mercoledì 23 novembre 2011

Parlaci dei figli



Ho sempre amato le parole di questa poesia, sin da quando non avevo ancora figli.
Mi sembravano referenti di una verità tanto solare, tanto semplice, tanto essenziale.
Avrei poi scoperto quanto è impegnativo e doloroso doverle accettare di volta in volta nelle circostanze della vita.
Quanto brucia imprimersele nella propria carne.

E' una sofferenza straziante tendersi ad arco. Soprattutto quando non sei mai stata freccia.
Però non hai alcuna altra scelta. Se non quella di trovarvi l'intrinseca gioia.

5 commenti:

  1. Quanta verità in questa breve poesia letta da
    Arnoldo Foà.
    Ne so qualcosa poichè ho un solo figlio, adesso di 52 anni, che è il mio sostegno in tutti i sensi.
    Grazie di averla postata Cri,
    aldo.

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  2. Grazie a te di averla letta insieme a me.
    ***

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  3. Che bello vedere il coraggio verso la poesia.

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  4. Non avendola ancora provata, la paternità mi si presenta come un oggetto misterioso. Non so nemmeno se la desidero...

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  5. Bomba, l'esser genitore è una cosa che non si sceglie né si programma, si deve improvvisare e attuare in assoluta incoscienza, altrimenti sì che è davvero una catastrofe, credimi.

    Simone, vorrei aver lo stesso coraggio in altre situazioni. Nelle relazioni tra le persone, ad esempio...

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