mercoledì 29 gennaio 2014

Il raggio verde

"Salivo la montagna e riflettevo.
Se si usa la ragione il carattere s'inasprisce, se si immergono i remi nel sentimento si è travolti. Se s'impone il proprio volere ci si sente a disagio. E' comunque difficile vivere nel mondo degli uomini.

Quando il malessere di abitarvi s'aggrava, si desidera traslocare in un luogo in cui la vita sia più facile. Quando s'intuisce che abitare è arduo, ovunque ci si trasferisca, inizia la poesia, nasce la pittura.
Non è stato Dio, e neppure un Dèmone, a creare il mondo degli uomini. Ma solamente degli esseri umani, proprio come i nostri indaffarati vicini di casa, i nostri dirimpettai. Vivere in questo mondo creato da semplici uomini può essere sgradevole, ma dove emigrare? Dovremmo avventurarci in un luogo non umano, ammesso esista. Ma un tale luogo sarebbe ancora più inabitabile del mondo umano.

Poiché è difficile vivere in un mondo da cui non si può evadere, si deve tentare di renderlo più accogliente così da poterci abitare meglio, sia pure per il breve tempo concesso all'effimera vita umana. Qui nasce la vocazione del poeta, qui il Cielo assegna al pittore la sua missione. Gli artisti sono preziosi, perché rasserenano questo mondo e arricchiscono il cuore degli uomini.
E' la poesia, è la pittura a svellere da questo mondo le preoccupazioni che gravano sulla nostra vita, a proiettare davanti ai nostri occhi un mondo gradito. O anche la musica e la scultura. Anzi, più precisamente, non v'è neppure necessità di proiettarlo. Basta concepirne l'immagine perché nasca la poesia, scaturiscano i versi. Anche senza fermare sulla carta l'ispirazione percepiamo in fondo all'anima il tintinnio cristallino delle sue gemme. Anche senza spalmare sul cavalletto il rosso e l'azzurro, lo splendore dei colori appare spontaneamente agli occhi della nostra anima. Basta riuscire a vedere così il mondo in cui viviamo, questo impuro e volgare mondo terrestre, e a riprodurlo limpido e sereno nella macchina fotografica della nostra mente. Perciò anche un poeta muto che non ha mai scritto un verso, un pittore senza colori che non ha mai dipinto neppure un piccolo ritaglio di seta, per come riescono a vedere il mondo, a liberarsi dalle sue passioni, a entrare e a uscire in quell'universo di purezza, a costruire l'armonia dei due poli - che non sono né identici né diversi -, a spezzare i legami dell'egoismo e della cupidigia, sono più felici del figlio di un uomo ricchissimo, di un sovrano, di tutti coloro che in questo mondo sono considerati i prediletti dalla sorte.
Dopo vent'anni di vita ho capito che vale la pena di abitare sulla terra. A venticinque anni ho intuito che la luce e l'ombra sono i lati opposti della medesima cosa, che il luogo illuminato dal sole viene sempre raggiunto dall'ombra. Ecco ciò che penso ora, a trent'anni: più profonda è la gioia più intensa è la tristezza, più grande è il piacere più acuta è anche la sofferenza. Se si tenta di separarli si perde se stessi. Se si prova a disfarsene crolla il mondo."

12 commenti:

  1. La cosa che mi consola leggendo questo tuo post è quella di non far parte dei "prediletti dalla sorte". Non sono un artista, né un musicista e neppure un poeta o uno scrittore o uno scultore, sono un semplice uomo, quello sì, con un po' di pregi e molti difetti.

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  2. "Perciò anche un poeta muto che non ha mai scritto un verso, un pittore senza colori che non ha mai dipinto neppure un piccolo ritaglio di seta, per come riescono a vedere il mondo, a liberarsi dalle sue passioni, a entrare e a uscire in quell'universo di purezza, a costruire l'armonia dei due poli - che non sono né identici né diversi -, a spezzare i legami dell'egoismo e della cupidigia, sono più felici del figlio di un uomo ricchissimo, di un sovrano, di tutti coloro che in questo mondo sono considerati i prediletti dalla sorte."

    bastano queste righe.

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  3. In fondo l'artista è la lente che ci permette di mettere a fuoco il mondo. Può avere in mano il pennello, la penna o una bottiglia di whiskey. Non importa.
    Le bellezze e le brutture. I vertiginosi sublimi alti ed i profondissimi angosciosi bassi sono i rischi del mestiere.

    Gemme che tintinnano in fondo all'anima? Anche tu sei una poetessa. lo sapevi?
    Val la pena di vivere nel mondo, se c'è la possibilità di incontrare persone così.

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    1. La tua ultima frase è di bellezza e giustezza mirabile. Da incastonare. :*

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  4. Mi soffermo sulla impossibilità di traslocare. Noi siamo prigionieri. Dentro il nostro corpo. Dentro la terra. E dentro qualcosa comunque, quand'anche potessimo spostarci in un altro mondo. Continueremo ad essere prigionieri di noi stessi. Ma poi sì, come tu con discorso poetico sai rappresentare, quando riusciamo nel silenzio del nostro essere a guardare oltre le sbarre, a "costruire l'armonia dei due poli" allora la bellezza ci libera e ci porta in un mondo di perfezione che può davvero renderci felici.
    Il finale del tuo post è una delle considerazioni più armoniosamente vere che abbia mai letto.

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    1. Che riflessione preziosa doni a me e a noi tutti, Ambra.
      La nostra prigionia è la nostra finitudine, sì. E siamo molto più finiti quando siamo in disarmonia, perché il prigioniero è il captivus, colui che sta in cattività, scollegato dalla sua natura, dalla sua essenza. E' la capacità di "guardare oltre le sbarre" che ci salva: un guardare altrove che è già essere altrove, e che è tutto ciò che siamo in grado di fare, ma che è tantissimo :)

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  5. difficile è trovare un equilibrio, equando lo trovi non sempre è stabile, ma come dice il bardo così è se vi piace

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  6. Anche io, per lungo tempo, ho desiderato poter vivere in un altro mondo, ritenendo questo troppo difficile, quasi crudele nei miei confronti. L'ho desiderato fino a costruirne uno artificiale, con il rischio di non vivere più. Poi, come recitava un vecchio detto che mi ricordava mia madre "o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra", mi son reso conto che da qua non è possibile andarsene e che, invece della finestra, è meglio provare a star meglio in questo, lottando giorno dopo giorno e guardando a coloro che, come i poeti e l'arte che citi, con la loro presenza, i loro pensieri e le loro azioni sono in grado di rasserenarti e arricchirti.

    Ciao Cri, buon fine settimana.

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    1. I vecchi detti popolari sono la fonte della saggezza. Se mangi la minestra non solo non muori perché non sei saltato dalla finestra, ma scopri persino che certe volte ha un sapore non disprezzabile e persino gustoso, se sei tu a condirla :)
      (Sul rinchiudersi in un mondo artificiale costruito ho più di qualche esperienza...)
      Buon fine settimana, amico mio :)

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