martedì 15 ottobre 2013

Lacrime di Nemo


Dopo una giornata incredibilmente tempestosa, piena di furia e di schiuma, la sua navicella, sferzata dagli schiaffi delle onde, bruciata dal calore di un sole implacabile, ha finalmente trovato da ancorarsi.
Non ha fatto naufragio. E' sopravvissuta. Potrà rispiegare le vele, e ripartire.

E ora è scesa la notte, come un sipario finalmente calato sull'estenuante spettacolo che oggi è stata costretta a interpretare davanti a me, spettatrice impotente. La sua battaglia per la conquista dell'atollo dove credeva di aver trovato un tesoro che invece non c'era è finita. Ha perso, è stata ricacciata indietro, ferita, ma viva. Cessata la pioggia delle frecce acuminate di parole, si è impadronita del campo la quiete di un soffice silenzio.
E io qui, ora staccata da lei, su un'altra riva, a lei penso, e vorrei donarle il riposo, e sogni belli.

Nulla meglio di una ninna nanna, dunque. Che le giunga di là attraverso il mare.
Per placare ogni tormenta, per propiziare la bonaccia.
E che le propizi anche il salpare di nuovo, verso un'altra terra, non ostile, non infida, nel giorno che verrà.

(Buonanotte alla mia cara esploratrice. Che possa trovare l'approdo giusto.)


Chiaro di luna scendi in fondo al mare
e arriva dove il vento non può arrivare
e trova le parole per calmare
quest'acqua che si mescola col sale
quest'onda sulla riva delle ciglia
Che un po' t'incanta e un po' ti meraviglia
Che un po' t'incanta e un po' ti meraviglia

Fiore di scienza e libero pensiero
Ancora senza nave e vela senza veliero
bottiglia mezza vuota e mezza piena
e pesci e luci e canto di balena
Chiaro di luna segnami il futuro
e mescola l'idrogeno e il carburo
e mescola l'idrogeno e il carburo

E passo dopo passo piano piano
illumina i miei passi con i tuoi
che ogni passo avanti è un passo in meno
e meno ossigeno nei serbatoi

Illumina le torri medievali
e i falchi e il tempo e i sogni e gli ideali
e le città sconfitte in fondo al fumo
e il sangue e l'innocenza di nessuno
il sangue e l'innocenza di nessuno

8 commenti:

  1. Questa splendida canzone di De Gregori antica e nuova.
    Sono andata a vedere al "sua" che indicavi per riuscire a raccapezzarmi. Forse mi sbaglio, ma la mia sensazione è che tu non parlassi né oggi né allora di un'amica, ma di una figlia, con la quale si ha comunque anche un rapporto di sorella, di donna amica. L'ho pensato perché traspare un sofferto distacco non tanto di affetti, quanto di libertà di scelte, di scelte di errori, di scelte di vita. Sento in quelle ultime bellissime parole "... che possa trovare l'approdo giusto" un forte prepotente augurio d'amore grande e doloroso.

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    1. E' molto suggestivo quello che hai pensato, Ambra...
      Non è mia figlia, questa giovane donna. Ma sì, come raramente ma magicamente accade in questo universo virtuale, si è creata tra noi una vicinanza particolarmente intima. Per fatalità (ma esisteranno, poi, le fatalità?) o forse più precisamente per una percezione poco razionale e molto subliminale, mi sono trovata a sfiorarla mentre io uscivo, con fatica e sofferenza, dal mio guaio psichico, mentre lei entrava nel suo. Io, dentro la mia caverna, che scorgevo in fondo un varco di luce, un'apertura. Lei, che dall'esterno stava appena varcando la soglia della sua.
      E' vero che in casi come questi scatta tutta la mia genitalità, un afflato materno che non è esattamente comparabile a quello istintivo e naturale, ma molto affine, per la qualità dell'affetto e della tenerezza che provo. Lei, peraltro, è una creatura altrettanto affettuosa, spontanea ed aperta, nella sua vitalità e positività, in modo così scoperto da esporla alla cattiveria e alla psicosi del mondo.
      Ed è assurdamente vero che, più volte, quest'estate e anche ultimamente, ad ogni rifiuto patito dalla mia figlia biologica è corso, parallelo, un momento di vicinanza con lei. Ed è anche vero che, quando a gennaio scorso ho postato una mia foto con lei in giro per Roma, una conoscente che non mi vede da parecchi anni mi ha scritto "che bella figlia hai, Cristina!"

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  2. La prima parte epica, un po' d'Omero e di Virgilio.
    Nel video la poesia de grandel De Gregori.
    Grazie Cri, di cuore (anche se scassato).

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    1. E la musica, hai presente? Non è solo una sorta di ninna nanna, è una barcarola: il primo fraseggio è un felice "saccheggio" del meraviglioso incipit della Moldava di Bedřich Smetana...
      (Il tuo cuore scassato è sempre largamente meglio funzionante di un sacco di altri ;) )
      :*

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  3. oggi mi sento io su quella navicella. vedo terra non lontano, e mi chiedo se valga la pena che i piedi risuonino i loro passi sulla sabbia oppure rimanere qui, aspettando una tempesta che mi punisca per l'avventatezza e l'orgoglio da quart'ordine.

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    1. Io sono diventata così pigra e languida che forse al posto tuo resterei là dove sei. Non per orgoglio; sicuramente per avventatezza. L'importante è far fronte al mal di mare. Ed essere ottimi nuotatori e capaci di grandi apnee, cosa che io non sono affatto ;)

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