sabato 13 dicembre 2014

The age of innocence

Sono stata una bambina maltrattata e abusata. Non da estranei, ovviamente, ma proprio da coloro che avrebbero dovuto essere i custodi della mia vita, il porto sicuro della mia esistenza, la fonte primaria, essenziale, dell'amore e della considerazione per la mia piccola persona. Sono stata vessata, brutalizzata, usata, manipolata, traumatizzata, terrorizzata. E convinta, sì, sono stata convinta, da loro, che mi meritassi tutto questo, perché ero cattiva. Che la colpa di tutto questo fosse mia.

Ce ne hanno messo, per piegare la mia forza di volontà, la mia audacia infantile, la salda e incorrotta fiducia in me stessa, la mia vivacità incomprimibile, tentando con ogni mezzo di spaccarmi dentro. Nonostante i loro sforzi inesausti, la loro furibonda tenacia, sono riusciti, certo, ad incrinarmi giorno dopo giorno, in uno stillicidio atroce, incessante, ma non a rompermi. Mi hanno aperto delle crepe profonde, ma non sono riusciti a farmi a pezzi.

Oggi non mi importa più di quello che mi hanno fatto. Oggi riesco a pensare che l'hanno fatto a una bambina e io non sono più una bambina. Che perciò ora posso sopportarlo, posso assorbirlo dentro la mia carne. Che non è più grave, non fa più male. Che posso persino amarle, le violenze che ho subito, perché sono parte di me stessa, quella me stessa che ho finalmente imparato ad amare, che oggi amo, tutta intera. Che oggi persino quelle mi sono care, perché anche quelle sono me, mi appartengono, mi costituiscono, mi definiscono per quella che sono, unica, inconfondibile.

Però, se mi guardo indietro, mi dico: è stata davvero solo questione di fortuna. E' senz'altro solo per immensa buona ventura se, divenuta adulta, e cimentatami nei panni di moglie, e madre, nel vano tentativo di riavvolgere il nastro e costruirmi un'esistenza con una storia e un finale più felice, i miei cattivi spiriti, tormentandomi senza darmi requie, non sono tuttavia riusciti a farmi varcare l'infinitesimo limite, la millimetrica soglia che separa la normalità dalla tragedia, la terra ferma dal baratro. Forse è stato per grazia celeste, o per mero accidente, che quella notte in cui la giacobina di un mese e mezzo urlava per la fame io, afferrato il coltello del pane in preda al panico e all'angoscia per le sue grida, mi sia tagliata di netto la punta del dito invece di tagliare il suo tenero corpicino. Ed è senz'altro pura botta di culo se, esasperata dal pianto di ambedue i miei figli neonati che mi trivellava interiormente e rimestava nella carne viva delle mie ferite, io non ho mai procurato loro danni cerebrali permanenti nello scuotere violentemente le loro carrozzine in preda a raptus omicida. E so solo io lo sforzo terribile che in un paio di occasioni ho dovuto compiere su me stessa per non afferrarli e scaraventarli fuori dalla finestra, letteralmente.

Per tutto questo io oggi dico - di una ragazzina divenuta madre a diciassette anni; una ragazzina per cui la sua propria madre, che l'ha concepita con un uomo che non è suo marito e cresciuta indifesa e discriminata nella più completa ignoranza della questione, che di questa verità a cui le ha negato accesso per tanto tempo l'ha resa edotta vomitandogliela addosso solo durante la sua adolescenza, oggi, tramutatasi nella sua più accanita e feroce accusatrice, svelando così profondi sentimenti di odio e rancore nei suoi confronti, ipotizza scenari di efferata spietatezza, essendo capace, secondo quanto riportano i giornali, di affermare "era violenta già a sette anni" -: nessuno tocchi Veronica, Veronica è mia.



