sabato 31 dicembre 2011

L'anno che verrà

Ho passato, nei trecentosessantacinque giorni appena trascorsi, quello che passa Truman fino al minuto 5.

Tentando ogni tanto di fare ciò che lui riesce a compiere dal 5.01 al 5.15.

Ora sono arrivata a scoprire quello di cui lui fa esperienza al 5.50, e sono nello stato d'animo che lui manifesta dal 6.15 per 115 interminabili secondi.


Spero, nell'anno che sta arrivando, di giungere almeno alla scoperta del minuto 8.10.

giovedì 29 dicembre 2011

Ricomincio da tre

Hai pranzato cinese (divinamente) col tuo collega preferito.
Hai sentito al telefono il tuo carissimo amico d'infanzia.
Ora vai al lavoro dal marito.
Cosa vuoi di più dalla vita oggi, Cri?

Yair

Come mi piacerebbe scriverti diversamente. Come mi piacerebbe essere uno che scrive in un altro modo. Le mie parole sono così pesanti. In fondo avrebbe potuto anche essere semplicissimo, no? Come quando si chiede: "Dimmi, piccino, dove ti fa male?". Allora chiuderei gli occhi e scriverei in fretta: volesse il cielo che due estranei vincessero l'estraneità. Il principio stesso dell'estraneità, carico di prescrizioni e conseguenze - il vertice del Cremlino, soddisfatto e sazio, che ci si è assestato nelle profondità dell'anima. Come vorrei pensare a noi come a due persone che si sono fatte un'iniezione di verità per dirla, finalmente, la verità. Sarei felice di poter dire a me stesso: "Con lei ho stillato verità". Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anch'io lo sarò per te, prometto. Un coltello affilato ma misericordioso - parola tua. Non ricordavo nemmeno che fosse lecita. Un suono così delicato e ovattato. Una parola senza pelle (se la si ripete più volte a voce alta ci si può sentire come terra riarsa, e non è facile il momento in cui l'acqua s'infiltra tra le crepe). Sei stanca, mi obbligo a dirti buonanotte.

lunedì 26 dicembre 2011

Un anno vissuto pericolosamente

"io so che al tuo posto sarei scappata a gambe levate e mi sarei rifugiata in casa
perché non avrei voluto null'altro a sconvolgermi la vita"

domenica 25 dicembre 2011

Natale



Verrà il giorno in cui lui ritornerà
fermandosi alla tua porta,
come un tempo i gradini salirà
sicuro di essere atteso

Tu cosa dirai, quando lui entrerà,
cercando tra gli altri il tuo volto?
Paura avrai, quando ti guarderà,
che possa trovarti cambiata…

“Sorridi ora, aprimi ora la porta,
ancora sarà Natale, vedi che sono tornato”
“E ridi ora, aprimi ora la porta,
con me tu riderai, ora che sono tornato.”

Polvere e vento con sé lui porterà,
profumo di terre lontane,
lui che ha visto i paesi e le città
che tu hai soltanto sognato

Chissà oltre il mare quante cose ha lasciato,
e tu che hai soltanto aspettato…
Dall'ombra uscirai, spiando il suo volto,
stupita nel primo vederlo

“Sorridi ora, aprimi ora la porta,
ancora sarà Natale, vedi che sono tornato”
“E ridi ora, aprimi ora la porta,
con me tu riderai, ora che sono tornato”



venerdì 23 dicembre 2011

So this is Christmas



La malinconia mi preme sul cuore come una palla di neve. Però non è più angoscia. E' un dolore dolce, sereno, triste, consapevole. Come quello di chi si prepara ad un distacco da qualcosa che gli è stato tanto, troppo caro.

Buon Natale.

