di un sussurro, la fatidica canzone (e anche lì, dal fatto che esce dagli altoparlanti di una multisala, dovrei cogliere un indizio, ma io, macché). Vado in orgasmo, mi avvicino il più possibile agli apparecchi, mi tendo, quasi, per carpire finalmente quella melodia inafferrabile, ma è inutile, stringo solo aria, quella mi sfugge come una farfalla che schiva il retino. E dentro di me mi ammonisco: Cri, se sei così impedita da non avere la faccia di entrare e chiedere alle maschere che canzone è, sai che ti dico, peggio per te, tieniti lo spasimo e ben ti sta. Tornata a casa mi replico: ok, è andata così. Ma sono sicura che se avrò pazienza e smetterò di farmene ossessionare io 'sta canzone la troverò, prima o poi. E' solo questione di tempo. Le cose accadono. Bisogna avere fiducia.
E accade così che martedì notte, tornando da Villa Borghese e dal Globe Theatre dove ho ascoltato cascate di diamanti sciorinate dalle bocche dei giovani protagonisti in guisa di versi del Grande Bardo in Pene d'amor perdute, io accenda la radio e la ascolti di nuovo, questa canzone.
Passa su Radio M100, che ha un sito streaming dove si possono rintracciare i brani della sequenza della playlist sino a un paio d'ore prima.
Mi precipito a casa, accendo il pc, apro il sito, la cerco, la trovo.
E scopro che ha gli anni di mio figlio, ventuno. E che è a dir poco famosissima.
Ma per me, che detesto Tom Hanks, non amo the Boss e mi son sempre accuratamente tenuta lontana dal film per evitarmi strazi troppo pesanti da fronteggiare, è stata sconosciuta fino a un anno prima.
Ora non più.
E allora la mente mi parte, e mi comincia a vorticare su un delirio di corrispondenze, di ulteriori aspettative, di interpretazioni speranzose del "segno".
Però mi governo, e mi impongo: basta, Cri. Non ci saranno altre belle sorprese oltre a questa. Attestati qui, e goditi la soddisfazione e la quiete del momento. Che è già tanto. E' già tutto.
E allora mi placo, senza dispiacermene eccessivamente. Fa niente, mi dico. Me la farò bastare, la musica. Che c'è stata quando non c'era nessun altro, ora come allora, mentre anch'io percorro le strade della mia città, della mia vita.
E me la regalo qui, per il mio cinquantesimo compleanno.
Bisogna avere fiducia.




I was bruised and battered and I couldn't tell
What I felt
I was unrecognisable to myself
I saw my reflection in a window I didn't know
My own face
Oh brother are you gonna leave me
Wastin' away
On the streets of Philadelphia
I walked the avenue till my legs like stone
I heard the voices of friends vanished and gone
At night I could hear the blood in my veins
Black and whispering as the rain
On the streets of Philadelphia
Ain't no angel gonna greet me
It's just you and I my friend
My clothes don't fit me no more
I walked a thousand miles
Just to slip this skin
The night has fallen, I'm lyin' awake
I can feel myself fading away
So receive me brother with your faithless kiss
Or will we leave each other alone like this
On the streets of Philadelphia

venerdì 19 settembre 2014

Harry Potter and the philosopher stone

Non scrivo più, ho un blocco, non ci riesco proprio. Me ne scuso, perché l'unico modo per stare in contatto con voi, che amo e tengo nel cuore e nella mente, è scrivere, e dunque viene così a mancare l'essenziale. Penso tanto, invece: ma senza più ossessività, senza ansia, senza accanimento.
La verità è che qualche tempo mi sento ricolma di una sensazione di pienezza e appagamento che non avevo mai provato prima. Saranno le prime avvisaglie della incipiente maturità. Sono come Albus Silente davanti allo specchio dei desideri: con la sola differenza che lui ci vedrebbe un paio di calzini e io invece una pancia piatta...