mercoledì 4 dicembre 2013

Much Ado about nothing

E rieccomi qui, frastornata da una travagliatissima convivenza coatta con quella che, sulla carta, è la mia famiglia.
Non c'è niente di meglio, per rinfocolare tensioni che covano sotto la cenere, di un viaggio assieme a coloro con i quali ci sia disarmonia. I fuochi scoppieranno tutti, uno dietro l'altro, in un deflagrante spettacolo pirotecnico di vigore direttamente proporzionale all'intensità della tensione iniziale (nella fattispecie molto elevata) e anche alla distanza del punto di arrivo da quello di partenza. Una meta che richieda uno spostamento in aereo, per esempio, come nel nostro caso, fa ottenere risultati più apprezzabili di una per cui basti qualche ora di macchina. E difatti. Il combinato disposto dei vari fattori ha prodotto uno show faraonico di altissima qualità.
E io mi sento come se mi avessero pigliato di peso, sollevato a mezz'aria, sbatacchiato con pervicacia e poi ributtata giù, senza alcuna finalità precisa, per un Fato cieco e ostinato. Una botta di caos, anziché una botta di vita.

Forse essere così esausta darà i suoi frutti. Mi sono talmente infragilita che sicuramente stasera alla seduta con Edo faremo faville. Chissà, magari scardineremo qualche importante testata d'angolo del mio ingombrante rimosso.

Evviva.

Nel frattempo ho cominciato a godere dei benefici del trattamento in situ: dopo più di vent'anni in cui non riuscivo a vomitare (Edoardo ultimamente mi aveva detto: ci credo, coll'irrigidimento del diaframma che ti ritrovi) la notte di sabato scorso ho rifatto l'anima prima in un interludio nel lavello di cucina e poi, finalmente, con tutti i crismi, accasciata sul pavimento, nel water dell'elegante ed angusto appartamentino di Chelsea dove eravamo alloggiati.

Mi sono stappata le tubature, insomma. Che altro voglio dalla vita?

Sono davvero incontentabile.

4 commenti:

  1. Già. La convivenza coatta.Come mai allora si dice che l'uomo non è un animale solitario? E vuole vivere in branco?
    Imitare però gli animali non serve, perché gli animali raramente si sbranano fra loro, esseri di una medesima specie.

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    1. Non so rispondere a queste domande :D
      Perché non so dirti, e dirmi, se sono così per l'universale contraddizione che tu esprimi con perfetta chiarezza e precisione nelle domande medesime, o se perché sono fallata da una "falsa partenza" nell'interazione col mondo e con gli individui fin dalla più tenera età (Edo dice che riscontra in me un leitmotiv di abbandono risalente a stadi preverbali): so solo che, non da oggi, nonostante (forse) il mio modo di apparire, nel mio immaginario il mio animale medicina alla maniera dei Sioux è l'orso solitario nella tana, e non di rado l'orso in letargo...
      Imitare gli animali non serve, no: vi è una nobiltà intrinseca nel loro modo di onorare l'istinto di natura che a buona parte dei nostri simili è completamente estranea, purtroppo (anche a me) :)

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  2. A vedervi da fuori, sembra una sitcom di quelle acide...

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    1. E' uno dei motivi per cui la visione dei Simpson, che tanto diletta schiere di appassionati, a me cagiona malessere. Quella dei Griffin, poi, che i miei figli mi propinano talvolta ininterrottamente per settimane in lunghe maratone di serie intere, mi è addirittura insostenibile :)))
      Diciamo che al massimo riesco a reggere l'idea di assomigliare a George e Mildred: ecco, se George e Mildred avessero figli noi saremmo George e Mildred. Fermo restando che io sono George, e il mio coniuge è Mildred ;)

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