Oooooh! Vedi, quello che ad una bambina quale per metà io ancora sono sembra una montagna invalicabile invece si rivela, all'atto pratico, una manciata di ghiaia che scagliata lontano subito non si vede più! Come mi sento bene, adesso! Grazie ad Aldo ed endi e Ambra e ad Alberto che mi ha dato la spinta finale, a Luz, a Utopia e Roberta su FB e al mio fratellone GAS che si è discretamente affacciato a supportare, ho fatto fuori senza sensi di colpa (per la mia tendenza a dubitare di me stessa e delle mie percezioni) una scorietta che da mesi mi tormentava come un sassetto nella scarpa, insomma, uno di quei piccoli fastidi che ti danno più noia di un dolore plateale. E siccome mi sento sollevata oltre ogni dire, e saltello giuliva come un coniglio di Pasqua, per ricompensarvi dell'aiuto prezioso che mi avete dato voglio raccontarvi quello che m'è successo giovedì scorso, otto giorni fa (quasi nove, in questo momento).
(Qualcuno ne è già stato messo a parte discretamente, in separata sede, per il mio pudore di una cosa tanto bella. Ma stanotte sono su di giri e non me la tengo, proprio)
(Qualcuno ne è già stato messo a parte discretamente, in separata sede, per il mio pudore di una cosa tanto bella. Ma stanotte sono su di giri e non me la tengo, proprio)
Dunque, giovedì scorso finisco il post infarcito del guazzabuglio di Lacan Quasimodo ed Eurythmics ed esco nel tardo pomeriggio romano. Digiuno per dimagrire e depurarmi dal venerdì precedente, e i crampi allo stomaco sono diventati un sottofondo pulsante che scandisce le mie ore e mi ricorda che il mio corpo è vivo, e io con lui. Il caldo infernale della giornata adesso, alle sette e mezza, si sta tramutando in un tepore dolce, quasi gradevole.
Percorro Via Conte Verde ripensando alle parole della canzone intrecciate alle mie parole, e alla struggente pace che m'è scesa dentro nel cavarmi fuori quella sincerità di pensieri, e non appena arrivo a Piazza Vittorio all'improvviso qualcosa esplode dentro di me. Tutta la commozione di cui ero già gravida camminando si è andata progressivamente tramutando in tenerezza, quella tenerezza per me stessa e i miei simili che conosco bene per averla spesso provata. Solo che stavolta non finisce così, e il sentimento continua a mutare, ad evolversi, è come se mi si ingigantisse dentro, come un seme che crescendo ad un ritmo esponenziale diventi subito una sequoia. E io, tirata in alto da quella chioma immensa che mi si erge nell'anima, il cui tronco si ancora al suolo, mi sento sollevare da terra, lieve come una nuvola, eppure traboccante di una felicità così assoluta e purissima che mi rende concreta, forte e salda al centro della scena.
E' una sorta di attacco di panico al contrario, che invece di annientarmi mi esalta, e annienta, invece, ogni mia paura, facendomi sentire bene come mai mi sono sentita, tranne (ma in maniera più approssimativa, persino quella meno netta e fulgida di questa di ora) quando ero innamorata. E allora mi spavento e d'istinto vorrei richiuderlo, questo cuore che mi si è spalancato, perché, mi domando turbata, mica sarò finalmente caduta nel transfert? E allora cerco di resistere, e nel frattempo sondo con cautela il pensiero di Edoardo, e mi rendo conto che sì, cazzarola, ne sono davvero innamorata, dei suoi occhi chiari, del suo sorriso buono, del suo abbraccio caldo, ma non più di quanto non lo sia, in questo istante, di quella donna lì alla bancarella delle borse, di quel ragazzo che fa jogging, di questa mandria di ragazzini caciaroni che mi sta passando accanto. Tutto e tutti sono trasfigurati, per me, in un unico oggetto d'amore grande quanto l'universo, e io sperimento dentro la carne l'espressione della poesia di Quasimodo, perché proprio quello mi sta accadendo, di esser trafitta da un raggio di sole. Sola sul cuore della terra, ma trafitta da un raggio di sole, ed è subito sera. E mi rendo conto che i due estremi della poesia sono essenziali per l'inverarsi della condizione di centro: che solo accettando la propria solitudine e la propria caducità si può provare l'ebbrezza della trafittura di un raggio di sole. E siccome io questo ho appena fatto, questo ora mi accade.
Con questa calma, infinita gioia che mi sospinge, senza fretta, nel frattempo mi ritrovo all'entrata del Colle Oppio, la più degna cornice che si possa concepire per questa estasi. Passo accanto alla Domus Aurea e nello scollinare il viale comincia a venirmi incontro il primo cerchio del Colosseo, immerso nella nebbia d'oro della luce del sole basso all'orizzonte. E' troppo, mi dico, questa è un'esperienza mistica, Domine non sum digna. Esulto come i salmisti dell'Antico Testamento, come nel Cantico dei Cantici c'è miele e latte sotto la mia lingua, i miei occhi sono colombe, nastro di porpora sono le mie labbra che stillano nettare, il mio collo è la torre di Davide, e miei germogli sono un paradiso di frutti squisiti, cipro e nardo e zafferano e cannella e cinnamòmo, fontana che irrora i giardini, pozzo d'acque vive.
Il tutto dura una mezz'ora scarsa, poi pian piano si attenua fino a sparire, e io torno dolcemente, gradatamente, sulla terraferma, rinvigorita. E mi dico che se anche trenta minuti così mi capitassero ogni dieci anni basterebbero e avanzerebbero per dare senso e motivo alla mia esistenza, all'esistenza di tutti.
Il tutto dura una mezz'ora scarsa, poi pian piano si attenua fino a sparire, e io torno dolcemente, gradatamente, sulla terraferma, rinvigorita. E mi dico che se anche trenta minuti così mi capitassero ogni dieci anni basterebbero e avanzerebbero per dare senso e motivo alla mia esistenza, all'esistenza di tutti.
Sono riempita e invasa dalla gioia
Ci deve essere un angelo
che gioca con il mio cuore."
Si vede che è capitato pure agli Eurythmics...
No-one on earth could feel like this.
I'm thrown and overblown with bliss.
There must be an angel
Playing with my heart.
I walk into an empty room
And suddenly my heart goes "boom"!
It's an orchestra of angels
And they're playing with my heart.
(Must be talking to an angel)
No-one on earth could feel like this.
I'm thrown and overblown with bliss.
There must be an angel
Playing with my heart.
And when I think that I'm alone
It seems there's more of us at home.
It's a multitude of angels
And they're playing with my heart.
(Must be talking to an angel)
I must be hallucinating
Watching angels celebrating.
Could this be reactivating
All my senses dislocating?
This must be a strange deception
By celestial intervention.
Leavin' me the recollection
Of your heavenly connection.
I walk into an empty room
And suddenly my heart goes "boom"!
It's an orchestra of angels
And they're playing with my heart.