lunedì 10 giugno 2013

Un inverno da baciare


Ha lentamente languito anche la fine di questa domenica stagnante, imbronciata di nubi e di vento, e poi arresa nel tardo pomeriggio al sorriso di un pigro, lento, dolce tramonto del sole.
Ho passato un sabato pesante, oppressivo, con lo spirito solo a tratti liberato dopo la pulizia di un bello scoppio di pianto. Ma subito gioconda, in quei tratti, lustra, nitida, assolutamente serena, guizzata su dal mare procelloso come un delfino, o una sirena, che combattono agili e sinuosi contro, e in, un elemento familiare, conosciuto e riconosciuto.
Sono stata al cinema da sola, a gustarmi col piacere di una bimba al luna park l'ultimo Sodebergh, un thriller mefitico e mordente al punto giusto, dove come nelle migliori fiabe i buoni fessi diventano malefici vendicatori e le furbissime streghe vengono sputtanate e punite come meritano. Poi come Jep Gambardella - lui solo a piedi, io in compagnia della mia bellissima Agila - ho fatto un bel girotondo per le strade decongestionate e illuminate, assaporando la supplementare magia dell'aria del sabato sera nell'usuale magia dell'atmosfera di Roma e riflettendo quieta e silenziosa su me stessa.

E ora, che è di nuovo notte, la notte di un giorno costellato di innumerevoli minuscole tempeste in un bicchier d'acqua a cui comincio a reagire con sempre maggior fiacchezza ed indifferenza e incastonato come una tiara di diamanti di altrettante piccole purissime gioie, chiudendo FaceBook prima di dormire scopro sulla bacheca di una delle Grandi Donne che mi onoro di conoscere il link de I treni a vapore, e un flusso di ricordi dolceamari mi investe soffice, senza travolgermi.
L'ho amata tanto, questa canzone, col suo ritmo che simula lo sferragliare del treno sui binari, e la sofferenza a cui faceva da soave sottofondo, e da cui mi scuoteva e rincuorava.

"Quest'inverno passerà" ha scritto Alessandra, estrapolando la frase dal testo del suo ritornello, probabilmente in riferimento al tempo meteorologico e metaforico in cui stiamo vivendo.

Curiosa coincidenza: nel pomeriggio, mentre da sola guardavo da dietro i vetri il sole basso e morbido all'orizzonte, anch'io avevo pensato ad una canzone che parlava d'inverno.
Un'altra canzone che mi piace tanto.
La posto perché io così piuttosto ora mi sento, e mi raffermo in questo sentire sempre più, in particolare se estrapolo questi altri versi da quest'altro ritornello: "Io sono qui a dirti che non ho più paura".

Ora non voglio più che passi quest'inverno, io lo voglio baciare.

(Buonanotte)

8 commenti:

  1. Un testo breve questo post, ma così poetico.
    Così poetico da essere struggente.
    Ti vedo scendere negli abissi e risalire, ogni volta con un piccolo pezzo di forza in più.
    In fondo, uno splendido fine settimana il tuo.

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    1. Hai ragione sulla tua conclusione: e anche sulla tua analisi precedente alla conclusione :)
      :*

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  2. Ciao dolcissima e pensosissima Cri, sono tornata a casa da un giorno Pian piano mio scrollo di dosso l'atmosfera romana e non vorrei farlo.
    Un abbraccio soleggiato e ventoso...mi piace da morire questo clima; anche se, lo so, non ha molti estimatori.

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    1. Ormai avrai visto più Roma di me, carissima Sandra! E la tua benefica influenza sicuramente è stata determinante nella meravigliosa giornata di oggi, quella del bene contro il male :D
      :*

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    1. Grazie!
      Buon inizio anche a te, e che continui così, sempre bene!

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  4. Gentile Signora CRI, mi spiace tantissimo contraddirlLa ma io, che sono freddoloso sin da quando alloggiavo nel ventre di mia madre, l'inverno lo schifo proprio.
    Distinti ossequi
    Suo devotissimo aldo.

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    1. Se fa freddo puoi coprirti. Mica come quando il caldo torrido estivo ti maciulla, ché non puoi mica toglierti la pelle ;)
      L'inverno è da rivalutare, in tutti i sensi.
      I miei rispettosi abbracci.
      Sua pregiatissima Cri ^_^

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