sabato 15 febbraio 2014

Il lato positivo


"Sallusti e Ferrara tifano Renzi" titola ora l'Huffington Post.
Anch'io ho sentito con le mie proprie orecchie ieri sera, in un fuggevole scorcio di non so quale infima trasmissione di pseudo approfondimento politico su Raidue, ad un tal Porro sedicente giornalista e conduttore della medesima che gli chiedeva quale opposizione di centrodestra, segnatamente di Forza Italia, Renzi avrebbe dovuto aspettarsi, se dura o malleabile, un Alessandro Sallusti palesemente di ottimo umore rispondere ilare e gasatissimo "se Renzi fa quello che finora ha dichiarato di voler fare nessuna, visto che sono tutti provvedimenti che Forza Italia non potrebbe non approvare!".
Ecco.
Abbiamo trovato il berlusconi del terzo millennio, incredibilmente più giovane e vigoroso e smagliante e determinato che pria. E i discepoli del vecchio, ormai usurato e stantio, come d'uopo, lo mollano per questo novello clone rampante.
"A brigante, brigante e mezzo" dice la saggezza popolare. E fin qui ci siamo. Il brigante e mezzo l'abbiamo trovato, sembra (col brigante in questione non si può mai dire, comunque).
Ma adesso chi ce lo leva più di mezzo il brigante e mezzo?

venerdì 14 febbraio 2014

Blade Runner/4

Per la serie "ho visto cose"


Il servizio d'ordine della CGIL caccia a calci e pugni dall'attivo regionale, a cui non sono stati invitati i rappresentanti FIOM, il dirigente CGIL Giorgio Cremaschi, in dissenso con la linea della segretaria Susanna Camusso, che chiede di poter intervenire, insieme ad altri compagni.

"E' stato poco serio non invitare la Fiom" fa notare il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, sottolineando comunque che il sindacato dei metalmeccanici non era presente. "Cremaschi - ha aggiunto - è stato un autorevole dirigente Fiom, ora è un dirigente Cgil". Quanto ai tafferugli, Landini commenta: "Spintoni sbagliati, ma lo è anche una gestione autoritaria della Cgil. Cremaschi è un dirigente nazionale della Confederazione: perchè non farlo parlare?".

Cade anche l'ultimo baluardo a difesa dei lavoratori.


Blade Runner/3


Per la serie "ho visto cose"


Io che a diciassette anni, incitata dalla madre matrigna a quel tempo mia dea onnipotente e onnisciente, leggo La ragazza di Bube. Innamorandomene perdutamente.
La giacobina che a diciassette anni, costretta dall'insegnante di italiano, legge controvoglia La ragazza di Bube. Innamorandosene anche lei.

Blade Runner/2


Per la serie "ho visto cose"

La cacciata a calci in culo di Letta ad opera di Renzi nella connivenza incredibile di tutto il PD, degli alleati di governo e del Presidente della Repubblica, ancorché formalmente compiuta nei limiti della correttezza istituzionale - non è il suo il primo governo che verrà la luce col solo voto di fiducia del Parlamento quale insieme dei rappresentanti del popolo, posto che siamo pur sempre una repubblica parlamentare; non sarà lui il primo incaricato a formare un governo senza essere un parlamentare eletto; non è la prima volta che un presidente del Consiglio uscente si dimette irrevocabilmente senza richiedere il passaggio alle Camere per un voto palese di sfiducia - è nondimeno uno spettacolo tra i più miserandi e disonorevoli si siano mai visti in Italia, e sì che ne abbiamo visti tanti. La sciatteria, la volgarità, la protervia, la sfrontatezza politica del prossimo presidente del Consiglio lasciano stupefatti, senza parole. E, svelando il carattere dell'uomo, fanno comprendere il motivo per cui ha convinto finora tanta gente riuscendo in ogni sortita fino a quest'azzardo supremo senza colpo ferire: perché, come l'uomo di Arcore, il sindaco di Firenze, evidentemente, non ci fa. Ci è.

