A me, donna - culturalmente, naturalmente, e per sensibilità - di sinistra, queste ricorrenze, queste "campagne progressiste", come le chiama la mia amica Silvia, danno sempre un po' l'orticaria. Non so, non riesco a non sentirci, magari non da parte di chi le organizza ma sicuramente da parte di una certa fetta di fruitori, una dose di rassicurante retorica, una ritualità di appuntamenti e gesti e parole di per sé pur pregnanti e fortemente simbolici che però mi paiono depotenziati, svuotati di senso. Forse perché non riesco a credere che esista più una società che omogeneamente si riconosce nei contenuti espressi da quei gesti e da quelle parole (forse non è mai esistita, peraltro). Forse perché credo che di certi scempi siano tutti corresponsabili, che certe costruzioni storte siano venute su col consenso, espresso o tacito, di tutte le parti in causa, anche di quella che ne avrebbe subito gli effetti.
Il post sottostante esprime in parte il mio disagio.
Ma non è solo questo. E' proprio che non riesco a sposare una causa, ad appassionarmi ad un ideale. Io riesco solo ad amare individui (spesso quelli sbagliati, ma è un altro discorso, questo). Non mi interessa più di tanto riconoscermi in una certezza, le poche che avevo e che mi avevano infilate a forza nella testa ho fatto una tale fatica ad espungerle da me che diffido dall'abbracciarne altre, perlomeno a breve termine. Quello che mi tiene in piedi, e che mi convince, e mi spinge avanti, non sono certezze astratte, sono esperienze concrete. Quelle di cui porto i segni sulla mia pelle.
Per questo, forse, sono scettica su giornate come questa. Ci mancherebbe, condivido l'allarme per la violenza sulle donne, gli occhi ce li ho, ho un cuore, vedo e sento, sono solidale, comprendo l'enormità del problema, che denuncia una tragedia epocale, un dramma relazionale ed esistenziale che è tale sia per le donne che per gli uomini. Però, sarà che nella mia vita ho ricevuto le peggiori violenze non da maschi ma proprio da donne, sarà che sono carente, incerta, nella determinazione di me stessa e dunque nel mio riconoscermi nel mio genere, non riesco a non considerarmi, e a non voler essere considerata, prima di tutto, prima ancora che una donna, una persona.
Ciao:) Sono perfettamente d'accordo con te...fin quando non verrà eliminato lo stereotipo della donna debole, anche nelle campagne contro la violenza, la situazione non si risolverà mai...le immagini hanno un potere inconscio grandissimo e bisogna stare attenti al loro uso! Inoltre bisogna aprirsi a un mondo femminile professionista e di qualità (donne con le palle!)...basta veline, letterine e miss (qualcuno le ha messe pure al potere)!
RispondiEliminaE' tutto anche più complicato di così, per me... In realtà veline, letterine e miss non hanno mai avuto potere, perché il potere per esser tale deve venire da te, e non esserti graziosamente concesso (potere di far che, poi?)
RispondiEliminaDonne con le palle? Perché sempre, per alludere ad una donna in gamba, ci viene spontaneo usare attributi maschili? ;)
Io amo molto la battuta che Benze - eccezionale ragazza di Spinoza - postò in occasione dell'uscita della notizia che a giudicare Berlusconi sul caso Ruby sarebbe stato un collegio di tre giudici donne: "speriamo siano mestruatissime"
(Benvenuto, Davide, e grazie del commento ^^)
Non dimentichiamoci della violenza anche soltanto psicologica su qualsiasi essere umano.
RispondiEliminaLa sequela di giornate dedicate a quel tema od anche ad altri temi secondo me sono inutili.
Un caro saluto da
aldo.
Mi è piaciuta assai la riflessione sul tipo di immagini veicolate da certe campagne e secondo me quello è uno dei punti critici di questo tipo di iniziative.
RispondiEliminaPer il resto è per me un argomento complicato perché da una parte sono d'accordo col riconoscermi e riconoscere gli altri prima come esseri umani e poi come apparteneti ad un genere specifico, dall'altro penso che sia una cosa "utile" che ci siano giornate come questa o l'8 marzo. Provo a spiegarmi. Non penso che certe ricorrenze abbiano un valore assoluto o che veicolino cambiamenti epocali all'interno della società ma possono essere dei "promemoria" che hanno il loro valore.
Sta alle persone renderle una specie di "rituale vuoto" fatto di link su FB e altre minchiate autoassolutorie oppure sfruttarle come momenti di riflessione.