26 commenti:

  1. " .... nessuno tocchi Veronica, Veronica è mia!" ?!?!?
    No, 'bellegambe' @Cri, stavolta non mi trovi completamente d' accordo con te ....
    Hai riassunto bene le cause che hanno concorso fin dall' inizio del tempo a creare la Veronica di oggi, hai pianto lacrime giuste e condivisibili associando alcuni aspetti della sua tribolata, e giovane, esistenza ... alla tua, hai rimarcato da par tuo la tragica precarietà di questa precoce donna-madre, e fin qui mi trovo d' accordo con te !
    Ma Veronica "deve essere toccata", "toccata e curata" da chiunque professionalmente sappia curare le patologie senza ferire l' anima, ed espletare con affetto e rispetto tutte le terapie del caso !
    Di certo .... non si potrebbe esser tranquilli ove Veronica continuasse a far da madre, senza controlli ( rigorosi quanto affettuosi ), al figlioletto che è scampato a quella immonda sorte che ha carpito il piccolo Loris ... ed io spero tantissimo che venga affidato al marito e ai nonni materni, al fine di tirarlo fuori dagli orrori già vissuti e fargli affrontare, quando verrà il momento, un futuro meno tragico !
    Un abbraccio @Cri ... buon fine settimana ! :-)))

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  2. Ahi .... la fretta ( e l' emozione ... ) : NON "affidato ai nonni materni" ... a quelli ... pussavia, hanno già fatto troppi danni con Veronica !
    Bensì è ai NONNI PATERNI .... che quel piccoletto senza più fratellino deve esser affidato .... e con estrema delicatezza !

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    1. Carissimo carissimo carissimo Bruno, che nemmeno nei miei più speranzosi pensieri avrei immaginato di ritrovare qua dentro a darmi il benvenuto dopo una mia lunga assenza - che felice coincidenza, che fausta concomitanza! -, ma guarda che noi due siamo d'accordo, totalmente d'accordo, e in piena sintonia!
      "Nessuno tocchi Veronica" vorrebbe riecheggiare, nelle mie intenzioni, quel "nessuno tocchi Caino" che si sostanzia nella narrazione biblica come anatema divino a rimarcare che colui che ha infranto il tabù è esso stesso divenuto tabù, sacro, postosi laddove si situa il crinale su cui santità e abominio si toccano, al di fuori del bene e del male, in un ambito soprannaturale dove alcun uomo può più accostarglisi, dove è divenuto "affare di Dio". "Nessuno tocchi Caino" o per meglio dire nell'originale inglese "giù le mani da Caino" è il nome dell'organismo mondiale che si batte contro la pena di morte e la tortura, perché chi ha commesso reati sia giudicato con umanità e rispetto, senza esser oggetto di ritorsioni selvagge, primordiali, inaccettabili in contesti di civiltà. Ecco, io questo intendo, con "nessuno tocchi Veronica": non certo che torni a stare col suo figlio superstite - anzi, ti dirò, forse scandalizzandoti, o scandalizzando chi mi legge, che, prioritariamente per il suo proprio bene, nell'auspicio di una ricostruzione di se stessa come persona, spero che lei non lo veda più, o per lo meno non lo veda a lungo - o che sia rimessa in libertà come nulla fosse stato, ma che non sia lapidata, ostracizzata, ripudiata da noi come un corpo estraneo, un informe ammasso mostruoso che non ci appartiene e non ci somiglia. Nessuno tocchi Veronica, perché Veronica è mia, io la rivendico come mia sorella, mia simile: perché a lei è accaduto quello che poteva accadere a me, e io non la mollo, non la getto a mare, non la voglio uccidere. Certo che Veronica va aiutata. Anche per Veronica ci deve essere una speranza, perché Veronica è un essere umano.
      E va, ovviamente, ovviamente, ovviamente!, aiutato anche il suo piccolino a crescere senza la mamma, amorevolmente protetto da figure sostitutive (sono d'accordo in toto con te sul rilievo sui nonni paterni; ora credo di aver capito che stia con una zia paterna); e spero per lui che, per spezzare la catena, chi lo avrà in custodia abbia la immensa forza, e delicatezza, di non distruggere in lui la figura materna, che chi gli è accanto abbia il dono, la grazia, di riuscire a preservare in questo bambino l'immagine positiva di una madre che, per quanto assassina, per quanto infrequentabile, nello stesso interesse della sopravvivenza del piccino, è elemento fondante della sua piccola psiche, indispensabile per la sua armoniosa crescita interiore.
      Ti abbraccio con grandissima gioia per averti ritrovato, caro cavaliere errante :)))))