Blade Runner/1


Per la serie "ho visto cose"


Solo oggi, dopo la pronuncia di incostituzionalità della Consulta, scopro che l'accozzaglia di norme talebane che andavano sotto il nome di legge Fini Giovanardi - che, non operando distinzione tra droghe pesanti e leggere, ne equiparava le pene, talchè un ragazzino spacciatore di cannabis rischiava una condanna fino a vent'anni di galera come un grande trafficante internazionale - s'era occupata anche di cocaina, innalzando anche per quella sostanza un valore: quello della "modica quantità", ossia della quantità per uso quotidiano personale, della stessa, elevata da 150 mg a 500. Chissà perché...

domenica 9 febbraio 2014

In nome del popolo sovrano

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA, 1849 
PRINCIPII FONDAMENTALI 

I. La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica. 
II. Il regime democratico ha per regola l'eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né 
privilegi di nascita o casta. 
III. La Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini. 
IV. La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l'italiana. 
V. I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato. 
VI. La piú equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia coll'interesse politico dello Stato è la norma del riparto territoriale della Repubblica. 
VII. Dalla credenza religiosa non dipende l'esercizio dei diritti civili e politici. 
VIII. Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l'esercizio indipendente del potere spirituale. 
  
TITOLO I 
DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI 

ART. 1. — Sono cittadini della Repubblica: 
Gli originarii della Repubblica; 
Coloro che hanno acquistata la cittadinanza per effetto delle leggi precedenti; 
Gli altri Italiani col domicilio di sei mesi; 
Gli stranieri col domicilio di dieci anni; 
I naturalizzati con decreto del potere legislativo. 

ART. 2. — Si perde la cittadinanza: 
Per naturalizzazione, o per dimora in paese straniero con animo di non piú tornare; 
Per l'abbandono della patria in caso di guerra, o quando è dichiarata in pericolo; 
Per accettazione di titoli conferiti dallo straniero; 
Per accettazione di gradi e cariche, e per servizio militare presso lo straniero, senza autorizzazione del governo della Repubblica; l'autorizzazione è sempre presunta quando si combatte per la libertà d'un popolo; 
Per condanna giudiziale. 

ART. 3. — Le persone e le proprietà sono inviolabili. 

ART. 4. — Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato di giudice, né essere distolto dai suoi giudici naturali. Nessuna Corte o Commissione eccezionale può istituirsi sotto qualsiasi titolo o nome. Nessuno può essere carcerato per debiti. 

ART. 5. — Le pene di morte e di confisca sono proscritte. 

ART. 6. — Il domicilio è sacro: non è permesso penetrarvi che nei casi e modi determinati dalla legge. 

ART. 7. — La manifestazione del pensiero è libera; la legge ne punisce l'abuso senza alcuna censura preventiva. 

ART. 8. — L'insegnamento è libero. Le condizioni di moralità e capacità, per chi intende professarlo, sono determinate dalla legge. 

ART. 9. — Il segreto delle lettere è inviolabile. 

ART. 10. — Il diritto di petizione può esercitarsi individualmente e collettivamente. 

ART. 11. — L'associazione senz'armi e senza scopo di delitto, è libera. 

ART. 12. — Tutti i cittadini appartengono alla guardia nazionale nei modi e colle eccezioni fissate dalla legge. 

ART. 13. — Nessuno può essere astretto a perdere la proprietà delle cose, se non in causa pubblica, e previa giusta indennità. 

ART. 14. — La legge determina le spese della Repubblica, e il modo di contribuirvi. Nessuna tassa può essere imposta se non per legge, nè percetta per tempo maggiore di quello dalla legge determinato. 
  
TITOLO II 
DELL'ORDINAMENTO POLITICO 

ART. 15. — Ogni potere viene dal popolo. Si esercita dall'Assemblea, dal Consolato, dall'Ordine giudiziario. 