Quattro passi tra le nuvole

"tu sei un'altalena pazza altroché
quando vedo i tuoi sbalzi i miei mi sembrano insignificanti"

giovedì 22 dicembre 2011

Qualcuno volò sul nido del cuculo

E come non bastasse il delirio delle feste natalizie con tutti gli annessi e connessi tra cui la genitrice ossessionante con le sue pretese di espletamento attraverso di me di formalità e convenzioni sociali tipiche del periodo le quali io aborro e i figli festaioli che venerdì ci sbattono fuori di casa per un allegro convivio organizzato da loro che nelle intenzioni dovrebbe anticipare e/o costituire prova generale del veglione di Capodanno, il mio caos interiore ed esteriore, la mia macchina rimasta ieri bloccata da una stronza che ha fatto in modo e maniera che non potessi aprire la portiera di sinistra dopo essersi assicurata che non potessi entrare manco da quella di destra e io senza biglietti dell'autobus né ausili di anime buone che mi venissero a raccattare e senza stivali che me ne son tornata a piedi a casa alle otto di sera con le mie scarpette da ballerina e con un principio di congelamento all'estremità posteriore destra ed anteriore sinistra, stamattina entro in ufficio in ritardo e ci trovo, allocato alla scrivania della mignotta, piazzato davanti a Claudio eccezionalmente al lavoro di giovedì, il collega bipolare conclamato che rientra tre giorni ogni sei mesi, tipo agitatissimo e alto e grosso come una montagna - nessuno di noi scorderà mai il giorno in cui alzò a braccia, in preda ad una crisi, una scrivania e la trasportò lungo un corridoio di venti metri per poi rovesciarla urlando davanti ai piedi del capo di allora - che si è messo in testa di aiutarci grazie all'incoraggiamento di quel benpensante ed incosciente Claudio medesimo, il quale, inconsapevole - inconsapevole? - del meccanismo che ha attivato, sta ora sfogliandosi Repubblica rilassato più che mai, mentre quell'altro pastrocchia con una pila di lettere da protocollare informaticamente aspirando a fatica dalle froge del naso come un cinghiale braccato, con il panico che gli monta dentro ogni secondo di più e gli salirà fino alla presumibile esplosione di follia entro e non oltre la prossima mezz'ora.

Auguri, eh.

martedì 20 dicembre 2011

A.I.

Oggi giornata tesa. La tecnologia obsoleta del mio ufficio mi si è rivoltata contro e continua a procedere nell'avanzata verso di me per l'assalto finale.
Oltre al vetusto pc che ho in dotazione da circa dieci anni, il quale, divenuto lentissimo, si impalla in continuazione ostacolandomi qualsiasi operazione lavorativa o ludica che sia (ad eccezione del solitario di FreeCell, credo, anche se non so bene, wow, non lo apro da una vita!, ora che ci penso), stamattina ci si è messa pure l'affrancatrice, il cui software si ostinava a non riversarmi il costo di quarantaquattro raccomandate nel conto riepilogativo della giornata asserendo di non riconoscere la matricola dell'affrancatrice medesima.
L'assistenza mi ha richiamata dopo quasi due ore, mentre nel mio animo si erano frattanto registrati, nell'ordine, irritazione, nervosismo, incazzatura, furore, disperazione, sconforto, rassegnazione e noncuranza. Un intervento davvero professionale, devo dire, nel corso del quale ho potuto constatare ancora una volta che per fortuna tutti 'sti guasti si risolvono sempre all'incirca colla solita consolidata procedura: spegnere e riaccendere e poi, se rimane qualcosa fuori posto, correggere a mano e metterci una pezza alla bell'e meglio.
Odio la tecnologia, da sempre, come tutte le cose che non mi interessano e dunque non capisco e da cui però purtroppo non posso prescindere. La odio perché siccome non mi interessa non la capisco e questo mi rende insicura, e come tutte le cose che mi rendono insicura mi fa paura, e come tutte le cose che mi fanno paura e che non posso però evitare io la odio.

Odio anche questo schermo, ultimamente. Questo foglio bianco su cui si stagliano linee nere che formano parole spettrali, senza voce, senza suono, dal nulla.

Dietro cui dovrei pensare ci siano persone. Persone che non vedo, che non odo, di cui non aspiro l'odore, fraintendo il sentire. Persone che possono star piangendo e scrivere "ahahahahah". Come spesso ho fatto e faccio io.

