Roma quanto sei stupida stasera, in cui io, in missione per conto della giacobina, dopo l'ufficio invece di andare a casa devio verso il tuo centro, parcheggio sotto la lama del sole al tramonto all'angolo con Piazza della Pilotta e mi avvio a piedi verso l'ex Rinascente ora Zara di Via del Corso seguendo il solito tragitto che passa per Fontana di Trevi e Galleria Colonna, quello che le mie gambe hanno percorso migliaia di volte da quando sono su questa terra, perdendo magicamente peso e fatica ad ogni falcata.
Quanto sei stupida, Roma, quanto sei ruffiana, quando meno di un'ora dopo esco dalla Feltrinelli e poi anche dalla Galleria, ingolfata di pacchetti di profumi e di libri, e mi incammino a ritroso su quelle tue pietre accumulando, un piede dietro l'altro, le mie ennesime impronte sopra al minutissimo puzzle degli altri miliardi di miliardi di passi perduti e ritrovati, presenti e passati, di estranei sconosciuti che ti hanno calpestata, di persone care che m'hanno camminato accanto, un anno, due anni fa, o dieci, o trenta, ed è frattanto sceso su di te il manto della notte, un manto scuro così celeste, e nell'aria c'è una freschezza lieve che solo qui da te, di sera, in aprile può aleggiare, una freschezza che ti lucida e ti rimette a nuovo come fossi stata costruita oggi, come se non t'avessi mai attraversata prima d'ora, come se tu ti schiudessi al mio passaggio per la prima volta; un senso di non so che aspettativa di felicità, che trasfigura come un incantesimo le facciate in ombra dei palazzi e i volti dei turisti divenuti tutti così familiari, così perfettamente inseriti nel quadro che mi circonda, come se non ci fosse altro posto nel mondo più adatto a loro di questo, come se fossero sempre vissuti qui con me, come se la loro espressione competente, l'accuratezza nello svolgimento del loro ruolo, si stemperasse in un languore segreto e morbido che è lo stesso mio, che è lo stesso loro. Dalla centralità del mio essere volgo lo sguardo in giro, e vedo tutti gli uomini belli, e bellissime le cosce delle ragazze sfiorate da stoffe svolazzanti, sorelle delle mie, che paion anche loro rinvigorite da stamane, quando sono riuscita ad infilarmi uno dei tubini che non mi entravano più scoprendo giubilante una sorta di salto a ritroso del tempo, e così pure del mio girovita, e che ora ondeggiano nelle mie calze color perla tra il biancore di tutta quella massa di carne giovane discretamente indistinguibile dalla mia.
Quanto sei stupida, Roma, quanto puttana, nel danzarmi intorno corteggiandomi così, come se fossi per te unica e speciale quanto tu lo sei per me e per qualche altro centinaio di milioni di persone, insinuandoti nel mio cuore fino a spaccarlo in due come un cocomero maturo, e inondandolo d'amore, amore immenso, totale e appassionato, e di gioia purissima, e fierezza inesprimibile, nel sentirti mia, mia, parte delle mie viscere, sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa, e nel farmi pensare inebriata che non sono mai stata innamorata di nessuno come lo sono di te, che tu, solo tu, sei il mio solo uomo e la mia sola donna, e uguale io per te, e che questo è un miracolo che si rinnova di anno in anno, da prima che io esistessi, quando tu invece c'eri già, e anche quando io sarò finita, e tu continuerai ad esserci ancora.
Un altro sole, quando viene sera
Sta colorando l'anima mia
Potrebbe essere, di chi spera
Ma nel mio cuore è solo mia!
E mi fa piangere e sospirare
così celeste, she's my baby
E mi fa ridere, bestemmiare,
E mi fa ridere, bestemmiare,
e brucia il fuoco, she's my baby
Affascinato da questo tuo innamoramento felice.
RispondiEliminaLa qual cosa accresce il mio innamoramento :)
EliminaCosì Romantico. Questo tuo cantico d'amore. Mentre lei in silenzio ti circonda, accompagna i tuoi passi con le sue strade, ricambia il tuo amore con la sua luce, carnale come le cosce che si aggirano in lei. Eterna. Qualunque uomo rimarrebbe sconvolto, affascinato, come dice Alberto, se a lui fosse rivolta questa tua indimenticabile canzone d'amore.
RispondiEliminaAh, Ambra mia, come sono sempre rivelatrici della mia anima le tue parole: mentre mi aggiravo commossa ed esultante al riparo dello splendore dei suoi palazzi ho pensato a quanto avessi frainteso le mie emozioni, ogni volta che le avevo provate assieme a qualcuno in qualche angolo di Roma. Ora ho l'impressione che in quei frangenti a dilatarmi il cuore non fosse tanto la compagnia, quanto, semplicemente, Roma stessa :)))
EliminaMi mancate tutte e due.
RispondiEliminaAh, Bionda, non devi dire queste cose ad una matura signora che la primavera quest'anno ha intenerito oltre misura <3 <3 <3
EliminaDa milanese/nordeuropea che ha Roma nel cuore da quando aveva sedici anni, non posso altro che dire: capisco <3
RispondiEliminaMarti, condivido con te quest'amore con gioia e senza gelosie: Roma ne ha più che a sufficienza per contraccambiare senza problemi tutte e due <3
Eliminae a questa roma che doniamo un fiore, bello, fresco appena colto che riprende quel celeste filato. un fiore che prende le tue sembianze :)
RispondiEliminaendi, tu sei un poeta metropolitano. E io sono una donna privilegiata ad avere il dono delle tue parole :)))
Elimina:*
Com'è facile immaginarti felice mentre sorseggi raggi di sole in quella magnifica città, che ogni tanto si riscopre amica.
RispondiEliminaCom'è bello pensare a te che mi immagini felice, AGO carissimo :)))
Elimina:* anche a te, e un abbraccio che ci coinvolge tutti e tre, noi due assieme a quello là sopra ;)