TITOLO III 
DELL'ASSEMBLEA 

ART. 16. — L'Assemblea è costituita da Rappresentanti del popolo. 

ART. 17. — Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici a 21 anno è elettore, a 25 è eleggibile. 

ART. 18. — Non può essere rappresentante del popolo un pubblico funzionario nominato dai consoli o dai 
ministri. 

ART. 19. — Il numero dei rappresentanti è determinato in proporzione di uno ogni ventimila abitanti. 

ART. 20. — I Comizi generali si radunano ogni tre anni nel 21 aprile. Il popolo vi elegge i suoi rappresentanti con voto universale, diretto e pubblico. 

ART. 21. — L'Assemblea si riunisce il 15 maggio successivamente all'elezione. Si rinnova ogni tre anni. 

ART. 22. — L'Assemblea si riunisce in Roma, ove non determini altrimenti, e dispone della forza armata di cui crederà aver bisogno. 

ART. 23. — L'Assemblea è indissolubile e permanente, salvo il diritto di aggiornarsi per quel tempo che crederà. 
Nell'intervallo può essere convocata ad urgenza sull'invito del presidente co' segretari, di trenta membri, o del Consolato. 

ART. 24. — Non è legale se non riunisce la metà, piú uno dei suoi rappresentanti. Il numero qualunque de' presenti decreta i provvedimenti per richiamare gli assenti. 

ART. 25. — Le sedute dell'Assemblea sono pubbliche. Può costituirsi in comitato segreto. 

ART. 26. — I rappresentanti del popolo sono inviolabili per le opinioni emesse nell'Assemblea, restando 
inerdetta qualunque inquisizione. 

ART. 27. — Ogni arresto o inquisizione contro un rappresentante è vietato senza permesso dell'Assemblea, salvo il caso di delitto flagrante. Nel caso di arresto in flagranza di delitto, l'Assemblea che ne sarà immediatamente informata, determina la continuazione o cessazione del processo. Questa disposizione si applica al caso in cui un cittadino carcerato fosse eletto rappresentante. 

ART. 28. — Ciascun rappresentante del popolo riceve un indennizzo cui non può rinunziare. 

ART. 29. — L'Assemblea ha il potere legislativo: decide della pace, della guerra, e dei trattati. 

ART. 30. — La proposta delle leggi appartiene ai rappresentanti e al Consolato. 

ART. 31. — Nessuna proposta ha forza di legge, se non dopo adottata con due deliberazioni prese all'intervallo non minore di otto giorni, salvo all'Assemblea di abbreviarlo in caso d'urgenza. 

ART. 32. — Le leggi adottate dall'Assemblea vengono senza ritardo promulgate dal Consolato in nome di Dio e del popolo. Se il Consolato indugia, il presidente dell'Assemblea fa la promulgazione. 

TITOLO IV 
DEL CONSOLATO E DEL MINISTERO 

ART. 33. — Tre sono i consoli. Vengono nominati dall'Assemblea a maggioranza di due terzi di suffragi. 
Debbono essere cittadini della repubblica, e dell'età di 30 anni compiti. 

ART. 34. — L'ufficio dei consoli dura tre anni. Ogni anno uno dei consoli esce d'ufficio. Le due prime volte 
decide la sorte fra i tre primi eletti. Niun console può essere rieletto se non dopo trascorsi tre anni dacché uscí di carica. 

ART. 35. — Vi sono sette ministri di nomina del Consolato: 
1. Degli affari interni; 
2. Degli affari esteri; 
3. Di guerra e marina; 
4. Di finanze; 
5. Di grazia e giustizia; 
6. Di agricoltura, commercio, industria e lavori pubblici; 
7. Del culto, istruzione pubblica, belle arti e beneficenza. 

ART. 36. — Ai consoli sono commesse l'esecuzione delle leggi, e le relazioni internazionali. 

ART. 37. — Ai consoli spetta la nomina e revocazione di quegli impieghi che la legge non riserva ad altra autorità; ma ogni nomina e revocazione deve esser fatta in consiglio de' ministri. 

