lunedì 27 gennaio 2014

Gam gam


Odio la retorica, mal sopporto le giornate di questo e quello. Non credo di aver mai commemorato il Giorno della memoria.
Quest'anno mi ci tirano per la giacca, proprio.
Il rullo di FaceBook è imbarazzante, avvilente: pieno di deficienti che scrivono "Giorno della memoria" e postano la foto di una scheda RAM, oppure fanno liste della spesa, o la buttano in vacca in altra maniera, credendosi fini umoristi profondamente irriverenti audaci e innovativi.
Ma i tentativi di destrutturare una faccenda così scottante come la Shoah risultano ancora più insopportabili della retorica sulla Shoah stessa, sono come bombe carta che se le maneggi ti scoppiano in mano.
Difatti, nel tardo pomeriggio, ecco il botto, che temevo ed aspettavo da ore ed ore: la BATTUTONA.
"Oggi, giornata della Memoria, Israele bombarderà Gaza col fosforo."
E lì non ci vedo più.
Perché questo non è, legittimamente, denunciare le turpitudini odierne di Israele sì da inchiodarla alle proprie responsabilità. Al contrario, suscita l'impressione che non si aspetti altro per dar fuoco alle polveri, per poter dare addosso a coloro che sono assurti a modello di perseguitati di ogni tempo e ogni luogo come a volerli comprimere, schiacciare, annullare, fino a riuscire, in qualche modo, a mandare in caciara tutto.
Perché non è che la morte di un bambino palestinese ucciso da un razzo israeliano delegittima quella di un bambino ebreo gasato nelle camere a gas.
Perché a fare occhio per occhio dente per dente, tra una tragedia immensa e insensata che ha lasciato una ferita insanabile nella psiche collettiva universale, e una guerra civile straziante tra due fazioni che sono, sì, sproporzionate nella forza come Davide e Golia, ma ambedue accecate dall'odio verso il proprio vicino nemico e dal desiderio di prevaricarlo, i conti non tornano.
Perché questo è sommare torto al torto, danno al danno, orrore all'orrore.
Perché tutto ciò che si ottiene così è di sfiorare il revisionismo e la sconfessione della necessità di non dimenticare mai più quello che è stato il più grande abominio della storia che ci riguardi direttamente.
E' una pratica assai pericolosa, quella di giocare col Giorno della Memoria. Negare, o cercare di offuscare con gli odierni soprusi dei discendenti dei protagonisti, la sacrosanta liceità di sentimenti di vergogna e di sgomento per l'indicibile che avvenne con l'Olocausto, talmente atroce da divenire un tabù, un simbolo del Male assoluto che assolutamente travalica i contorni dell'etnia che ne fu vittima  - assieme ai malati di mente, gli oppositori del regime, gli omosessuali, gli zingari -, come pure i confini di tempo e di luogo e di circostanze, e persino l'identità dei carnefici, per divenire emblema sublime della malvagità e della ferocia di un uomo contro un altro uomo, significa indebolire la coscienza dei popoli, e aprire così la strada ad altri abomini.
E pure stornare gli occhi, con la scusa della cattiveria dei discendenti dei deportati, dalle responsabilità che l'Europa, e l'Occidente tutto, hanno avuto nella follia hitleriana. Nonché nella successiva disastrosa gestione dei sopravvissuti, abbandonati su una "terra di nessuno" in fretta e in furia dall'Inghilterra con l'appoggio dell'ONU per lavarsi le mani di questa scabrosissima vicenda, e per rimuovere un colossale senso di colpa collettivo: ciò che è la radice delle cause della lotta fratricida, ancorché squilibrata a favore di Israele, tra i due contendenti assai meglio fornita di tecnologie di morte, di soldi e di peso politico, di oggi, quella che insanguina la Palestina senza pace, senza concordia, senza giustizia.
Oggi è l'anniversario della liberazione di Auschwitz: sono stati i cadaveri ambulanti che accolsero i russi a bombardare i palestinesi? O lo furono i milioni di bambini, di vecchi, di uomini gasati? Lo furono i cosiddetti musulmani, i morti in vita che finivano i loro giorni molto prima di esser uccisi, nei lager, che nemmeno il Dio Pastore, quello di cui canta l'inno che posto qua sotto, ricoverò e salvò?

"Pur se andassi per valle oscura
non avrò a temere alcun male:
perché sempre mi sei vicino,
mi sostieni col tuo vincastro."

Ripristiniamo l'ordine delle cose, e onoriamo la Memoria.


גַּם כִּי-אֵלֵךְ
בְּגֵיא צַלְמָוֶת,
לֹא-אִירָא רָע
כִּי-אַתָּה עִמָּדִי


שִׁבְטְךָ וּמִשְׁעַנְתֶּךָ,
הֵמָּה יְנַחֲמֻנִי

27 gennaio 1945, apertura dei cancelli di Auschwitz e liberazione dei sopravvissuti ad opera dell'Armata Rossa sovietica.

16 commenti:

  1. Stavorta te la do io 'na dritta.
    Guardate er firm "QUARTET" diretto da Dustin Hoffmann.
    Me sembra che una delle protagoniste principali sia Maggie Smith quella che ha girato er firm con Morgan Freeman "A spasso con daisy":
    Poi passerò al resto.

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    1. Spiacemi doverti comunicare, caro Aldo mio, che arrivi tardi: l'ho già visto al cinema, amato intensamentissimamente, comprato in DVD e visto e rivisto again a casa :)))
      (Domani ti chiamo. E' un ordine!)