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  3. Dopo parole così riesco solo ad abbracciarti, e ad abbracciarti forte.
    (Abbracciare te, ma non quell'altra, che nemmeno nomino perché non conosco e non posso e non voglio conoscere: odio il frastuono mediatico attorno a certi fatti, che sia frastuono "pro" o frastuono "contro": non lascio decidere a giornali o tg o talkshow sciacalleggianti che cosa riguardi o non riguardi la mia vita.)

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    1. p.s.
      Non vorrei che qualcuno prendesse per indifferenza quella che voleva essere onestà intellettuale. Ho un atroce dubbio: forse mi sono espresso male. Volevo dire che io SO GIÀ fin troppo bene di avere DENTRO DI ME tutte le possibili vittime (compreso quel bambino) e tutti i possibili carnefici, comprese le madri (e i padri) che uccidono i figli. Altrimenti non sarei uno Scrittore, ma un pagliaccetto mediatico, un pirla cagalibri come troppi ce ne sono. Ma proprio per questo devo avere l’onestà e il coraggio di partire DA ME e di scavare dentro di me, sicuro che DENTRO ME TROVERÒ TUTTO L’ORO E TUTTA LA MERDA DEL MONDO, partire da me, e non dalla SCORCIATOIA dei fattacci di cronaca nera!
      So benissimo che esistono scrittorelli (non faccio nomi per non essere inutilmente polemico, sennò poi dicono che sono geloso degli usurpatori di mezza tacca) capaci di sfornare domattina stessa un instant book scritto al femminile singolare in cui pretendono di “essere” questa V. e di parlare “per” questa V.
      Ma per mia fortuna non faccio parte di loro!
      Ecco, adesso forse l’ho detto meglio.
      E ti ri-abbraccio.

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    2. Nick! Che gioia ritrovare anche te. Che bello esser tornata a scrivere, per avere il privilegio di vederti qui a donarmi i tuoi pensieri e la tua sincerità intellettuale e di cuore :)))
      Io, sarà che un po' ti conosco, non ho avuto dubbi su quello che volesse intendere il tuo primo commento. A me è stato evidente che la tua non è indifferenza per una persona coinvolta in un fatto tragico e atroce, ma che "quell'altra" volesse essere, piuttosto, una delicatezza, un rispetto estremo, per una sventurata sconosciuta che non può, come invece è successo e continua abbondantemente a succedere, diventare una sorta di creta modellabile a piacimento nelle mani di giornalisti e letterati da strapazzo senza coscienza, senza talento e senza dignità. Di donne "x" ce ne sono a bizzeffe, come di uomini "x" e di bambini "x": dietro ogni paio d'occhi che incontriamo ci sono celati chi sa quali traumi, chi sa quali sofferenze; e il vero scrittore è quello che, come tu dici, sa cavarsi quei traumi e quelle sofferenze dal suo interno, perché è in sintonia col mondo, perché, come Terenzio, sa che "nihil humanum a me alienum puto".
      Ecco, però ora forse ti è più chiaro il motivo per cui il tuo Quattro soli a motore mi abbia coinvolta così tanto, e così profondamente ;) :)
      Ti abbraccio e ri-abbraccio anch'io :)

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  4. Sono tempi malati, forse sono malati dai primordi questi tempi dell'umanità. Un abbraccio.

