Di nuovo lunedì.
Dopo un'alba di burrasca, col cielo scuro come a mezzanotte, e un diluvio che faceva presagire un'intera giornata di maltempo finalmente in linea con la stagione, le nuvole si sono inaspettatamente diradate per lasciar spazio ad un sole tiepido e luminoso che ha ricollocato anche la mattinata di oggi nel solco dell'eccezionalità di quest'incredibile autunno romano.
Altrettanto inaspettatamente il mio collega Claudio non c'è, e io sono e mi sento un po' sola nella stanza vuota.
Non c'è tanto da fare, per fortuna, e io lavoro lentamente, rilassata, indolente, invischiata in un languore che assomiglia ad una tristezza dolce e quieta, appena riottosa al contatto col mondo che mi gira intorno e che ogni tanto mi richiama con una telefonata o con l'arrivo del postino, o di Kajsa che deve fare un fax, o di Vito che mi porta lettere firmate da protocollare.
Ora è entrato Nazzareno, il nostro vigilante, col caffè con la cremina che è la sua specialità.
Io tiro fuori un cioccolatino fondente dal mio cassetto segreto.
Pausa. Mi gusto caffè e cioccolatino, mi ascolto Alan Parson Project, e intanto penso a quelli che porto nel cuore.
E io alla stessa ora a cercare una pandina rossa nei paraggi.
RispondiEliminaStamattina era parcheggiata su Via Conte Verde, sotto le finestre della scuola materna...
RispondiElimina(Claudio è arrivato tardissimo, alle 11, ma ora è qui con me. E, come Aldo ben sa, il cielo si è riannuvolato e ha piovuto di nuovo pure un po')