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  2. Il post che pubblicai nel 2009 sempre sul giorno della memoria è proprio in sintonia col tuo. Ciao.

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    1. Il tuo è un esempio di efficacia e di sintesi a cui io aspiro, ahimé senza speranza, da sempre. Grazie. Ciao :)

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  3. Tutti dovremmo rassegnarci giacché siamo esseri umani, agnostici, atei, buddisti, cattolici, cristiani, ebrei, musulmani, protestanti e via dicendo e pertanto dobbiamo convivere e finirla con fosforo, bombe, missili, torture, genocidi e qualsiasi altro mezzo
    di morte e sterminio.

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    1. Caro Aldo, la tua riflessione è quanto di più saggio e logico si possa concepire. Purtroppo, come tu sai, tanto per fare un esempio, solo su Gerusalemme combattono una guerra all'ultimo sangue gli appartenenti a tre diverse religioni, gli ebrei, i musulmani e i cristiani. Tutte e tre le confessioni rivendicano quel fazzoletto di terra come sacro, e non intendono spartirlo con gli altri. Una coesistenza pare impossibile. Che atroce beffa.

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  4. La giornata della memoria andrebbe intesa come il ricordo del massimo orrore possibile. Della massima lucida violenza dell'uomo sull'uomo. Credo che in fondo il significato di questa giornata sia di non ripetere mai più questo abominio su nessuno. Non importa chi sia il torturatore o il torturato.

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    1. E', alla lettera, preciso, esatto, il mio sentire più profondo, AGO. :)

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  5. La battutona. Ridere giustifica tutto, la risata liberatrice. Satire macht frei.

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  6. Io spero che tu abbia espresso, anche solo in minima parte, quanto contenuto in questa tua bellissima riflessione a quel poveretto che ha postato la così detta "battutona". Fa onore, quello vero, sincero e sentito, al giorno della Memoria (mi sono sempre chiesto perché solo "un giorno"). Purtroppo l'ignoranza e la mancanza di ogni saldo valore e principio, fa di certi soggetti, soprattutto su facebook, un nauseante megafono di pretestuose e strumentali iniziative.

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    1. Ah, Carlo, non a lui direttamente, ma alla cara amica che ha condiviso questo "argutissimo" e "graffiante" status sì, lì proprio non son riuscita a star zitta. Poi ho fatto io uno status: "Giornata della memoria, FaceBook da dimenticare" dove, sollecitata da alcune persone di buonsenso che ho il conforto comunque di frequentare oltre al mucchio di satiri e predicatori e narcisisti vari assisi su troppi piedistalli di cartone, ho avviato un accorato dialogo sullo stato delle mie braccia cadute per terra, sul perché e sul percome. E' finita che la mia amica ha cancellato il post, dicendo "anche se non sono d'accordo capisco come ti ha fatto sentire, e per rispetto a te lo levo". Ma è una battaglia persa, Carlo, lo sai, vero? :(

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  7. Non mi sento di aggiungere nulla, ma il tuo pensiero non può che essere il mio.

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  8. ho letto tanto sulla Shoa ma ho sempre difficoltà a comprendere appieno le ragioni profonde di tanto orrore.
    La Germania dell'epoca era una delle Nazioni più avanzate del mondo(Costituzione,diritto, arte...) e i tedeschi un popolo civilissimo, eppure...
    Penso che di quanto è accaduto,accade e accadrà ,per il semplice fatto di appartenere alla razza umana, dovremmo sentirci tutti responsabili e provare vergogna.Bisogna essere consapevoli che dal profondo dell'animo di ogni uomo, in particolari e neanche eccezionali circostanze, può emergere il male assoluto che lo abita.E vigilare perchè tutto può ripetersi.

    . Credo sia per un motivo come questo che tanti sopravvissuti dei lager non siano più riusciti a sanare la profonda ferita subita dalla loro psiche: toccare con mano l'abisso di crudeltà dell'uomo-carnefice e ,in molti casi e suo malgrado,il degrado materiale e morale dell'uomo- vittima annientano qualsiasi speranza in un'umanità migliore; quando vedi la "bestia" che si scatena in un'orgia di sangue e capisci che questa alligna nel profondo della psiche umana, provi solo terrore e desiderio di chiudere con la vita.
    Tutto questo(siamo tutti colpevoli...) senza voler minimamente ridimensionare le responsabilità (collettive e individuali)della Germania, dei tedeschi e di chi si è macchiato di simili delitti. (o si macchia tutt'oggi...)
    A mio avviso, solo un sistema di leggi condiviso e fatto rispettare con la forza dalla comunità internazionale può limitare in futuro il ripetersi delle stragi. La religione, l'etica, i buoni sentimenti...non servono a nulla.

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    1. Sono molto d'accordo con tutto quello che hai scritto, Solo sull'ultima riflessione avrei delle riserve: quando si scinde la psiche, ossia la mente dallo spirito, così come è successo durante il Terzo Reich, anche un sistema di leggi condiviso non serve a molto. La bestialità, l'orgia di sangue, l'abisso della crudeltà che si sono manifestati durante quel periodo sono stati regolamentati da un sistema di norme e di regolamenti che davvero era espressione di un ordine razionale perfetto. Hitler non era pazzo nel senso comune del termine, né lo erano i suoi accoliti, né tutti coloro che cooperarono a tanto abominio. Anzi. La follia di tutti era molto lucida, e assai organica e funzionale. Essendo fatte dagli uomini, le leggi non servono, se non si è uomini nel senso pieno del termine :)

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