Oggi giornata tesa. La tecnologia obsoleta del mio ufficio mi si è rivoltata contro e continua a procedere nell'avanzata verso di me per l'assalto finale.
Oltre al vetusto pc che ho in dotazione da circa dieci anni, il quale, divenuto lentissimo, si impalla in continuazione ostacolandomi qualsiasi operazione lavorativa o ludica che sia (ad eccezione del solitario di FreeCell, credo, anche se non so bene, wow, non lo apro da una vita!, ora che ci penso), stamattina ci si è messa pure l'affrancatrice, il cui software si ostinava a non riversarmi il costo di quarantaquattro raccomandate nel conto riepilogativo della giornata asserendo di non riconoscere la matricola dell'affrancatrice medesima.
L'assistenza mi ha richiamata dopo quasi due ore, mentre nel mio animo si erano frattanto registrati, nell'ordine, irritazione, nervosismo, incazzatura, furore, disperazione, sconforto, rassegnazione e noncuranza. Un intervento davvero professionale, devo dire, nel corso del quale ho potuto constatare ancora una volta che per fortuna tutti 'sti guasti si risolvono sempre all'incirca colla solita consolidata procedura: spegnere e riaccendere e poi, se rimane qualcosa fuori posto, correggere a mano e metterci una pezza alla bell'e meglio.
Odio la tecnologia, da sempre, come tutte le cose che non mi interessano e dunque non capisco e da cui però purtroppo non posso prescindere. La odio perché siccome non mi interessa non la capisco e questo mi rende insicura, e come tutte le cose che mi rendono insicura mi fa paura, e come tutte le cose che mi fanno paura e che non posso però evitare io la odio.
Odio anche questo schermo, ultimamente. Questo foglio bianco su cui si stagliano linee nere che formano parole spettrali, senza voce, senza suono, dal nulla.
Dietro cui dovrei pensare ci siano persone. Persone che non vedo, che non odo, di cui non aspiro l'odore, fraintendo il sentire. Persone che possono star piangendo e scrivere "ahahahahah". Come spesso ho fatto e faccio io.
Poi per fortuna, inaspettata eppure attesa, è arrivata una telefonata! Si è così materializzata, almeno per metà, un'entità virtuale costituita da una foto, un nickname e molte argute, simpatiche, affettive parole, unite a formare discorsi pieni di interesse e partecipazione e racconti minuziosi e serenamente avvincenti. La voce forte e chiara di un essere umano, a ricordarmi che dietro questi segni neri, fantasmi di vita, ci sono individui reali. Che lui lo è, reale, in carne ed ossa e tutto. E come lui lo sono anche gli altri.
Avevo un gran bisogno, oggi, di rimarcarmelo, questo.