E' stata di certo una grande scienziata. E' stata una perseguitata delle leggi razziali. Ma nel mio ricordo vivo, reale perché frutto di esperienza diretta, lei è questo:
una formidabile, minuscola, fragilissima donna d'acciaio di novantasette anni che passa varie nottate di metà maggio 2006, indomita e disciplinata, assisa sugli scranni del Senato, per votare prima l'elezione a presidente del Senato di Franco Marini, e poi la fiducia al II governo Prodi, mentre i suoi colleghi maschi relativamente più giovani di lei si sfasciano esausti a ronfare sulle panche. E che poi, ad operazione conclusa, esce a piccoli passi, scortata dappresso ma non sorretta dal suo giovane segretario, per tornare a casa, tributando signorili, discreti e franchi sorrisi al diluvio di applausi della folla assiepata fuori da Palazzo Madama. In mezzo alla quale si distingue per esuberanza la detentrice di questo blog.
Ciao, fantastica, atomica Rita.
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