I periodi di tempo sono qualcosa di strano e di contraddittorio, riguardo allo spirito. Sarebbe ragionevole supporre che un periodo di vita abitudinaria e priva di avvenimenti debba sembrare interminabile. Dovrebbe essere così, eppure così non è. Proprio i periodi noiosi e senza avvenimenti sono privi di durata. Un tempo spruzzato d'interesse, ferito da una tragedia, spaccato in due dalla gioia: questo è il tempo che sembra lungo al ricordo. E a pensarci su, è giusto. Dove non ci sono avvenimenti, non ci sono pali a cui appendere la durata. Dal nulla al nulla non vi è tempo di sorta.
Non sono molto d'accordo con le affermazioni di Steinbeck, anche se molto suggestive. Per me il tempo del mio passato più lontano che è stato talora ferito da tragedie o anche addormentato nella noia è il tempo più lungo. Ieri e oggi si è incredibilmente accorciato. Credo non sia tanto la ricchezza e vivacità di avvenimenti a dare la misura del tempo, ma piuttosto la lontananza o la vicinanza alla inesorabile fine.
RispondiEliminaCredo di provarla anch'io questa sensazione. Anzi, l'ho provata per la prima volta a sei anni, quando, guardando fuori da una finestra, mi ha fulminato improvvisa la consapevolezza: "ho già sei anni, come passa il tempo".
EliminaL'ho condiviso, questo brano, perché mi ha fatto riflettere parecchio ai miei anni di latenza, di sonnolenta e ovattata inconsapevolezza dei dolori che mi portavo dentro: gli anni che avrei dovuto conservare nello scrigno dei miei ricordi più preziosi perché coincidono con quelli in cui ero madre di due bambini che crescevano, e che invece scopro di aver vissuto senza portarmene dietro memoria, per come la mia vita si era improvvisamente assestata su una sorta di ottusa beatitudine, senza scossoni, come se io non fossi la loro madre, ma una bambina loro coetanea...
Il tempo è una di quelle categorie flosofche che si presta a mille interpretazioni e suggestioni. Forse il "trucco" sta nel non rimpiangere il passato, ma godere del fatto che qualcosa sia accaduto e che magari, potrà ancora accadere.
RispondiEliminaNon so se sia una categoria filosofica, a me pare piuttosto una dimensione incommensurabile che noi cerchiamo di scansionare con i nostri inadeguati e convenzionali mezzi umani. E per quanto mi riguarda non ho mai avuto rimpianti. Ho cinquant'anni e sono inebriata dallo scorrere del tempo attraverso il quale sono passata. E ho imparato che nella stasi c'è il malessere - è un po' quello che vuole significare Steinbeck - mentre nella fluidità c'è il movimento. E dove c'è movimento c'è novità continua, e ad ogni sistole corrisponderà una diastole, ad ogni tristezza un gaudio, ad ogni dolore una gioia, in questa nostra instabile, precaria e per questo bellissima esistenza terrena :)
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