giovedì 5 gennaio 2012

Roma città aperta

In questo blog, per mia scelta e per contingenze del momento di vita che sto passando, non si parla spesso di politica. Non che io non me ne sia interessata, perlomeno nella seconda parte dell'esistenza che ho alle spalle.  Chi mi conosce sa del mio passato e delle mie radicate idee politiche, che mi son formata tutte da sola da adulta, dopo una prima giovinezza totalmente disimpegnata, quando mi sono liberata delle influenze a cui sono stata sottoposta durante tutta la mia infanzia ed adolescenza. Ho partecipato ai comizi delle campagne elettorali del 1996 e 2001 con i figli piccoli appresso e variamente portati in collo; sono stata, dal 2001 al 2006, sempre in piazza, non c'è stato corteo, marcia, manifestazione ristretta od oceanica, fiaccolata, sit in, girotondo, adunata spontanea sotto il Senato o sotto la Camera, a cui io non sia stata presente. La terribile notte del 2006, quella dei 24.000 voti di scarto dell'infelice governo Prodi,  l'ho passata tutta attaccata alle transenne dello spazio della stampa in Piazza Santi Apostoli, e ho sbraitato tanto da finire nel film di Deaglio a quella funesta vicenda dedicato (sono io la matta che invoca, per la verifica della correttezza delle operazioni di voto, l'arrivo dei caschi blu dell'ONU: la prima volta che vidi il trailer on line, il quale praticamente si apre sulla mia faccia esagitata, ebbi un curioso effetto di deja vù che feci fatica a decifrare). E' dal 2008 che, per non impazzire a campare in quest'Italia che scoprivo sempre più becera e mostruosa - l'oscena foto uscita su tutti i quotidiani dei due suoi vecchi/nuovi padroni, B&B, coi loro ghigni sghembi e malati, era quanto mai eloquente - mi sono ritirata a vita privata, e forse la mia immersione nel lago del più profondo intimo di me stessa è dovuta anche a questo complesso di circostanze (so che non è successa solo a me questa conversione ad U dall'esterno, il sociale, il "politico", all'interno, all'ascolto delle proprie intime risonanze emotive, per cercare appigli alla sussistenza del proprio essere in un contesto tanto distruttivo).
Però quel che è accaduto nella tarda serata di ieri nel mio quartiere è un salto di qualità inaspettato persino per me. E' qualcosa che investe insieme la mia sfera personale e il mio orizzonte di relazioni. Da ragazza, quando frequentavo la parrocchia, in quell'angolo ci sono passata migliaia di volte, e non ho mai pensato che potessi correrci il rischio di perderci la vita. E poi sparare un colpo in testa ad una bambina di sei mesi è qualcosa di troppo atroce da concepire, lascia basita persino una vecchia disillusa del genere umano come me.
E vengo al punto. Io questo sindaco non l'ho votato, ovviamente. Meno ovvio che sia andata a votare l'altro contendente, parrebbe; ebbene, io l'ho fatto e ho perseverato pure al ballottaggio. Lo dico così, per sgomberare il campo da equivoci e chiarire che pur di non far salire 'sto fascista strabico al Campidoglio ero disposta praticamente a tutto. E quando è stato eletto per manifesta mancanza di avversari, e si son viste le prime scene di giubilo coi saluti romani, ho avuto la conferma, se mai ne avessi avuto necessità, della pericolosità e della pochezza dell'uomo e del suo entourage. E allorquando ho preso a constatare come giorno dopo giorno, dopo aver egli basato tutta la sua campagna elettorale su due pilastri: la pulizia della città e la sicurezza, su  questi due punti Roma scivolasse invece progressivamente in un baratro senza fine, confesso che manco son riuscita a dispiacermene in assoluto, riservando mentalmente a tutti i miei concittadini stronzi che me l'avevano democraticamente imposto a maggioranza una sequela molto romanesca, goduriosa e interminabile, di gesti dell'ombrello.
Però quello che è accaduto ieri sera per me segna un punto di non ritorno. Posso al limite concepire che Roma sia tornata indietro agli anni '70, tra cumuli di monnezza e regolamenti di conti ai semafori in pieno centro tra pregiudicati e cravattari. Ma che in quest'escalation indisturbata si spari in faccia ad una bambina, ad una creatura di pochi mesi, è qualcosa che davvero indica che abbiamo smesso di tutelare la nostra ed altrui umanità.
Non voglio manco aprire il discorso dell'incapacità culturale e mentale per questo sindaco e questa giunta comunale di gestire la multietnicità, da questi subita come il male supremo e concepita come capro espiatorio per tutta una serie di tensioni cagionate da tutt'altro. Come dell'incapacità di gestire il disagio, o di dare una risposta educativa alle sacche di delinquenza, macro o micro che sia, o di offrire ai giovani una prospettiva di incontro che non sia un centro commerciale, persino di illuminare le strade di notte che già costituirebbe un pur minimo deterrente agli atti di violenza, o di dimostrare una effettiva e fattiva presenza sul territorio di forze dell'ordine che non siano percepite solo come strumenti repressivi e minacciosi, ma come autentiche forze positive al servizio della comunità. Una comunità che non esiste più.
Beffarda coincidenza del fato, poi, che lo stesso giorno la vicesindaca Belviso inauguri il cosiddetto Giardino degli angeli, per la sepoltura dei feti abortiti. Ci si accalora per i non nati, e poi la sera ci si lascia uccidere sotto gli occhi una neonata.
Questo sindaco che ha costruito la sua elezione sul facile fomento delle paure della gente ha fallito, e ora se ne deve andare. Gli spettri che ha agitato gli si sono rivolti contro e gli stanno chiedendo il conto. Un conto pesante, che stiamo pagando noi cittadini. Non è mai stato il mio sindaco, ma da stanotte non lo tollero più. Voglio vederlo andar via, e farò quanto è in mio potere per combatterlo, da oggi in poi.