ART. 38. — Gli atti dei consoli, finché non sieno contrassegnati dal ministro incaricato dell'esecuzione, restano senza effetto. Basta la sola firma dei consoli per la nomina e revocazione dei ministri. 

ART. 39. — Ogni anno, ed a qualunque richiesta dell'Assemblea, i consoli espongono lo stato degli affari della Repubblica. 

ART. 40. — I ministri hanno il diritto di parlare all'Assemblea sugli affari che li riguardano. 

ART. 41. — I consoli risiedono nel luogo ove si convoca l'Assemblea, né possono escire dal territorio della 
Repubblica senza una risoluzione dell'Assemblea sotto pena di decadenza. 

ART. 42. — Sono alloggiati a spese della Repubblica, e ciascuno riceve un appuntamento di scudi tremila e 
seicento. 

ART. 43. — I consoli e i ministri sono responsabili. 

ART. 44. — I consoli e i ministri possono essere posti in stato d'accusa dall'Assemblea sulla proposta di dieci rappresentanti. La dimanda deve essere discussa come una legge. 

ART. 45. — Ammessa l'accusa, il console è sospeso dalle sue funzioni. Se assoluto, ritorna all'esercizio della sua carica, se condannato, passa a nuova elezione. 


TITOLO V 
DEL CONSIGLIO DI STATO 

ART. 46. — Vi è un consiglio di stato, composto da quindici consiglieri nominati dall'Assemblea. 

ART. 47. — Esso deve essere consultato dai Consoli, e dai ministri sulle leggi da proporsi, sui regolamenti e 
sulle ordinanze esecutive; può esserlo sulle relazioni politiche. 

ART. 48. — Esso emana que' regolamenti pei quali l'Assemblea gli ha dato una speciale delegazione. Le altre funzioni sono determinate da una legge particolare. 


TITOLO VI 
DEL POTERE GIUDIZIARIO 

ART. 49. — I giudici nell'esercizio delle loro funzioni non dipendono da altro potere dello Stato. 

ART. 50. — Nominati dai consoli ed in consiglio de' ministri sono inamovibili, non possono essere promossi, né traslocati che con proprio consenso, né sospesi, degradati, o destituiti se non dopo regolare procedura e sentenza. 

ART. 51. — Per le contese civili vi è una magistratura di pace. 

ART. 52. — La giustizia è amministrata in nome del popolo pubblicamente; ma il tribunale, a causa di moralità, può ordinare che la discussione sia fatta a porte chiuse. 

ART. 53. — Nelle cause criminali al popolo appartiene il giudizio del fatto, ai tribunali l'applicazione della legge. La istituzione dei giudici del fatto è determinata da legge relativa. 

ART. 54. — Vi è un pubblico ministero presso i tribunali della Repubblica. 

ART. 55. — Un tribunale supremo di giustizia giudica, senza che siavi luogo a gravame, i consoli ed i ministri messi in istato di accusa. Il tribunale supremo si compone del presidente, di quattro giudici piú anziani della cassazione, e di giudici del fatto, tratti a sorte dalle liste annuali, tre per ciascuna provincia. L'Assemblea designa il magistrato che deve esercitare le funzioni di pubblico ministero presso il tribunale supremo. È d'uopo della maggioranza di due terzi di suffragi per la condanna. 


TITOLO VII 
DELLA FORZA PUBBLICA 

ART. 56. — L'ammontare della forza stipendiata di terra e di mare è determinato da una legge, e solo per una legge può essere aumentato o diminuito. 

ART. 57. — L'esercito si forma per arruolamento volontario, o nel modo che la legge determina. 

ART. 58. — Nessuna truppa straniera può essere assoldata, né introdotta nel territorio della Repubblica, senza decreto dell'Assemblea. 

ART. 59. — I generali sono nominati dall'Assemblea sopra proposta del Consolato. 

