mercoledì 28 novembre 2012

Il senso della bellezza.

"Ogni cosa ha due facce, una è quella giusta, l’altra ne è solo la caricatura. Nella psicologia umana, ad esempio, se il coraggio è una virtù, non lo è il correre rischi senza senso. Se l’amore è un sincero sentimento umano, il sentimentalismo è la sua contraffazione. La cautela è una qualità, la paura è distruttiva e inutile. Allo stesso modo la bellezza, quando diventa “esibizionismo” volgare, è una banale caricatura di se stessa e si riconosce facilmente. Ma qui parleremo della bellezza sincera, la qualità più preziosa che l’attore “presta” alla sua creazione, se ne ha dentro di sé. Dove sono le radici del vero senso della bellezza e di quello finto? Come possiamo distinguerli? guardiamo i lavoratori manuali. Vedremo che i loro movimenti spesso sono belli. Quando, per esempio, il pesante martello vola su e giù in continuazione, la mente del lavoratore è impegnata esclusivamente in quel compito, senza alcun desiderio di “esibizionismo”. Potremmo addirittura dire che la vera bellezza deve essere nascosta perché gli altri la possano scoprire. il senso della bellezza, che è profondamente radicato in qualsiasi natura artistica, dovrebbe essere trovato dall’interno. Non può essere imposto dall’esterno, perché è individuale come l’artista stesso." M. Cecov "La tecnica dell'attore" Forse tutto questo non vale solo per il palcoscenico.

10 commenti:

  1. Syrys!
    Povero artista, quante tentazioni nella ricerca del bello e quanti fallimenti. Purtroppo la definitiva disamina di Cecov è lontana dal provare sentimento, per questo, forse, facciamo così fatica a metterla in pratica.

    Un abbraccio,
    Aube.

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    1. HOLA Melanzanino! :D ça va? Provo a dare il mio parere su quello che hai scritto ché mi ha dato da pensare.

      Chiaramente Cecov parla di ciò che sarebbe bene che fosse per far sì che la recitazione sia autentica e possa trasmettere al pubblico la bellezza dell'opera senza interefrenze, per quello parla di movimenti e manifestazioni esteriori, un artista tratta l'apparenza per manifestare una sostanza ma l'una e l'altra venno insieme quasi per forza (secondo me, eh).
      Però penso che anche nella vita riuscire o almeno cercare di distinguere ciò che è autentico da ciò che rischia di essere solo affettazione sia importante. Non sono molto d'accordo sul fatto della mancanza di sentimento, perché non penso che provare dei sentimenti sia subire passivamente le emozioni che a volte ci possono "invadere" quanto piuttosto cercare di comprenderle e interrogarsi sulla loro natura; che non sempre sia possibile è un fatto ma questo non credo che debba impedirci di provare. :)

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  2. La lettura mi porta a pensare al senso di lusinga di quando qualcuno scopre qualcosa di bello in te o attorno a te. Ma la vera bellezza dovrebbe restare nascosta al detentore. Forse..

    Un abbraccio cara Cri. Ciao Nou

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  3. la bellezza è nell'occhio di chi guarda diceva Goethe

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  4. C'è una bellezza che non è solo corporale, non è legata all'estetica o a movimenti per esempio del lavoratore che muove su e giù il martello creando un'armonia che è bellezza. C'è anche la bellezza che sta all'interno, nel cuore, che intravedi magari solo negli occhi di una persona e che quando la scopri, ti dà una gioia e un calore più grandi di quelli che provi vedendo un quadro di Cezanne, per esempio.

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  5. Bellezza è verità, verità è bellezza, diceva Keats.
    Sì. C'appizza non poco.

    (S.C, alias L.D.E.)

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  6. La bellezza è bellezza. E non è mai una qualità esteriore.

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  7. eppure a volte quando assisto a una rappresentazione teatrale mi sembra più vera della vita, forse perché ho sempre considerato l'assurdo come regola e come rifugio (tesi su Ionesco :))) *

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  8. "Ogni cosa ha due facce, una è quella giusta, l’altra ne è solo la caricatura"
    Sì, sì, sì.
    Mi echeggia come incongrua suggestione il dileggio dell'amico del padre di Arturo all'uomo che Arturo ha sempre creduto un eroe, protagonista di chissà quali avventure, arcangelo dalla spada fiammeggiante (fino a quando scoprirà che la spada non fiammeggia per niente e, anzi, che è proprio una spada di cartone: e da questa delusione, questo ridimensionato passerà il suo percorso di crescita dall'infanzia al disincanto della maturità): VATTENE, PARODIA!
    Forse sta lì, Milena, il discrimine: tra verità della vita e verità del teatro (che è mimesi nobilissima, espressione archetipica dell'animo umano, momento universale di estroversione ed estasi dell'interiorità profonda di ciascuno, e per questo arte) e inganno della parodia che si spaccia per autenticità, ma che è come il diavolo "scimmia di Dio"...
    (Cara Anonima Eu, Keats per me è Vangelo, soprattutto in quell'affermazione; e per me tutti gli altri contributi alla discussione, di Aube, di Pat, di Ambra, di Martina, di Nou, aggiungono un tassello importante alla comprensione di questa verità)
    E quoto totalmente il commento di Angie: trovo che la procedura di "esplorazione" delle emozioni sia necessaria e oltremodo gratificante e affascinante, perché ci rivela la nostra verità, ci aiuta a renderci conto e vagliare le emozioni che ci vengono suscitate in risposta a stimoli autentici, autentiche manifestazioni di vita, da quelli invece "parodici", illusori e sterili; e ci dà strumenti per scandagliare la nostra bellezza interiore, e dunque riconoscere quella degli altri, che è davvero uno dei fondanti motivi di gioia e di senso dello stare al mondo :)

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  9. Buongiorno Maria Cristina, concordo pienamente con il tuo scritto ma se permetti vorrei aggiungere che la bellezza è anche riuscire ad esternare le proprie emozioni e condividerle con chi ci sta intorno. Buona giornata e arrivederci a presto.
    Simo
    http://valzerdiemozioni.blogspot.it

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