"Se con la vostra arte, mio caro padre, avete
spinto a questo ruggito le onde scatenate, placatele.
Sembra quasi che il cielo voglia rovesciare fetida pece,
spinto a questo ruggito le onde scatenate, placatele.
Sembra quasi che il cielo voglia rovesciare fetida pece,
ma il mare, gonfiandosi fino al volto dell'aria,
ne spegne bruscamente il fuoco. Come ho sofferto
con quelli che ho veduto soffrire! Una bella nave,
che senza dubbio aveva a bordo nobili creature,
ora è un mucchio di rovine. Oh, quel grido ha colpito in pieno
il mio cuore! Sono tutte morte, quelle povere anime.
Se io fossi una divinità potente, avrei
sprofondato il mare nella terra prima
che inghiottisse così quella bella nave
con il suo carico di anime."
"Sìì serena,
"Sìì serena,
non angosciarti più. Dì al tuo cuore pietoso
che non è accaduto alcun male."
Prendete una, anzi, due notti della seconda metà di luglio: una di pioggia e freddo fuori stagione, la successiva altra tiepida e piacevole.
Prendete una natura leonardesca che in quel periodo dell'anno offre spettacoli di verdi vigneti sciorinati al sole affiancati a campi sterminati di girasoli giallo oro, nel pieno rigoglio della fioritura, senza soluzione di continuità, circondati da filari di ascetici cipressi e macchie di boschi ubertosi.
Prendete un gruppo di abitanti di quelle rinascimentali terre, tra la Val D'Orcia e la Val di Chiana, pei quali tanta natura armoniosa al limite del sublime è abituale cornice dell'esistere, atmosfera che contagia lo spirito e lo inclina spontaneamente all'amore per il bello, per l'arte, pel godimento di quell'intensa, gioiosa sensualità che si effonde nel petto.
Prendete un metatesto ermetico, suggestivo, onirico come La tempesta di Shakespeare, e datelo in pasto a costoro, che dei suoi versi si nutriranno con diletto e devozione fino a farsene possedere, divenendone, non interpreti, ma veicoli semantici, parole vive, incarnate, risuonanti.
Prendete un teatro che è una piccola accogliente bomboniera, capiente al punto giusto per consentire ad uno spettatore di assaporare appieno la delizia di ogni dettaglio dell'amorosa condivisione di quest'ambrosia; e pigliate indi, la sera successiva, la vasta e misteriosa corte, adorna di scenari fiabeschi, di un castello quattrocentesco in cima ad un colle, con la luna piena infissa allo zenith del cielo, ad arricchire a dismisura la malia di quella coralità di voci e di volti, ed aumentare esponenzialmente lo scambio di emozioni tra recitanti e pubblico, in un gioco di rimandi di sentimenti - passione dei primi, gaudio dei secondi, e passione amplificata pel gaudio percepito, e gaudio accresciuto dalla percezione del dono di quella passione potenziata - che è circolazione di purissima energia affettiva.
Unite tutti gli elementi, e avrete un'esperienza profondamente terapeutica per l'anima.
Una tempesta di vita.Unite tutti gli elementi, e avrete un'esperienza profondamente terapeutica per l'anima.
(E questa settimana ci ho rifatto, regalandomi un altro meraviglioso week end in quegli ameni luoghi per assistere a La malattia della famiglia M, un gioiello di piéce messa in scena in un gioiellino di teatro liberty, il Concordi di Acquaviva di Montepulciano, da un altro grande artista che ho avuto l'onore di conoscere su FaceBook, che in questi frangenti va benedetto.
La stragrande maggioranza della gente cura la depressione farmacologicamente.
Io l'ho combattuta, e vinta, con il teatro, l'arte, la frequentazione di persone positive, il taglio di aborti di relazioni negative, e la contemplazione della natura.
Sono fiera di me stessa. E sono risorta.)
La stragrande maggioranza della gente cura la depressione farmacologicamente.
Io l'ho combattuta, e vinta, con il teatro, l'arte, la frequentazione di persone positive, il taglio di aborti di relazioni negative, e la contemplazione della natura.
Sono fiera di me stessa. E sono risorta.)
"Le nostre rappresentazioni sono finite. Questi nostri attori,
come vi ho detto, erano spiriti,
e sono svaniti nell'aria, nell'aria sottile.
E, come l'edificio senza fondamenta di questa visione,
E, come l'edificio senza fondamenta di questa visione,
così le torri ammantate di nubi, gli splendidi palazzi,
i templi solenni, lo stesso immenso globo,
sì, e tutto quel che racchiude, si dissolveranno,
e, simili all'incorporea rappresentazione ora svanita,
non lasceranno traccia. Siamo della sostanza
di cui sono fatti i sogni..."
Penso che tu sia d'accordo con me nell'affermare convintamente che cinema televisione, radio ed altri aggeggi non riescono a dare le emozioni e le sensazioni che danno il TEATRO. La dimostrazione di tutto ciò l'hai potuto constatare di persona assistendo a
RispondiEliminalo spettacolo di cui parli in questo tuo post e a quelli precedenti.
Pensi assai, assai bene :)
EliminaIl teatro, se praticato con lo spirito autentico che gli compete, è terapeutico. Nell'antica Grecia nasce per quello, per la catarsi, in spettacoli che duravano anche parecchie ore di seguito; e ha mantenuto intatta la sua capacità di travalicare la coscienza per parlare direttamente all'anima della gente, spettatori e attori, in una circolazione di flussi di energia vitale ed emozionale che mozza il fiato e lascia incantati :)
chissà se l'uomo è parte integrante del paesaggio che lo circonda (sia esso città o natura) e se per questo ne riflette le vibrazioni, inquinate, caotiche, frenetiche in un caso o di quiete e serenità nell'altro.
RispondiEliminaoserei aggiungere...siamo della stessa parvenza di cui è fatto l'ambiente che ci circonda.
:)
Sono parecchio d'accordo anche con te, endi
Elimina(e molto, molto felice di, diciamo così, rivederti ^_^ )
<3 Grazie di esser venuta, da parte di tutti!
RispondiEliminaGrazie a tutti voi, Angie, che mi siete tanto cari! (Continuiamo la circolazione d'energia affettiva!!!)
EliminaE in particolare grazie a te, bellissima luminosa ragazza rinascimentale.
:*
<3