ART. 60. — La distribuzione dei corpi di linea e la forza delle interne guarnigioni sono determinate 
dall'Assemblea, né possono subire variazioni, o traslocamento anche momentaneo, senza di lei consenso.  

ART. 61. — Nella guardia nazionale ogni grado è conferito per elezione. 

ART. 62. — Alla guardia nazionale è affidato principalmente il mantenimento dell'ordine interno e della 
costituzione. 
  
TITOLO VIII 
DELLA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE 

ART. 63. — Qualunque riforma di costituzione può essere solo domandata nell'ultimo anno della legislatura da un terzo almeno dei rappresentanti. 

ART. 64. — L'Assemblea delibera per due volte sulla domanda all'intervallo di due mesi. Opinando l'Assemblea per la riforma alla maggioranza di due terzi, vengono convocati i comizii generali, onde eleggere i rappresentanti per la costituente, in ragione di uno ogni 15 mila abitanti. 

ART. 65. — L'Assemblea di revisione è ancora assemblea legislativa per tutto il tempo in cui siede, da non 
eccedere tre mesi. 
  
DISPOSIZIONI TRANSITORIE 

ART. 66. — Le operazioni della costituente attuale saranno specialmente dirette alla formazione della legge 
elettorale, e delle altre leggi organiche necessarie all'attuazione della costituzione. 

ART. 67. — Coll'apertura dell'Assemblea legislativa cessa il mandato della costituente. 

ART. 68. — Le leggi e i regolamenti esistenti restano in vigore in quanto non si oppongono alla costituzione, e finché non sieno abrogati. 

ART. 69. — Tutti gli attuali impiegati hanno bisogno di conferma. 

Il Presidente
G. GALLETTI

I Vice-Presidenti
A. SALICETI - E. ALLOCCATELLI

I Segretari
G. PENNACCHI - G. COCCHI
A. FABRETTI - A. ZAMBIANCH


Faccio cose, vedo gente/4

Dio mi ha creato per essere bambino, e mi ha mantenuto sempre bambino. Perché mai ha permesso che la Vita mi picchiasse e mi rubasse i giocattoli, e mi lasciasse solo durante la ricreazione, a spiegazzare con mani così deboli il mio grembiule azzurro, sporco di lunghe lacrime? Se non mi era possibile vivere senza carezze, perché hanno buttato via la mia tenerezza? Ah, ogni volta che vedo per la strada un bambino che piange, un bambino esiliato dagli altri, mi fa più male della tristezza del bambino nel dolore sprovveduto del mio cuore esausto. Mi addoloro con tutta la statura della vita sentita, e sono mie le mani che stringono la cocca del grembiule, sono mie le bocche storte dalle lacrime vere, è mia la debolezza, è mia la solitudine, e le risate della vita adulta che passa mi consumano come luci di fiammiferi strusciati sulla rugosa stoffa del mio cuore.