Riconoscere la propria e l'altrui dignità è uno "sport" che richiede allenamento, magari a qualcuno fanno comodo anche giornate come questa per cominciare.
Ciao Cri,
RispondiEliminasono d'accordo con te e infatti io ieri mi sentivo quasi in colpa a scrivere d'altro (per cui non l'ho fatto) - oltre a non averne il tempo ché i miei prossimi post rischiano d'essere ben impegnativi per chi li leggerà, visto ciò che mi gira in mente da tempo.
Concordo con il discorso "persona" prima di tutto, ed è la ragione per cui anche in contesti 'femministi' - che frequento da anni - continuo a insistere (e vedo che anche le amiche cui m'accompagno ormai sono così: è un'altra generazione di 'femministe', se ancora vogliamo usare questo termine decisamente scorretto, a indicare una nuova prospettiva che tiene conto di chiunque attualmente in condizione di subalternità e/o rifiuto di modelli fallocentrici dominanti, quindi include anche uomini etero, gay, trans, così come chiunque non si definisca sull'asse del 'genere' ma senta solidarietà per la speranza di potersi manifestare semplicemente nel proprio essere umani in condizioni di pari possibilità d'esistenza) perché si sia "persone tra persone, al di là di qualsiasi distinzione tra/di generi".
Poi penso anche appunto alla violenza, prioritariamente maschile (quello è: la violenza delle donne sugli uomini o su altre donne è rarissima, checché se ne dica), alla mia subìta e a come vi ho reagito, e al fatto che l'impegno vero dovrebbe essere quotidiana - ogni singolo giorno della propria vita - e non con altra violenza, ma semmai col potere della continuità nell'impegno con la parola. Ed è per questo che il tuo disagio è il mio, e che tutti i giorni per me è il giorno della lotta contro la violenza - di chiunque su chiunque altro.
"non riesco a sposare una causa, ad appassionarmi ad un ideale. Io riesco solo ad amare individui" - quindi stai già lottando per una causa e un ideale: quello del rispetto tra esseri umani veri, reali, concreti. E a me questa sembra già una cosa enorme.
L'unica cosa che posso dire è che sono d'accordo con te.
RispondiEliminaBello, e bello anche l'articolo che hai segnalato. Pensa che a me danno fastidio anche le "quote rosa". Della serie, il contentino. Ma se io ho il curriculum migliore del mio collega uomo, a prescindere dal sesso, ho diritto io al lavoro, quota rosa o no.
RispondiEliminaInvito a leggere anche il blog di Lorella Zanardo (Il corpo delle donne), incentrato proprio sulla tematica dell'immagine femminile, che generera un'attitudine e un trattamento.
Vedi il governo delle veline.
Purtroppo la Minetti è ancora in regione.
Aldo, Angie, Minerva, Bomba, Martina...
RispondiEliminaAvete detto tutto voi. Sono grata e d'accordo con tutti.
Tenere un blog, per una neofita adolescente irrisolta quale io sono, è un delicato esercizio acrobatico. Cammino su un filo teso tra il narcisismo, il bisogno di sfogarmi (tesa nel difficilissimo sforzo di alludere per esser compresa senza svelare del tutto il reale che lo provoca) e al contempo la necessità, e l'interesse, di avere scambi stimolanti con gente della mia specie. E di sentirmi più ricca alla fine della procedura.
Ecco, oggi mi sento esattamente così.
Io penso di stare ridendo da due giorni per il fatto che il 25 era anche la giornata contro la violenza per gli animali, e forse la donna era inclusa lì e basta. Non ho una grande opinione del sesso femminile, pur stimandone alcuni membri e disprezzando ugualmente quello maschile: in quanto tali, sono entrambe categorie di una perversione agghiacciante. Il mio parere comunque è che la donna debba impegnarsi a fare una donna, che le pari opportunità sono una stronzata: io le palle non le voglio avere, voglio un congedo parentale più lungo e un cazzo di bidoncino per gli assorbenti in bagno.
RispondiEliminaAHAHAHAHAHA! Eli questa delle giornata conbtro la violenza sugli animali non me la dovevi dire, è bellissima!!! :D
RispondiEliminaIn quanto lemure solidarizzo tantissimo con la causa! :D
"io le palle non le voglio avere, voglio un congedo parentale più lungo e un cazzo di bidoncino per gli assorbenti in bagno."
Yo! Il bidoncino è un simbolo di cviltà. :D
Ahahah, Eli, la giornata contro la violenza sugli animali. Da mangusta, solidarizzo pure io; e lo faccio anche in nome delle Volpi :D
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