Poi per fortuna, inaspettata eppure attesa, è arrivata una telefonata! Si è così materializzata, almeno per metà, un'entità virtuale costituita da una foto, un nickname e molte argute, simpatiche, affettive parole, unite a formare discorsi pieni di interesse e partecipazione e racconti minuziosi e serenamente avvincenti. La voce forte e chiara di un essere umano, a ricordarmi che dietro questi segni neri, fantasmi di vita, ci sono individui reali. Che lui lo è, reale, in carne ed ossa e tutto. E come lui lo sono anche gli altri.

Avevo un gran bisogno, oggi, di rimarcarmelo, questo.



lunedì 19 dicembre 2011

Love actually

Però voler bene alle persone, di quale formidabile scudo protettivo mi dota. Tanto che in certi sublimi, esaltanti momenti arriva a farmi quasi sentire invulnerabile.


Quando amo, davvero, non ho più paura.

sabato 17 dicembre 2011

Piccole confessioni di una malandrina/3

Giornata irritante. La vecchia signora che un tempo fu la mia aguzzina, non paga dell'ottimo lavoro fatto in passato, si è approssimata a me, dopo lunghe ed elaborate manovre di avvicinamento, per tentare di produrmi ulteriori guasti nella stima di me stessa con il ricorso al vittimismo e alla melopea nonché - arma mai adoperata prima d'ora, sintomo della sua percezione delle odierne e inedite difficoltà nel raggirarmi - all'ammenda delle proprie colpe passate, all'emozionata richiesta di perdono e alla devota offerta di espiazione. E io ho dovuto tendermi allo spasimo per rimanere indifferente, camminando come un'acrobata su un filo di autocoscienza al di là del quale da una parte rovinerei in un senso di colpa nuovo di zecca e dall'altra nell'ulteriore impaludamento emotivo.
Poi per fortuna è arrivato mio figlio da scuola, insieme all'olandese volante.
Al quale, sfasato e simpaticamente fuori sincrono come sempre, è bastata l'euforica frase esclamata con sobria enfasi "Cri! Posso dirti che questo nuovo colore di capelli ti ringiovanisce di molto?" per stemperare l'atmosfera opprimente e restituirmi la leggerezza nel cuore.
Comunque boh, a forza di ringiovanirmi ritornerò neonata. E non credo proprio che mi convenga, se la madre è sempre quella.

venerdì 16 dicembre 2011

Amleto


Io sono il pallido prence danese
Che parla solo, che veste a nero.
Che si diverte nelle contese,
che per diporto va al cimitero.
Se giuoco a carte fo il solitario
Suono ad orecchio tutta la Jone
Per far qualcosa di ameno e gaio
Col babbo morto fo colazione.
Gustavo Modena, Rossi, Salvini
Stanchi di amare la bionda Ofelia
Forse sul serio o forse per celia
Mi han detto vattene, con Petrolini, dei salamini.
Il gallo canta. Il padre mio ha fatto l'uovo. E' là, mi si presenta sotto le spoglie di un fantasma. Ma di ben so fantasma non hai mai preso qualche equivoco in tempo di vita tua? Lo so ti fu inoculato il veleno in un orecchio. Ha il cimiero alzato, grida vendetta, sarai vendicato! Sarai vendicato!
Della defunta madre incestuosa,
spesso, fremente, pulso l'avello.
Buongiorno mamma, che fa? Riposa.
Perché la uccisi, prese cappello.
Essere o non essere questo è il problema…e pensare che metà dell'umanità ha passato la vita a studiare queste parole. Essere o non essere…
Ed il problema del prima e poi
Studiiioooo, silente, con ogni cura,
dalla natura venimmo noi.
Niente può farsi contro natura.
Si può essere più afflitti, più lagnosi, più melanconici di Amleto? Poteva essere felice, no! Poteva essere amato, no! Io non ho mai capito che cosa voleva Amleto. Ma che voleva Amleto?
Giuoco a scopone
Il mio compagno spariglia i sette.
Compro le scarpe
Mi vanno strette.
Se qualche volta in festa io ballo
La mia compagna mi pesta un callo.
Monto in vettura
Muore il cavallo.
Vado a Messina
Viene il tremoto.
Se compro un sigaro
Ci trovo un pelo.
Ma si può essere più disgraziati di Amleto?
Ofelia è là, gioire, amare, sognare sì sognare perché l'amore:
L' amore è facile
Non è difficile
Si ha da succedere
Succederà.