7 commenti:

  1. Bel post Cri, forza che prima o poi lo raddrizziamo 'sto mondo. Ma ricordati la calma.

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  2. Beata te che sei "riuscita a ritirarti dalla vita privata". Io, malgrado la mia età, non ci riesco sin dall'attentato a Togliatti e dalle manganellate della celere di scelba. Ogni giorno m'incazzo sempre di più come ho sempre fatto almeno dal 1994 in poi.
    Per favore non parliamone del bastonatore aledanno protettore dei tassinari. Riesco ad odiarlo più degli altri perchè sono nato e vivo in questa città la più bella del mondo.

    n.b. ho abitato in via della Marranella dove nel 1959 è nato mio figlio.

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  3. Ciao Cri, un bellissimo intervento, appassionato.
    A volte penso anch'io che la politica come casa dell'uomo non esista più. Poi immagino che questo significherebbe consegnarsi a un'esistenza puramente animale, e gli animali, a differenza degli uomini, non sanno vincere la paura. Alemanno e quelli come lui lo sanno e lo mettono in pratica, come hai ben scritto. Anche perché non c'è una sinistra di peso che sappia riattivare una fiducia di comunità, rimettendo al centro le politiche urbane e i rapporti con i ceti popolari, sempre più spostati verso una destra che ha tutto l'interesse a tenere frammentato il tessuto sociale. Negli ultimi tempi, l'energia per continuare a interessarmi a queste cose la traggo da me stesso, a volte non basta. Ma bisogna resistere :-) ciao!

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  4. Melanzana, grazie. Per raddrizzarlo però, 'sto mondo, mi dai una mano? Magari me lo tieni, mentre io lo raddrizzo :D

    Bomba, hai ragione. Gli animali non sanno vincere la paura, e quello è il termometro che misura il progressivo avvicinamento a quella condizione di moltissimi nostri connazionali. Poi, boh, sarà una questione antropologica, sarà capitato in parecchie epoche di regredire a stati tanto subumani, ma doverci coesistere dentro è davvero faticoso. Cerco di resistere anch'io, e quando sento gente come te mi pare mi venga meno ostico. Ciao, e grazie!

