sabato 24 agosto 2013

Tempo d'estate 3/ Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

7 commenti:

  1. Bentornata bentornata bentornata tié!
    E con dei versi superbi.

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  2. Ti piace vincere facile con Montale, a presto.

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    1. Eh, ma qui ci diceva benissimo! :D
      A presto, caro Antonio :)

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  3. L'ultimo verso non l'ho mai saputo dire:
    che ha in cima cocci agucci di bottiglia
    che ha in cima cozzi aguzzi di bottiglia
    che ha in cima gocci cucci
    cozzi gucci


    e insomma, porco qui e porco lì.

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