martedì 4 settembre 2012

Autumn

Oggi, rotta, rintronata e sfasciata, con tutte le giunture doloranti e i polpacci tesi e gonfi, sono rientrata al lavoro dopo le ferie.
Attuando l'escamotage suggerito dal marito sovrastando i miei lamenti: "qui l'unica per star meglio è insistere. Vai al lavoro a piedi, di buon passo, vedrai che ti ripigli subito".
Ho così rispolverato una vecchia consuetudine di qualche anno fa, prima di sedermi davanti a questo pc ad impigrirmi e a farmi venire il culo quadro e le gambe molli.

Ci ho messo, a passo di carica, venticinque minuti esatti, arrivando grondante di pioggia e di sudore.
Perché finalmente, oltre alle ferie, è finita anche questa estate torrida e malsana, facendomi gustare un'avvisaglia di autunno in un pacchetto all inclusive: freddo, nuvole, maltempo, traffico impazzito, e rassicuranti manifestazioni di inciviltà dei motociclisti romani che per saltare la fila si arrampicano rombando sui marciapiedi senza riguardi per i pedoni.
(Il tratto di Via Casilina da Ponte Casilino a Porta Maggiore, da me ripercorso oggi in commosso pellegrinaggio tra lo sfrecciare impavido dei motorini, è stato perfetto tester dell'escalation di bestialità dei miei concittadini: se ai tempi dell'amministrazione Rutelli chiunque si fosse azzardato a montare con due ruote sulla lunga striscia di banchina pedonale ivi allocata avrebbe trovato a fine corsa un vigile che gli sbarrava la strada con in mano la contravvenzione già compilata e staccata, dall'epoca della gestione Veltroni - grazie a, e non nonostante, un paio di dissuasori risultati da subito incentivi all'infrazione per quanto era divertente farci lo slalom in mezzo - la barbarie e la cafonaggine sono divenute rapidamente normalità tollerata; e una volta che, particolarmente spaventata e infastidita dal sentirmi alle calcagna veicoli lanciati a tutta velocità, sono andata a reclamare l'intervento dei quattro vigili che stazionavano inerti all'incrocio in fondo alla strada incriminata, mi sono sentita rispondere: "non possiamo farci niente, signora".)

Ho scoperto da qualche anno di amarlo intensamente, l'autunno. Molto più dell'estate, tempo immoto, solitario e feroce che mi disorienta, mi deprime, mi annichilisce, con quel chiarore abbacinante, quel calore insopportabile che brucia e rinsecchisce ogni cosa.
L'autunno, quando tutto si desta dal torpore e ricomincia, ricco di contorni netti e lucidi, di colori scuri e decisi. L'autunno, apice della pienezza, maturo e rigoglioso. Denso di profumi, lustro di pioggia, fresco di vento, brulicante, traboccante di vita.



4 commenti:

  1. Mi hai fatto tornare in mente una canzone direi un po' passata di moda:
    "L'autunno fa cadere le ultime foglie
    che il vento raccoglie
    portandole a te..."
    Va bene uguale non credi?

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  2. I mesi autunnali sono quelli di maggiore attività per me, sempre contronatura.

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