sabato 8 febbraio 2014

Faccio cose, vedo gente/3


Ad un tratto, come spesso capita a Londra, mi accorsi di una calma completa, di una totale sospensione del traffico. Nessuno passava per la strada. Una foglia si distaccò da un platano, all'angolo della strada, e cadde in mezzo a quella pausa e a quella sospensione. Era come un segnale che cadeva, qualcosa che indicava una forza trascurata e nascosta. Sembrava segnalare un fiume che scorreva in visibile lungo la strada e sollevava le persone e le portava via, così come il fiume a Oxbridge si era portato via lo studente nel suo battello, e le foglie morte. Ora il fiume portava, da un marciapiede all'altro, diagonalmente, una ragazza dalle scarpe lucide; poi un giovane dal cappotto marrone; e anche un tassì; tutti e tre s'incontrarono sotto la mia finestra; il tassì si era fermato, si fermarono la ragazza e il giovane, entrarono nella macchina, e poi questa si allontanò, come trascinata dalla stessa corrente.
Lo spettacolo era abbastanza comune; strano invece era l'ordine ritmico di cui la  mia immaginazione l'aveva investito; e il fatto che il comunissimo spettacolo di due persone che salgono su un tassì avesse il potere di comunicare in qualche modo la loro apparente soddisfazione. Vedere due persone che scendono per la strada e si incontrano all'angolo sembra liberare la mente da una tensione, pensavo, mentre vedevo scomparire il tassì. Forse il fatto di riflettere, come per due giorni avevo riflettuto, a un sesso indipendentemente dall'altro, significa una sforzo. Uno sforzo che nuoce all'unità della mente. Orbene, questo sforzo era finito, e quell'unità mi era stata ridata per il solo fatto di vedere due persone che si incontravano e salivano su un tassì. La mente è certo un organo assai misterioso, pensavo, allontanandomi dalla finestra, del quale non sappiamo assolutamente nulla, benché dipendiamo in tutto e per tutto da esso. Perché sento che ci sono divisioni e opposizioni nella mente, proprio come ci sono strappi, provocati da cause evidenti, nel corpo? Che cosa vuol dire "unità della mente"? mi domandavo, poiché è chiaro che la mente ha un così grande potere di concentrarsi in qualunque punto, in qualunque momento, che sembra non possedere un singolo stato di essere. Può separarsi dalla gente per strada, per esempio, e pensarsi come una cosa a parte rispetto a loro, che li guarda da una finestra al primo piano. Oppure può pensare spontaneamente con gli altri, come per esempio in mezzo alla folla, quando si aspetta la lettura di una notizia. Può pensare a ritroso, attraverso gli antenati o le antenate, come ho detto che una donna, che scrive, pensa a ritroso attraverso sua madre e la madre di sua madre. D'altronde se è una donna, spesso ci sorprende un improvviso spaccarsi della coscienza, per esempio quando si percorre Whitehall, e dall'erede naturale di quella civiltà che si era prima si diventa al contrario un estraneo deciso a criticarla. E' chiaro che la mente cambia costantemente di fuoco, e ci mostra il mondo sotto diverse prospettive. Ma alcuni di questi stati d'animo, anche quando vengono adottati spontaneamente, sembrano essere meno comodi degli altri. Per riuscire a mantenerci entro di essi, dobbiamo respingere inconsciamente qualcosa, e a poco a poco questa espressione diventa uno sforzo. Ma ci sarà qualche stato d'animo nel quale ci si possa mantenere senza sforzo, perché non c'è bisogno di respingere niente. E questo forse, pensavo, allontanandomi un po' più dalla finestra, è uno di quegli stati. Poiché certamente quando io vidi la coppia che saliva sul tassì, la mia mente si sentì come se dopo una lunga spaccatura si fosse naturalmente ricomposta in un insieme naturale. Il motivo più ovvio sarebbe che la cooperazione fra i sessi è perfettamente naturale. C'è in noi un profondo, benché irrazionale, istinto a favore della teoria che l'unione dell'uomo e della donna provoca la massima soddisfazione, la felicità più completa. Ma lo spettacolo di quelle due persone che salivano sul tassì, e la soddisfazione che questo mi provocava, mi induceva anche a domandarmi se i due sessi nella mente corrispondono ai due sessi nel corpo, e se anche questi due devono riunirsi per giungere alla completa soddisfazione e alla felicità. E dilettantescamente mi misi ad abbozzare uno schema dell'anima, secondo il quale in ognuno di noi presiedono due forze, una maschile e una femminile, e nel cervello dell'uomo l'uomo predomina sulla donna, nel cervello della donna la donna predomina sull'uomo. Lo stato più normale e più comodo è quello in cui queste due forze vivono insieme in armonia, cooperando spiritualmente. Nell'uomo la parte femminile del cervello deve comunque avere un suo effetto; e anche la donna deve cercare di andare d'accordo con l'uomo che c'è in lei. Forse voleva dire questo Coleridge, quando osservò che una mente superiore è androgina. Ed è appunto quando ha luogo questa fusione che la mente diventa pienamente fertile e può fare uso di tutte le sue facoltà. Forse una mente puramente maschile non può creare, e lo stesso vale per una mente puramente femminile, pensavo. Ma sarebbe bene indagare che cosa significa maschile-femminile, e inversamente femminile-maschile, soffermandomi a guardare qualche libro nella biblioteca.
Evidentemente Coleridge, quando disse che una mente superiore è androgina, non voleva dire che si tratta di una mente che sente una speciale simpatia per le donne; una mente che difende la loro causa, oppure si dedica a intepretarla. Forse la mente androgina è meno adatta a queste distinzioni di quanto non lo sia la mente unisessuale. Forse voleva dire che la mente androgina è risonante e porosa; che trasmette l'emozione senza ostacoli; che è naturalmente creatrice, incandescente e indivisa. Infatti subito pensiamo a Shakespeare, come prototipo di questa mente maschile-femminile, benché non si possa assolutamente dire che cosa pensava Shakespeare delle donne. E se è vero che una delle caratteristiche della mente pienamente sviluppata è quella di non pensare specialmente o separatamente al sesso, questo è assai più difficile da raggiungere adesso di quanto non lo fosse prima.

