sabato 9 novembre 2013

Volver


"Era mio desiderio rimanere tuo amico: ero diventato un peso?"

Torna così, nell'ulteriore puntata della telenovela virtuale che mi vede protagonista, con quest'afflitto appello inflittomi a mezzo messaggio privato su FaceBook (a cui non risponderò) insieme ad una nuova richiesta di amicizia (che non accetterò), il provolone che a luglio ho accannato.

Torna a casa Aldo, e il fausto evento risolve il mio blocco di scrittura.
Torno, per conseguenza, io, a imbrattare l'etere con un mio post.

Torna con mia grande gioia a salpare, superstite lupo di mare dopo il naufragio, lei.
Torna anche lei: a trovarmi presto, con altrettanta mia grande gioia.
Torna oltralpe lei, dopo avermi fatto passare un sabato pomeriggio pieno di ulteriore grande gioia.

Tornano poi, repentinamente, le mie paturnie: al termine di una seduta di terapia impegnativa, dove ho coperto un nuovo tratto dell'ostico percorso nella giungla della mia psiche facendo un passo avanti e mettendo il piede su un altro serpente a sonagli.
Tornano a ruota - a tradimento, assurdamente cagionate da una frase rivoltami a sorpresa tra il lusco e il brusco che è un uppercut per la mia guardia abbassata a causa delle paturnie del ritorno precedente - le ossessive voci di dentro che ripetono "Vergogna, vergogna, cattiva bambina, cattiva bambina!" costringendomi a nascondere il viso, a coprirmi gli occhi lacrimosi.
Torna simultaneamente indietro il tempo fino ai miei quattro, cinque anni di età. Torna, prepotente, il peso sull'anima, l'insopportabile senso di ingiustizia, il vano e disperato tentativo di difendersi, di reagire gridando le proprie ragioni con smodata inservibile passione, subito smorzata dalla solita coatta desistenza. Torna la confusione mentale, lo smarrimento, lo scoramento per la propria inettitudine, incompetenza, inanità.

Dopo però torna la quiete, la lucidità. Torna il presente. Torna a subentrare la ragione, il distacco, la distanza da quel passato lontano che torna a sdoppiarsi, cessando di sovrapporsi agli eventi attuali.
E poi, in ultimo, torna, a dissipare gli ultimi echi di malessere, il sorriso nel leggere una mail benevola, benedetta, che riconsola, rialza, rimette in moto.

E adesso, tra poche ore, Milano.

Tutto torna e io, finalmente, sono pronta a partire.

16 commenti:

  1. Cara Cri, tutto torna e tutto va, restiamo come possiamo su una barca con le vele strappate ma è la nostra barca e non ne abbiamo altre. Lascia che passino i marosi, anche quelli delle intemperanze di chi, come me, si schermisce anche per i complimenti. Non ho patenti da dare per nessuna guida ma un consiglio sento di esprimere, non ti curare dei "contatti" della rete come ti cureresti degli amici in carne, ossa e affetti. Buon fine settimana.

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    1. Antonio, non è solo un curarsi dei contatti della rete, è un curarsi di me stessa. Proprio perché è una mia debolezza intrinseca, retaggio dell'educazione che mi hanno ammannito e che diceva "devi essere acquiescente per essere amata e accettata" detesto fare i complimenti, li vivo come un'offesa e un insulto alla mia anima, prima ancora che alla mia intelligenza: non so come spiegarmi, è come se fossi di nuovo costretta nella coercizione della mia prigione, con le mandibole strette dalla museruola, le zampe bloccate dalla tagliola. Sai qual è la cosa che mi ha mandata fuori di testa mercoledì scorso durante la seduta di psicoterapia? Un esercizio ridicolo che Edoardo mi ha fatto fare: spalancare occhi e bocca. A parte la vergogna immensa di dover stare a fare quella faccia ridicola, non riuscivo proprio fisicamente a mantenere la posizione, la mascella pian piano si chiudeva fino a scattare contro le ossa superiori. E' bastato questo per scatenarmi reazioni di pianto, di rabbia, di dolore assurdo. Io non ho mai potuto esprimermi in libertà, ho sempre dovuto tenere la bocca chiusa per evitare guai, esplosioni di furia varia, tragedie di ogni tipo, fin da quando ero piccolissima, davanti ad individui che invece erano adulti, e adulti che, in linea teorica, dovevano essere quelli che per diritto naturale dovevano preoccuparsi della mia salute, tutela e sopravvivenza. Così, per una magica concatenazione di cause, esco, anzi, mi immergo in questa pastoia in cui mi dibatto, appunto, da mercoledì, e in successione mi concedo il diritto di essere spontanea - tra l'altro con educazione e in maniera discreta, non invasiva di alcunché, visto che il tutto è avvenuto asetticamente qua dentro - perché quel commento, per quanto sopra esplicato, tutto voleva essere meno che un complimento - e paf, ottengo quel riverbero fantastico, quasi magico, perfetto per il riaggancio alla tremenda situazione pregressa in cui mi trovo, proprio adesso, di nuovo infangata. Capisco che sono stronzate, eh. Ma davvero, non è immaginabile come ci sono rimasta. Ci ho percepito - sicuramente a torto, sicuramente per mie proiezioni - aggressività, rifiuto; ribadisco, è stato un momento di "grazia" all'incontrario, in altri frangenti magari manco ci avrei fatto caso, ma in questa particolare circostanza psichica ci sono rimasta trafitta: più che un uppercut mi ha fatto l'effetto di un colpo basso. Nella realtà io sono una persona falsamente estroversa: sono affettuosa con tutti, ma non concedo davvero me stessa a nessuno. Dunque non so fare differenze tra contatti reali e virtuali, non è che investo emotivamente o affettivamente di più qua dentro rispetto a fuori. Semplicemente, mi sono sentita attaccata, ripeto, probabilmente per un mio essere momentaneamente già fuori combattimento di mio, in un modo che mi ha riattivato dolorosamente ansie e vergogne lontane, facendomi risanguinare una ferita che si era già scucita in terapia. Magari è un bene, anzi, senz'altro lo sarà. Però io non sono più la bambina di allora, se ora mi ribello. Tutta la vita ho detto "bisogna capire chi mi tratta male, avrà le sue ragioni"; ma ora invece non riesco a far tacere la voce che mi dice "certo, sicuro: ma le tue, di ragioni? Chi le capisce?"
      Ecco, io penso che le mie ragioni valgano quelle altrui, ora. E serenamente, semplicemente, ammetto che questo episodio mi ha fatto male. :)

