giovedì 27 settembre 2012

Pink flamingos/2

E adesso, per celebrare degnamente lo sconfinamento delle 25.000 visualizzazioni di questo blogghino, facendo un po' la vaga nella speranza che passi inosservato salvando il mio onore - ché ci vuole una bella spudoratezza ad osare tanto -, tiro fuori dal fondo della pattumiera l'altro mio rifiuto musicale del cuore.

Ooooooh. Questo, più che un rifiuto, è una discarica intera. E' l'apoteosi dell'immondizia. 

Venditti non è solo melenso, gregoriano come Baglioni - la cui tendenza madonnara è incarnazione di una specifico e precipuo aspetto dell'indole trash, "de panza", della romanità. 
Venditti è il vessillifero di un'altra corrente, ancora più caratteristica: la paraculaggine.
Dopo i primi albori diffusamente "impegnati" in coppia con De Gregori, difatti, egli - vuoi per sua naturale inclinazione, vuoi per la discreta influenza di qualche addetto ai lavori che nella sua vocalità forse intravede prospettive di rientri economici da hit parade - scivola progressivamente dall'ispirazione alla commercializzazione. Per cui, dopo essersi mantenuto in precario equilibrio tra arte e mercato fino a Sotto il Segno dei pesci (uscito nel 1979), negli anni ottanta, pregni di edonismo reaganiano, si sbraca senza pudore, diventando un idolo del pop melodico con un'offensiva a palle incatenate di tre LP di seguito, uno più scafato dell'altro: Cuore, Venditti e Segreti, e - badaboum badaboum! - il grande botto di In questo mondo di ladri.
Io, ovviamente, li adoro tutti e tre. Sono la colonna sonora della mia giovinezza, delle mie timide speranze, del mio aprirmi alla vita. Cuore, del 1984, sono i miei vent'anni. Con Venditti e segreti, 1986, comincio a lavorare in mezzo alla gente che lascerà un segno perenne nella mia esistenza, nel posto dove passerò i tre anni più faticosi e più stimolanti della medesima. Con In questo mondo di ladri, nel momento clou, che come tutte le vette di massimo fulgore già porta in sé i germi della decadenza, mi congedo in bellezza da quel mondo che rimpiangerò per sempre per andare a seppellirmi nella pubblica amministrazione.
Mi ricordo sabati e domeniche passati a studio, con il mio amato capo che si affacciava a dare uno sguardo, ancora più bello e cool nei vestiti informali del week end. Mi ricordo nottate passate a quadrare bilanci, o a lavorare per la verifica della Guardia di Finanza, intermezzate da certi pasticcini raffinatissimi che lui ci portava per confortarci e coccolarci un po', e da tanta musica. Questa.

E da In questo mondo di ladri, siore e siori, ecco la punta di diamante, la canzone più ruffiana che Venditti abbia mai scritto, che non a caso egli sostiene essere la sua preferita.
E' anche la mia.
E ogni volta che la risento la dedico nel mio cuore melenso a coloro che nel mio cuore dimorano.

Ricordati di me.


(Sniff. Questa musica mi rende sempre felice. Come sono banale...)

4 commenti:

  1. Non ti scorderò certo, anche se debbo essere sincero non andavo matto per Venditti. Preferivo Mario Castelnuovo e Marco Ferradini. Ma quel 1984 lo ricordo come ieri. O quasi.
    Bises
    Pierrot

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    1. Ah, Marco Ferradini piaceva parecchio pure a me, da "quando Teresa verrà" all'immarcescibile "Teorema" :D
      Me lo ricordo anch'io come ieri. E' questo che mi frega e mi mantiene in vita, anche ;)
      Baci!

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  2. Quanta malinconia del passato.
    Venditti e Baglioni non fanno parte dell'elenco dei miei cantanti preferiti.

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    1. Confesso che ho vissuto, Aldo. Appena appena, eh. Però ho vissuto anch'io. :*

      (Venditti e Baglioni non fanno parte neanche dei MIEI cantanti preferiti. Fanno parte della mia vita, tutto qua)

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