Faccio cose, vedo gente/2

Come ha potuto innamorarsi tanto di uno che oggi sente così lontano, uno con cui adesso non può nemmeno intrattenere una banale conversazione in auto? Quali sono i meccanismi dell'amore che ti portano a non vedere ciò che non si vuol vedere? Perché quello che è oggi Lorenzo Rinaldi era tale anche tre anni fa. Non ha dubbi al riguardo. Lei, allora, vedeva di lui solo ciò che l'attraeva. Cosa l'attraeva? Le sue mani, la sua voce, questo è certo. Ma bastano una voce e due mani perché una donna cada ai piedi di un uomo? Se oggi lei, Nurit Iscar, dovesse dire cosa l'ha fatta innamorare di Lorenzo Rinaldi, direbbe, perché è questo che crede, che a farla innamorare era stata la convinzione che lui fosse innamorato di lei. O quanto meno che lui dicesse ciò. Molto innamorato, diceva. Lo ha ripetuto fino all'ultimo. E Nurit gli aveva creduto. Questo, sentire che una donna, lei, chiamata Betibù da lui, ribattezzata così proprio da lui, suscitasse passione, affetto, bisogno in quell'uomo, l'aveva fatta innamorare. Una cosa che Nurit Iscar non provava più da tempo nel matrimonio. E aveva puntato tutto. Sull'innamoramento. Si era sbagliata? si chiede ora guardando dal finestrino, mentre Rinaldi le parla del calo di vendite da quando sono comparse le edizioni on line. No, non ha sbagliato nel puntare tutto. Ha sbagliato scommessa.

Faccio cose, vedo gente/1



He deals the cards as a meditation
And those he plays never suspect
He doesn't play for the money he wins
He don't play for respect

He deals the cards to find the answer
The sacred geometry of chance
The hidden law of a probable outcome
The numbers lead a dance

I know that the spades are the swords of a soldier
I know that the clubs are weapons of war
I know that diamonds mean money for this art
But that's not the shape of my heart

He may play the Jack of diamonds
He may lay the Queen of spades
He may conceal a King in his hand
While the memory of it fades

I know that the spades are the swords of a soldier
I know that the clubs are weapons of war
I know that diamonds mean money for this art
But that's not the shape of my heart
That's not the shape, the shape of my heart

And if I told you that I loved you
You'd maybe think there's something wrong
I'm not a man of too many faces
The mask I wear is one

But those who speak know nothing
And find out to their cost
Like those who curse their luck in too many places
And those who fear a loss

I know that the spades are the swords of a soldier
I know that the clubs are weapons of war
I know that diamonds mean money for this art
But that's not the shape of my heart
That's not the shape of my heart
That's not the shape, the shape of my heart