Dio mi ha creato per essere bambino, e mi ha mantenuto sempre bambino. Perché mai ha permesso che la Vita mi picchiasse e mi rubasse i giocattoli, e mi lasciasse solo durante la ricreazione, a spiegazzare con mani così deboli il mio grembiule azzurro, sporco di lunghe lacrime? Se non mi era possibile vivere senza carezze, perché hanno buttato via la mia tenerezza? Ah, ogni volta che vedo per la strada un bambino che piange, un bambino esiliato dagli altri, mi fa più male della tristezza del bambino nel dolore sprovveduto del mio cuore esausto. Mi addoloro con tutta la statura della vita sentita, e sono mie le mani che stringono la cocca del grembiule, sono mie le bocche storte dalle lacrime vere, è mia la debolezza, è mia la solitudine, e le risate della vita adulta che passa mi consumano come luci di fiammiferi strusciati sulla rugosa stoffa del mio cuore.
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RispondiEliminaSai Cri, mi capita sempre più spesso di non leggere - o di non saper leggere - attentamente i post motivo per cui mi astengo dal commentare.
RispondiEliminaCapita anche a me. Non preoccuparti... Il fatto di leggerci reciprocamente ci tiene comunque uniti. Un bacio :)
RispondiEliminaDio è un'aspra matrigna, che purtroppo non ha lo scopo di insegnarci nulla. È cattiveria gratuita.
RispondiEliminaFacciamo nostre le lacrime dei bambini, capiamo la loro disperazione, per non ripetere gli stessi sbagli. E non farli piangere più.
Per me è il contrario, AGO: l'aspra madre matrigna che mi ha generato e cresciuto è stata Dio. Perciò queste parole di Soares/Pessoa avranno sempre risonanza dentro di me :)
EliminaChe meraviglia...triste
RispondiEliminaLe due cose non si escludono...
EliminaNon credo che Dio esista, ma il brano mi ha solleticato in modo piacevole il palato. Un saluto!
RispondiEliminaGrazie! Ricambio :)
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