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    2. Cri, mi spiace, lungi da me il voler ferire ma voglio essere chiaro, io voglio solo un sano scambio di opinioni, da pari a pari, e se ho risposto così (male, lo confesso e me ne scuso) è perché troppo spesso mi si dice che i miei post sono ricchi di ragionamenti, sono scritti bene, ecc ecc, con il risultato di fare il pieno di complimenti e ritrovarmi solo senza nessuno con cui scambiare qualche idea. Da qui nasce la mia allergia ai complimenti. Tu sei una delle poche persone con cui posso argomentare e voglio che lo scambio, se vorrai continuarlo, avvenga da pari a pari e se i tuoi argomenti sono da "due soldi" anche i miei lo sono.

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  2. Qui Milano. Ti stiamo aspettando a braccia aperte con tutte le sofferenze e le gioie che hai dentro l'anima e nel cuore. Abbrracciandoti, abbracceremo tutto, certi che per un giorno svetterai in alto, dimenticando il libro delle facce, come dice Sandra, e risalendo dal profondo del pozzo.

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    1. Ambra! Ne sono più che sicura. Grazie!
      E ora corro, se no perdo il treno ^_^

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  3. Torna a Sorriento Torna sta casa aspetta a tte, abbasta ch'aritorni da Milano.
    Io, te lo dico forte e chiaro, aspetto te. Ma soprattuto salutami con un grande abbraccio i - le blogger che mi conoscono ed anche gli altri.
    Tu sei prontissima ad affrontare tutto altro che storie.
    Un abbraccione,
    aldo.

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    1. Ciao carissimo, è una gioia rileggerti; ci mancherai tantissimo domani e ti fischieranno sonoramente le orecchie dal gran parlare di te che faremo!

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    2. Ma certo che parleremo di te, ragazzo!!! Figuriamoci ;)
      mi caricherò degli abbracci di tutti, che ti trasmetterò di persona al mio ritorno a Roma. Ti va bene martedì sera? Ho terapia mercoledì, dunque martedì resta libero per un altro incontro con un uomo fascinoso ;)
      :*

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  4. Mai stato a Milano.
    Fammi sapere com'è.

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    1. Io ci sono stata una volta sola, nel 1994, quando tu portavi i pannolini.
      Ti farò sapere, Dan. Tu invece fammi sapere com'è andato l'incontro con Paolo e gli altri spinozi, mannaggia.

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  5. ...e io, noi... prontissimi a rivederti . A domani , nella magnifica Milano!

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    1. Sandra carissima; sì!!! A domani. Comincio a portarmi avanti coi baci e gli abbracci: :*****************************

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  6. C'è un gran bisogno che rimangano in pista, le persone belle come te. E come Aldo!
    (siete fra l'altro la dimostrazione che alcuni contatti di rete valgono come e più di quelli de visu... ma non pensare che adesso io stia facendo l'elogio di fessobukko: anche qui bisogna saper essere MOLTO selettivi...)

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    1. Eh, carissimo Nick, ti confido un segreto: i contatti di rete non sono tutti uguali: quelli di fessobukko, un rullo compressore che gira e ricicla e macina ogni cosa senza interruzione, per larga parte sono fasulli; ma quelli che si stringono sui blog sono un'altra cosa ;)
      Grazie, davvero :)

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  7. Di ritorno da Milano,rinnovo la mia soddisfazione per la guarigione di Aldo, che è un grande!

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    1. Glielo dico sempre io, che è un piccolo grande uomo ^_^
      (Alla prossima, Costantino: è stato davvero un piacere discorrere con te!)

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