"Ma la conquista nella quale ho impegnato tutto me stesso - la più ardua - è stata quella della libertà di assentire. Io volevo lo stato in cui ero; durante gli anni in cui dipesi dagli altri, la mia sottomissione perdeva il suo contenuto amaro, e persino indegno, se mi adattavo a considerarla un esercizio utile. Ciò che avevo, ero stato io a sceglierlo costringendomi soltanto a possederlo totalmente, e ad assaporarlo quanto più possibile. I lavori più aridi li eseguivo agevolmente, solo che mi sforzassi a prenderci gusto. Se un soggetto mi ripugnava, ne facevo argomento di studio; avevo l'accortezza di ricavarne motivo di gioia. Di fronte a un caso imprevisto, o disperato, un'imboscata, un fortunale - una volta prese tutte le misure concernenti gli altri - facevo del mio meglio per rallegrarmi del caso, per godere dell'imprevisto che mi si offriva, e l'imboscata o la tempesta s'inserivano senza fatica nei miei progetti o nei miei sogni. Persino immerso nella sciagura più tremenda, ho percepito l'istante in cui lo sfinimento le sottraeva un poco del suo orrore, in cui la facevo mia accettando di accettarla. Se mi capiterà mai di subire la tortura - e s'incaricherà la malattia, senza dubbio, d'impormela - non sono assolutamente certo di ottenere da me stesso, a lungo, l'impassibilità d'un Trasea, ma avrò almeno la risorsa di rassegnarmi ai miei lamenti. E in questo modo, con un misto di riserva e di audacia, di sottomissione e di rivolta ben concertate, di esigenze estreme e di concessioni prudenti, ho finito per accettare me stesso."
Leggo a spizzichi e bocconi - dopo una vita di scandalosa procrastinazione! - Memorie di Adriano; lo centellino, perché ad ogni incedere di pagina trovo nuove perle da serbare, altri ennesimi sunti imprescindibili sulla natura umana, la vita, le relazioni, e tutto ciò che lambisce o investe un individuo nel suo percorso terreno. Fermandomi, ogni tanto, per annotare una minima parte di quest'essenzialità che mi colpisce.
Oggi tocca a questi pensieri qua sopra, che io faccio miei in procinto di partire per Milano in vista d'un appuntamento - da me ardentemente agognato - con Ambra, Sandra e gli altri assieme a un'orticaria che si è stretta a me di tenerissima amicizia non dandomi requie da lunedì in simpatico sincrono a un doloroso reflusso gastro esofageo che dovrò tenere a bada alla stregua d'una domatrice di fiere per non farmi da esso rovinare il gusto delle prelibatezze che m'aspettano alla cena di sabato e al pranzo di domenica! Perché è solo accettando, incorporando, accogliendo gli imprevisti alla maniera degli eventi più fausti, per forgiarli, forgiando la mia propria esistenza, ch'io posso fungere, se non da imperatrice, almeno da piccola principessa di me stessa.
Leggo a spizzichi e bocconi - dopo una vita di scandalosa procrastinazione! - Memorie di Adriano; lo centellino, perché ad ogni incedere di pagina trovo nuove perle da serbare, altri ennesimi sunti imprescindibili sulla natura umana, la vita, le relazioni, e tutto ciò che lambisce o investe un individuo nel suo percorso terreno. Fermandomi, ogni tanto, per annotare una minima parte di quest'essenzialità che mi colpisce.
Oggi tocca a questi pensieri qua sopra, che io faccio miei in procinto di partire per Milano in vista d'un appuntamento - da me ardentemente agognato - con Ambra, Sandra e gli altri assieme a un'orticaria che si è stretta a me di tenerissima amicizia non dandomi requie da lunedì in simpatico sincrono a un doloroso reflusso gastro esofageo che dovrò tenere a bada alla stregua d'una domatrice di fiere per non farmi da esso rovinare il gusto delle prelibatezze che m'aspettano alla cena di sabato e al pranzo di domenica! Perché è solo accettando, incorporando, accogliendo gli imprevisti alla maniera degli eventi più fausti, per forgiarli, forgiando la mia propria esistenza, ch'io posso fungere, se non da imperatrice, almeno da piccola principessa di me stessa.