L'avranno visto tutti in rete, ormai, questo video che riprende l'ultima esibizione dell'Orchestra sinfonica della televisione pubblica greca, a seguito della decisione governativa della chiusura della Ert, appunto l'omologa greca della Rai. Tutti avranno visto le lacrime che scorrono sul viso della violinista bionda, e poi il dolore struggente su quello della corista bruna, mentre canta l'inno nazionale, e tenta di sostenere la sua compagna accanto che non ce la fa e si piega, come spezzata in due.
Io l'ho visto stamane, e le lacrime hanno preso a scorrere anche sulle mie guance, in sincrono con quelle che vedevo sgorgare dagli occhi delle due artiste. Lacrime di dolore, di emozione, di commozione intensa e sincera.
Perché tocca i punti più profondi di me stessa. Perché mi sconvolge quasi più di ogni altra immagine o notizia sulla crisi, i disordini di piazza, i suicidi, i disperati che restano senza lavoro. Perché ne canta, letteralmente, lo strazio che suscita nella carne di esseri viventi, lo rappresenta meglio di tutte le parole del mondo.
Perché ti possono anche levare il pane di bocca, attenteranno alla vita del tuo corpo.
Ma quando arrivano a levarti la musica, ti stanno tagliando un pezzo di anima.
Perché ti possono anche levare il pane di bocca, attenteranno alla vita del tuo corpo.
Ma quando arrivano a levarti la musica, ti stanno tagliando un pezzo di anima.
Quello commesso nei confronti della Grecia è un crimine perpetrato dalla peggiore europa che potessimo sognare. Non era questo il sogno europeo, non era la soppressione di un popolo, della sua storia, della sua cultura e della sua gente. La lacerante ferita nel tessuto sociale greco rimarrà come un marchio d'infamia sulla storia di tutti i paesi europei, compreso il nostro per tutte le volte che ogni imbecille, a qualsiasi titolo, anche il più alto, si è sentito in dovere di dire "noi non siamo la Grecia". E' una frase che toro odiosa e imperdonabile. Pagheremo questa distinzione, l'europa pagherà questo crimine.
RispondiEliminaAntonio, non so come ringraziarti per questo tuo commento amaro, vigoroso e appassionato. Tu hai tradotto in parole incisive e vibranti il groviglio di emozioni che ho provato nel vedere il video. Davvero grazie di questo dono.
EliminaNon l'avevo visto prima.
RispondiEliminaFa male al cuore vedere il viso straziato della violinista sull'onda di una musica struggente e malinconica. E quando sono iniziate le prime note dell'inno nazionale mi ha preso un nodo in gola.
E' esattamente quello che ho provato io. E nel dolore dà un senso di forza incredibile sentire di essere in sintonia così profonda con altri esseri umani. Ti fa pensare che noi, le ragazze greche, tutte le creature umane, possiedono una sorta di nucleo invincibile con cui affrontare qualsiasi avversità. :*
EliminaNon mi vergogno, lo confesso, anche a me sono spuntate le lacrime perché di mancanza di lavoro si può anche morire came dici bene tu ma quando ti tolgono la musica e, permettimi di precisarlo, quella delle grandi orchestre di musica classica, lirica, sinfonica allora è davvero finito tutto.
RispondiEliminaMia personalissima opinione.
Per una volta, Aldo, la tua personalissima opinione coincide in tutto e per tutto, con esattezza millimetrica, con la mia :)
EliminaDavvero commovente, quasi straziante. Però sembra si sia aperto uno spiraglio.
RispondiEliminaSì, è vero. Ho letto anche, qualche giorno fa, che il noto compositore Mikis Theodorakis aveva intenzione di "adottare" l'orchestra, adoperandosi per trovare ingaggi anche fuori dalla Grecia. Resta comunque la tragedia che Antonio descrive con tanta passione e precisione nel suo commento, e di cui questa vicenda è immagine viva e dolente.
EliminaSì, è davvero straziante. Tremo per la Grecia, dove ho amici carissimo. Ma anche per tutti noi.
RispondiEliminaHai ragione, Sandra cara. Sono convinta che non abbiamo ancora visto tutto...
EliminaPurtroppo questa non è l'Europa dei popoli, ma una dittatura oligarchica ed economica al servizio dei poteri forti.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Speriamo in un ravvedimento. Io ci credevo e ci credo, all'Europa dei popoli. :)
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