lunedì 12 dicembre 2011

Ragazze interrotte


Oggi a scuola dei miei figli c'era la cosiddetta"didattica flessibile": una sorta di autogestione concordata con quel volpone del preside, che dirige da anni, grazie a questi sistemi di trattativa con gli studenti e a un sapiente dosaggio bastone/carota, un liceo dove non si occupa e non ci sono mai interruzioni delle lezioni.
Mio figlio, il maggiorenne di casa, se n'è bellamente impipato ed è rimasto a ronfare. Mia figlia giacobina, invece, che fa il primo e non si perde un appuntamento scolastico, un po' per suo rigore morale e d'impegno, un po' per inserirsi il meglio possibile con l'obiettivo di diventare la ragazza più popolare del liceo, si è recata di buon mattino a prender i primi posti per i corsi - organizzati dagli studenti ma tenuti da specialisti gentilmente offertisi - che aveva scelto di frequentare.
E' tornata da me all'ora di pranzo scrutandomi tra il sollevato e il guardingo.
"Mamma, sai quel corso sulle malattie mentali? Ecco. E'venuto fuori che tu hai il disturbo istrionico della personalità, associato a disturbo borderline. E ovviamente intrecciato con quello narcisistico."
Di quello narcisistico sospettavo, l'istrionico a naso lo intuivo ma non l'avevo mai analizzato nel dettaglio. Ho aperto la bibbia di noi internauti, Wikipedia.
Mi è bastato il cappello.

"La caratteristica essenziale dell'HPD è l'eccesso di emotività e ricerca di attenzione. Queste persone sono vitali, drammatiche ed entusiastiche. Possono essere tendenti alle provocazioni sessuali inappropriate e all'espressione di emozioni forti, tramite uno stile impressionistico. Sono inoltre facilmente influenzabili dagli altri.
Le persone con HPD sono descritte come egocentriche, indulgenti con se stesse e intensamente dipendenti dagli altri. Sono emozionalmente labili e tendono ad attaccarsi ad altri in contesti di relazioni immature. I soggetti con HPD si identificano eccessivamente negli altri; proiettano le loro irrealistiche e fantasticate intenzioni sulle persone con cui sono coinvolte. Sono emozionalmente superficiali per evitare sofferenze legate alle emozioni e hanno difficoltà a capire in profondità sia se stessi che altre persone. La selezione dei partner, relazionali o sessuali, è spesso altamente inappropriata. Spesso i loro partner possono avere sintomi di disordini di personalità, simili o molto più gravi dei loro."


Ecco.
Al che mi sono fatta un profondo esame di coscienza e ho mandato un SMS di scuse per una mia eccessiva reazione emotiva del week end.
Gli effetti di quest'atto mi hanno scatenato il disturbo borderline.

"Il disturbo borderline di personalità è definito oggi come disturbo caratterizzato da vissuto emozionale eccessivo e variabile, e da instabilità riguardanti l'identità dell'individuo. Uno dei sintomi più tipici di questo disturbo è la paura dell'abbandono. I soggetti borderline tendono a soffrire di crolli della fiducia in se stessi e dell'umore, ed allora cadere in comportamenti autodistruttivi e distruttivi delle loro relazioni interpersonali. Alcuni soggetti possono soffrire di momenti depressivi acuti anche estremamente brevi, ad esempio pochissime ore, ed alternare comportamenti normali.
Si osserva talvolta in questi pazienti la tendenza all'oscillazione del giudizio tra polarità opposte, un pensiero cioè in"bianco o nero", oppure alla "separazione" cognitiva("sentire" o credere che una cosa o una situazione si debba classificare solo tra possibilità opposte; ad esempio la classificazione"amico" o "nemico", "amore" o "odio",etc.). Questa separazione non è pensata bensì è immediatamente percepita da una struttura di personalità che mantiene e amplifica certi meccanismi primitivi di difesa.
La caratteristica dei pazienti con disturbo borderline è,inoltre, una generale instabilità esistenziale. La loro vita è caratterizzata da relazioni affettive intense e turbolente che terminano bruscamente, e il disturbo ha spesso effetti molto gravi provocando "crolli" nella vita lavorativa e di relazione dell'individuo."