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    1. Penso che sì, forse questa malattia ha radici molto, molto antiche.
      Però sì, ora, per una serie di fattori, non ultima la velocità di trasmissione delle notizie, che si assomma ad una inversamente proporzionale manicheismo che trascura il necessario vaglio delle informazioni e la giusta disamina delle situazioni, pare che la malattia sia in una fase di particolare recrudescenza.
      Quel che posso e voglio dirti, caro Alberto, per ringraziarti della contentezza che provo per la tua visita, è che anche la malattia è segno di vitalità. Solo i morti non si ammalano più. E che ora posso testimoniarlo che sì, il vissuto che ci è toccato in sorte di vivere nella dipendenza precedente all'autonomia della vita adulta, se riportato alla luce e guardato senza paura svela, dietro abissi di terrore e dolore, l'amore primordiale per se stessi, quello che pareva irrimediabilmente perduto. E invece no, nessuno è perduto, nessuno si perde davvero. C'è speranza, c'è un barlume di senso per tutti :)

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  5. Beh ... dopo questa tua chiarificazione ( che intuivo ... ) su 'li facti accaduti', se una significatione avessimo a trarre dai medesimi .... issa est : bene, @Cri .... mi tolgo l' armatura ( che è ferraglia .... ehm .... ingombrante ) e ti .... ehm .... riabbraccio ancora più forte !!! :-)))
    Postescritto : col cuore, con la mente .... e con tutte le azioni che, da cittadini informati, possiamo mettere in campo .... faremo sì che il bimbetto scampato cresca bene, sviluppi positivamente, e originalmente, la sua psiche, non perda mai l' immagine della mamma .... e diventi un cittadino migliore per il migliore dei mondi possibili, se esser cittadino, in cotal mondo migliore, avrà ancora un significato ! :-)

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  6. ti comprendo molto bene cara Cristina: anche mia mamma ad un certo punto voleva buttarmi giù dal balcone perchè piangevo continuamente durante la notte: qualche angelo del cielo l'ha assistita e continua ad assisterci!!!
    Senza l'aiuto della Provvidenza siamo come canne sbattute dal vento...
    Un abbraccio

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    1. Purtroppo la Provvidenza non provvede sempre, Luigi. Non ha provveduto a non far uccidere il bambino Loris, non ha provveduto a non far uccidere nell'anima Veronica quando era bambina. Ricambio l'abbraccio, con stanca dolcezza.

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  7. Un abbraccione!!!
    Ma di quelli che le braccia sono lunghe 7 metri.

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  8. La tua esperienza dimostra soprattutto la tua forza.
    Quel limite millimetrico che ogni genitore è spesso lì lì per oltrepassare DEVE essere invalicabile. Senza appello.

    Tanti abbracci, come se piovesse!

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    1. Deve esserlo, ma non lo è, AGO: perché questo equilibrio sacro, cosmico, poggia sulle fragili braccia di esseri umani. Braccia che tremano, e alle volte lasciano cadere. I bambini sono figli della forza stessa della vita, come dice Gibran nella sua poesia "Ai figli" che io tanto amo. I genitori ne sono solo i custodi: gli archi, continua il poeta, da cui, come frecce vive, i figli sono scoccati avanti. Ma se non ci si sente vivi non si può aver la forza di tramandare la vita: l'arco non si tende adeguatamente, la freccia non vola alta nel cielo, ma piomba in un baratro. Può succedere, e io non riesco a non dire "mi riguarda". :)))))
      Una pioggia di abbracci anche per te: anzi, una nevicata! Di abbracci soffici, candidi, morbidi, ovattati, aerei...

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    2. Endi, so' du' giorni che a Roma c'è un sole che pare primavera, mo' ;) ^_^

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  9. Ultimamente, ogni volta che ti leggo rimango senza fiato. Scioccato e meravigliato. Ti leggo soprattutto di là, in quell'altro nostro spazio. Ma oggi sono voluto passare anche qua, avevo deciso di dedicare del tempo al mio blog ed a quello di chi, ultimamente, mi vede poco! E l'esperienza s'è ripetuta. Meravigliato e scioccato.

    Credo che solo le esperienze vissute possono permettere ad un individuo di comprendere. Non giustificare ma comprendere. Penso che tu hai l'esperienza, anche dura, difficile da raccontare e da ascoltare. Quindi puoi comprendere e, infatti, hai dato una tua mirabile interpretazione di fatti atroci, spaventosi.

