Io, meteopatica e con un organismo alquanto sensibile alla prevalenza dell'oscurità e alla conseguente carenza di serotonina, ho sempre patito in novembre il momento più deprimente del ciclo delle stagioni. Il periodo dei morti, in tutti i sensi. Ricordo spenti pomeriggi freddi e piovosi in cui la mancanza di illuminazione solare si associava alla percezione della mia desolazione esistenziale, con me che in strada, guardando la fioca luce dei lampioni, mi sentivo annegare nella colata di pece del buio e, boccheggiando sopraffatta dal mio buco nero interiore, cercavo di distrarmi pensando al futuro scintillio degli addobbi natalizi ancora troppo lontano.
Invece il novembre appena trascorso è stato il mese più luminoso di questo 2011 quasi terminato. Insolito, eccezionale, anche nel tempo meteorologico, così tiepido, soleggiato, foriero di cieli tersi, di albe e tramonti di conturbante bellezza, di tenui colori di fioriture primaverili confusi in un amalgama meraviglioso con quelli decisi dell'autunno avanzato.
Un po' come è avvenuto anche dentro di me, dove il mio autunno incipiente ha incontrato miracolosamente i residui di una remota e smarrita primavera. Dove la Cri adulta si è vista venirle incontro, correndo della corsa dei suoi passetti veloci e leggeri, la Cri bambina, e le due si sono avvicinate sempre più, sempre più, sempre più, tendendosi l'una verso l'altra tra riso e pianto, con spasimi inarrestabili, fino a toccarsi, dando in quell'atto vita ad un'esplosione drammatica e fantastica di dolore e gioia intensissimi: uno choc, uno struggimento cosmico, di strazio indicibile, nel superamento dello scandalo, nella ricomposizione della frattura di due metà perversamente, mostruosamente scisse da spiriti cattivi tanto tempo fa.
Per celebrare l'ultimo giorno di questo periodo di grazia, ieri ho ricevuto in dono un bagno di serenità. Sicuramente precaria, non acquisita, non durevole. Perché stridono, le due Cri. Si adorano, hanno l'una dell'altra un'immensa nostalgia, ma non si sono familiari, vogliono cose diverse, reagiscono a stimoli differenti, hanno aneliti discordanti, necessità opposte. La loro unione è travagliata, la loro armonia molto meno spontanea di quella della natura che ha fatto loro da miracolosa cornice in questi trenta giorni di passione. E il loro futuro è un'incognita. Un susseguirsi di ulteriori prove, tormenti, inquietudini da superare, e tutto per arrivare ad una meta ancora ignota, o anche solo per percorrere un tratto di cammino in mezzo ad un panorama nuovo, nella visione di un orizzonte di opportunità mai concepite prima.
Nel corso di questo luminoso novembre si è fatta chiarezza in me stessa. Alla sua luce sono emerse cose nascoste nell'ombra. Cose con cui dovrò fare i conti, che dovrò collocare in un giusto spazio nell'anima.
Un compito arduo e senz'altro gravido di ulteriore fatica e sofferenza.
Per oggi ancora non ci voglio pensare. Tiro il fiato, medito, rifletto, e cerco intanto di far spazio nell'anima ai ricordi di quel che ho vissuto in questo dolce novembre. Per onorare degnamente un mese di vita vissuta in pienezza. Per non dimenticarla, e non dimenticarmi, mai più.
Nel corso di questo luminoso novembre si è fatta chiarezza in me stessa. Alla sua luce sono emerse cose nascoste nell'ombra. Cose con cui dovrò fare i conti, che dovrò collocare in un giusto spazio nell'anima.
Un compito arduo e senz'altro gravido di ulteriore fatica e sofferenza.
Per oggi ancora non ci voglio pensare. Tiro il fiato, medito, rifletto, e cerco intanto di far spazio nell'anima ai ricordi di quel che ho vissuto in questo dolce novembre. Per onorare degnamente un mese di vita vissuta in pienezza. Per non dimenticarla, e non dimenticarmi, mai più.
Per la tua voce come la mia
Ed i tuoi sogni così turbati
Ti infonderei in mille infusi
Coraggio e forza che anch’io non ho
Per i capelli così sottili
E per le dita più trasparenti
Di mille anelli ti coprirei
Di fuoco e fiamme mi accenderei
Piccola bimba, piccola
Fragile e forte a volte non sai
Piccola bimba, piccola
Tu come me, ti perdi in lacrime
Perché tu vada dove vorrai
Per i tuoi sogni persi
Perché tu sia quello che sei
Un incantesimo inventerei
Piccola bimba, piccola
Fragile e forte a volte non sai
Piccola bimba, piccola
Tu come me, ti perdi in lacrime
Tu fammi ridere di me
Arriva, salvami dai miei pensieri
Come me