    Aldo: incazzarsi, emozionarsi, innamorarsi, sono indice di giovinezza e di vitalità. Dunque va bene così, tu ti incazzi e io mi innamoro. Poi magari facciamo anche a cambio ogni tanto... E comunque ci emozioniamo tutti e due.
    (E sulla città più bella del mondo ti seguo APPASSIONATAMENTE. Lo griderò a tutti finché avrò vita, che io mi sento una privilegiata, e che un'altra città così bella al mondo non c'è)
    (Alla Marranella! Finirà che verrà fuori che io e te ci siamo visti per strada quando io ero piccina così ^^)

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  5. E' atroce ciò che é accaduto a Roma l' altro ieri, ma purtroppo fa parte di ciò che si verifica ogni giorno su questo pianeta. La politica ci potrà salvare solo se sarà fatta da uomini realmente religiosi, nel senso di rispettosi, devoti e scrupolosi. Ne vedo pochi di politici con queste intenzioni e non solo nel nostro paese. Mi auguro che questo anno appena sbocciato, possa essere l' inizio di una nuova coscienza umana, che comprenda una volta per tutte che non basta essere ben nutriti e vestiti, soddisfatti sessualmente e votati al divertimento per vivere una vita degna e libera. Occore che ogni individuo ritorni ad "essere" e che sviluppi quel sentimento di fratellanza che oramai ci pare di notare solo negli animali o nelle favole a lieto fine.La nostra é una società malata, che si uniforma a molti valori errati trasmessi dalle tante immagini consumistiche di cui é intrisa la nostra quotidianità, tanto da farcele apparire il ritratto di verità incontrovertibili. Credo fermamente che il bisogno principale degli esseri umani sia di amare ed essere amati, che sia necessario privarci dell' odio e dello spirito settario. Perché da soli non possiamo esistere.Ciao Cri e amici, lo so....corro il rischio di passare per buonista! :-)

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  6. Il fatto di cronaca nera con l'uccisione della neonata è davvero senza commenti. Spero solo (e comunque è lo stesso terrificante!) che non si sia trattato di una rapina pura e semplice, ma di una ritorsione dove l'omicidio più schifoso fosse addirittura premeditato. I mostri li metti in una categoria a parte, che uno scempio del genere possa farlo un ladro, no.

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  7. Luz, carissima Luz. Ora che finalmente riesco a riaprire il blog e più in generale il pc leggo che gli inquirenti sono convinti di aver individuato i responsabili, uno dei quali sarebbe un pregiudicato. Non so se crederci, non so, onestamente, se non continuare a dubitare, se sono diventata troppo diffidente, forse troppo amara, o magari invece troppo ancora speranzosa sui comportamenti umani, per cui anch'io credo che uno scempio simile non sia nelle possibilità di un delinquente semplice.

    Anna, grazie di avermi fatto visita, spero di rivederti altre volte. Sì, credo anch'io che la nostra sia una società malata. E sì, credo pure all'amore come fonte primaria dell'esistenza umana. Lo credo perché lo sperimento su me stessa ogni giorno. E so di non essere buonista. L'amore non è una cosa dolce e zuccherosa, è un'energia potente, alle volte ingovernabile, non sempre totalmente comprensibile né logica né razionale, più grande della mia singola ita, che semplicemente, nella mia esperienza individuale e quotidiana, mi tiene in piedi e mi funge da molla scatenante nei gesti e nelle scelte. Nel mio interesse. Perché io sento - detto da una scriteriata come me non è verosimile, lo so :D - che chi ama è saggiamente incamminato sulla strada, più che della bontà, del suo autentico benessere.

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