    Non posso non condividere questa tua riflessione finale. E' per questo che mi tengo lontano dai messaggi scontati e sensazionalistici lanciati dai media. Servirebbe silenzio e riflessione per comprendere certi fenomeni. Invece, si produce solamente caos, frastuono e confusione.

    Ciao Cri, buon proseguimento di serata.

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    1. Porca miseria, mi spiace di scioccarti... Ci ho pensato tanto prima di scrivere questo post. Aldo, che sa i casi miei da anni, mi ha telefonato a casa per dirmi: e ora come commento? Il fatto è che si sono accavallate cose diverse, fuori e dentro di me: da una parte, qualche tempo fa, appena prima del fatto di cui stiamo parlando qui, si è fatta strada in me una dolcissima sensazione di pacificazione col mio passato. Non una rassegnazione, proprio un'accettazione, una presa in carico con amore del mio bagaglio, di ciò che sono stata e che per questo sono. Perché, ho detto al mio amatissimo maestro jedi, ora che mi voglio bene mi voglio bene tutta, senza esclusione di alcuna parte di me, e perciò voglio bene anche a quello che mi hanno fatto, qualsiasi cosa mi abbiano fatto. Dall'altra, sarà che ero intenerita per questi miei processi interiori, questa faccenda di Loris e di sua madre Veronica - anch'io di norma mi tengo lontana dal sensazionalismo e dal cannibalismo mediatico, e per questo mi ha stupita invece la mia reazione - mi ha colpita come uno sparo in mezzo al petto. Sin dal primo momento, quando ancora lo davano per scomparso, io sentivo che il bimbo era morto. E intuivo chi lo avesse ucciso, non so perché. E quando ho sentito le dichiarazioni della mamma della mamma, e della sorella, ho provato una furia incontenibile, come se le avessero dette a me. Perché, vedi, Carlo, quelle sono con molta buona approssimazione le precise parole che mia madre ancora oggi mi rivolge. Questi aguzzini sono tetragoni, hanno comportamenti standard, e sono molto prevedibili. Magari mi sono solo identificata, ma vedere il viso di questa mamma ragazzina mi ha dato il colpo di grazia finale. Penso a lei come simbolo di tutto il dolore e il malessere di tante donne e tanti uomini segnati dall'infanzia. Io ne sono uscita perché sono stata aiutata da persone buone, che mi hanno voluto bene, ad elaborarlo, questo dolore. Non tutte sono fortunate, non tutti sono fortunati come me :)
      Ciao, Carlo, buon week end. Grazie di quello che hai scritto. Grazie moltissimo :)))

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    2. E, ovviamente, la mamma di Veronica avrà avuto i suoi, di aguzzini... Queste sono catene in cui non ci sono vincitori, e dove i carnefici sono stati a loro volta vittime. Per questo è così importante cercare con ogni mezzo di spezzarle :)

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  10. Non riuscendo a commentare bene come vorrei sappi questo, nonno aldo ti è vicino.
    Un abbraccione.

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  11. Cristina, ti penso con affetto e ti auguro tutta la forza possibile affinché tutto il dolore del passato svanisca.
    Purtroppo nella vita si ripetono le atrocità, penso al piccolo Loris e a tante persone nelle zone di guerra che subiscono violenze: questo è il nostro inferno!
    Un abbraccio
    Nou

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    1. Il dolore del passato non svanisce, Nou, ma si assorbe e diventa forza e vita, espansione, compattezza.
      Il male nel mondo esiste, è una realtà. Ed è atroce perché è banale e insignificante, come diceva la Arendt. Ed è una manifestazione di potere, che si accanisce contro i più deboli. Tra i quali i bambini sono i più rappresentativi. Loris è morto, ma tanti bambini non muoiono e continuano ad esser uccisi giorno dopo giorno, una stilla alla volta, da estranei o da familiari. Tuttavia noi abbiamo cuori più grandi del male. E la capacità di scegliere di non farne altrettanto di quello che ci è stato fatto. E ogni volta che riusciamo ad adoperarla abbiamo vinto un piccolo paradiso.
      Un abbraccio anche a te.

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