mercoledì 12 ottobre 2011

Impiegati

Il mio nuovo collega è nato lo stesso giorno dello stesso mese dello stesso anno di mio marito, e non gli somiglia manco un po', se non negli occhiali e negli occhi che mi osservano indulgenti e divertiti mentre mi distraggo, bamboleggio, mi incupisco, canto, mi agito, mi ricompongo, vado in cielo, ricasco a culo per terra, rido, piango, taccio, sproloquio, vado fuori di testa, rientro meditabonda in me stessa, do buoni consigli, cattivo esempio, e tra uno scompenso e l'altro lavoro pure.
E' calmo e comprensivo: davanti ad ogni dimostrazione della mia irrequietezza scoppia a ridere, e ci mette così tanta empatia da farsi rosso in viso per lo sforzo.
E' un uomo colto, sensibile, con interessi e legami stretti e molteplici col mondo dell'arte.
Gli piace la musica italiana degli anni '70. Ieri pomeriggio abbiamo fatto una scorpacciata dal tubo di Patty Pravo, Ron ed Ornella Vanoni. Quando siamo arrivati a Massimo Ranieri purtroppo si era fatto tardi. Ma ci rifaremo.
Mi fa anche un po' da psicoanalista. E' pure bravo.
Ascolta paziente e incuriosito i miei deliri, si gode l'espressione gloriosa e sofferta delle emozioni che mi passano sulla faccia in un quarto d'ora come in un cielo di marzo, ambivalenti, contraddittorie, bipolari.
Sempre ieri m'ha detto: ahahahahahah, Cri, in tanti anni non avevo mai incontrato una collega come te (e grazie, nota di Cri), altro che diciassettenne, qui stiamo ai dodicenni che scrivono a Cioè!
E m'ha schioccato un bacione in fronte.


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