Cazzarola.
E a 'sto punto evito di controllare i sintomi del disturbo narcisistico che è meglio.

Limelight

Di nuovo lunedì.
Dopo un'alba di burrasca, col cielo scuro come a mezzanotte, e un diluvio che faceva presagire un'intera giornata di maltempo finalmente in linea con la stagione, le nuvole si sono inaspettatamente diradate per lasciar spazio ad un sole tiepido e luminoso che ha ricollocato anche la mattinata di oggi nel solco dell'eccezionalità di quest'incredibile autunno romano.
Altrettanto inaspettatamente il mio collega Claudio non c'è, e io sono e mi sento un po' sola nella stanza vuota.
Non c'è tanto da fare, per fortuna, e io lavoro lentamente, rilassata, indolente, invischiata in un languore che assomiglia ad una tristezza dolce e quieta, appena riottosa al contatto col mondo che mi gira intorno e che ogni tanto mi richiama con una telefonata o con l'arrivo del postino, o di Kajsa che deve fare un fax, o di Vito che mi porta lettere firmate da protocollare.
Ora è entrato Nazzareno, il nostro vigilante, col caffè con la cremina che è la sua specialità.
Io tiro fuori un cioccolatino fondente dal mio cassetto segreto.
Pausa. Mi gusto caffè e cioccolatino, mi ascolto Alan Parson Project, e intanto penso a quelli che porto nel cuore.



sabato 10 dicembre 2011

Rainbow's end

E per fortuna, dagli e dagli, ci si fa il callo, le lacrime si fanno più dense e meno copiose e il dolore si stempera in un'amarezza temperata da una dolciastra disillusione.
La paura è che si attenui anche il resto. Che a lungo andare si sfilacci anche la stima, l'affetto.
Beh, peggio per te.


giovedì 8 dicembre 2011

La bella addormentata

Alla fine il corpo non ha retto più a tante emozioni e si è ribellato. Si è riattivata la mia narcolessia, di cui ho scoperto or ora dai sintomi (allucinazioni ipnagogiche, paralisi del sonno) di soffrire dalla tenera età. Per cui adesso, non appena mi sale l'ansia oltre i livelli di guardia, pam, mi si chiudono gli occhi e la testa mi vacilla. 
Beh, manco male. Non fosse che rischia di succedermi millanta volte al giorno.
Però meglio quello che un infarto, dopotutto. Basta che non mi pigli in macchina e sto a posto.

mercoledì 7 dicembre 2011

Don't answer me

In loop da tre giorni. Sistole e diastole. Trepidazione e serenità. Pena e gioia. Lucidità e confusione. Luce ed ombra. Sole e nebbia.
A parte questo, è proprio una bella canzone.



If you believe in the power magic, I can change your mind
And if you need to believe in someone, turn and look behind
When we were living in a dream world, clouds got in the way
We gave it up in a moment of madness
and threw it all away

Don't answer me, don't break the silence, don't let me win
Don't answer me, stay on your island, don't let me in
Run away and hide from everyone
Can you change the things we've said and done? 

If you believe in the power of magic, it's all a fantasy
So if you need to believe in someone, just pretend it's me
It ain't enough that we meet as strangers I can't set you free
So will you turn your back forever
on what you mean to me? 

Don't answer me, don't break the silence, don't let me win
Don't answer me, stay on your island, don't let me in
Run away and hide from everyone
Can you change the things we've said and done?

venerdì 2 dicembre 2011

Avec le temps

Chissà se fra qualche anno ripenserò a questi giorni scuotendo la testa, sorridendo di retrospettiva tenerezza per la piccola sciocca Cri che fui.