mercoledì 27 febbraio 2013

Star wars

Mi scoccia sentirmi tirare la cavezza, mi sento snaturata, non come persona (perché nel marasma della mia sconclusionata schizofrenia da sempre allegramente convivono, accanto a una manciata di cantrici di languori e sacerdotesse dell'intimismo, un paio di rognose pasionarie barricadere) ma come blogger che ha dato al suo diario virtuale un taglio ben preciso che in questi ultimi due giorni si squinterna come mai era successo prima; mordo il freno, faccio per distogliere il muso, però la forza dello strattone ogni tanto torna a farmi voltare bruscamente la testa, dal mio ombelico all'orizzonte, dal mio privato al pubblico, dalle stronzate mie piccine alle coglionerie collettive, come un'onda che continua a rimontare all'improvviso increspando ogni volta la gran bonaccia delle Antille.
Speriamo sia l'ultimo sussulto, ma non garantisco.
Ho letto sul blog di Gad Lerner un articolo tratto dall'Internazionale, scritto dal collettivo Wu Ming, che ha per tema il Movimento 5 stelle. Lo copio e incollo qui come ogni adolescente si ricopia le poesie e gli aforismi che sente come manifesto del suo pensiero, scritti in suo nome, affiggendoli poi sui muri della sua cameretta.
Perché sento che ha ragione mio figlio: se vuoi scardinare il sistema, bene, bravo: per farlo devi fare la rivoluzione. Ma quella si fa in piazza prendendosene i rischi, non comodamente seduto al caldo e al sicuro dietro ad un pc. E al seguito di un guru, anzi due, che sono la vivente contraddizione di quello che stanno propagandando.

Il Movimento 5 stelle ha difeso il sistema


Adesso che il Movimento 5 stelle sembra aver “fatto il botto” alle elezioni, non crediamo si possa più rinviare una constatazione sull’assenza, sulla mancanza, che il movimento di Grillo e Casaleggio rappresenta e amministra. L’M5s amministra la mancanza di movimenti radicali in Italia. C’è uno spazio vuoto che l’M5S occupa… per mantenerlo vuoto.

Nonostante le apparenze e le retoriche rivoluzionarie, crediamo che negli ultimi anni il Movimento 5 stelle sia stato un efficiente difensore dell’esistente. Una forza che ha fatto da “tappo” e stabilizzato il sistema. È un’affermazione controintuitiva, suona assurda, se si guarda solo all’Italia e, soprattutto, ci si ferma alla prima occhiata. Ma come? Grillo stabilizzante? Proprio lui che vuole “mandare a casa la vecchia politica”? Proprio lui che, dicono tutti, si appresta a essere un fattore di ingovernabilità?

Noi crediamo che negli ultimi anni Grillo, nolente o volente, abbia garantito la tenuta del sistema.

Negli ultimi tre anni, mentre negli altri paesi euromediterranei e in generale in occidente si estendevano e in alcuni casi si radicavano movimenti inequivocabilmente antiausterity e antiliberisti, qui da noi non è successo. Ci sono sì state lotte importanti, ma sono rimaste confinate in territori ristretti oppure sono durate poco. Tanti fuochi di paglia, ma nessuna scintilla ha incendiato la prateria, come invece è accaduto altrove. Niente indignados, da noi; niente #Occupy; niente “primavere” di alcun genere; niente “Je lutte des classes” contro la riforma delle pensioni.

Non abbiamo avuto una piazza Tahrir, non abbiamo avuto una Puerta de Sol, non abbiamo avuto una piazza Syntagma. Non abbiamo combattuto come si è combattuto – e in certi casi tuttora si combatte – altrove. Perché?

I motivi sono diversi, ma oggi vogliamo ipotizzarne uno solo. Forse non è il principale, ma crediamo abbia un certo rilievo.

Da noi, una grossa quota di “indignazione” è stata intercettata e organizzata da Grillo e Casaleggio – due ricchi sessantenni provenienti dalle industrie dell’entertainment e del marketing – in un franchise politico/aziendale con tanto di copyright e trademark, un “movimento” rigidamente controllato e mobilitato da un vertice, che raccatta e ripropone rivendicazioni e parole d’ordine dei movimenti sociali, ma le mescola ad apologie del capitalismo “sano” e a discorsi superficiali incentrati sull’onestà del singolo politico/amministratore, in un programma confusionista dove coesistono proposte liberiste e antiliberiste, centraliste e federaliste, libertarie e forcaiole. Un programma passepartout e “dove prendo prendo”, tipico di un movimento diversivo.

Fateci caso: l’M5s separa il mondo tra un “noi” e un “loro” in modo completamente diverso da quello dei movimenti di cui sopra.

Quando #Occupy ha proposto la separazione tra 1 e 99 per cento della società, si riferiva alla distribuzione della ricchezza, andando dritta al punto della disuguaglianza: l’1 per cento sono i multimilionari. Se lo avesse conosciuto, #Occupy ci avrebbe messo anche Grillo. In Italia, Grillo fa parte dell’1 per cento.

Quando il movimento spagnolo riprende il grido dei cacerolazos argentini “Que se vayan todos!”, non si sta riferendo solo alla “casta”, e non sta implicitamente aggiungendo “Andiamo noi al posto loro”.

Sta rivendicando l’autorganizzazione autogestione sociale: proviamo a fare il più possibile senza di loro, inventiamo nuove forme, nei quartieri, sui posti di lavoro, nelle università. E non sono le fesserie tecnofeticistiche grilline, le montagne di retorica che danno alla luce piccoli roditori tipo le “parlamentarie”: sono pratiche radicali, mettersi insieme per difendere le comunità di esclusi, impedire fisicamente sfratti e pignoramenti eccetera.

Tra quelli che “se ne devono andare”, gli spagnoli includerebbero anche Grillo e Casaleggio (inconcepibile un movimento comandato da un milionario e da un’azienda di pubblicità!), e anche quel Pizzarotti che a Parma da mesi gestisce l’austerity e si rimangia le roboanti promesse elettorali una dopo l’altra.

Ora che il grillismo entra in parlamento, votato come extrema ratio da milioni di persone che giustamente hanno trovato disgustose o comunque irricevibili le altre offerte politiche, termina una fase e ne comincia un’altra. L’unico modo per saper leggere la fase che inizia, è comprendere quale sia stato il ruolo di Grillo e Casaleggio nella fase che termina. Per molti, si sono comportati da incendiari. Per noi, hanno avuto la funzione di pompieri.

Può un movimento nato come diversivo diventare un movimento radicale che punta a questioni cruciali e dirimenti e divide il “noi” dal “loro” lungo le giuste linee di frattura?

Perché accada, deve prima accadere altro. Deve verificarsi un Evento che introduca una discontinuità, una spaccatura (o più spaccature) dentro quel movimento. In parole povere: il grillismo dovrebbe sfuggire alla “cattura” di Grillo. Finora non è successo, ed è difficile che succeda ora. Ma non impossibile. Noi come sempre, “tifiamo rivolta”. Anche dentro il Movimento 5 stelle.


(Questo articolo di Wu Ming, collettivo di scrittori italiani, è stato pubblicato per la prima volta il 25 febbraio 2013 nel live blog di Internazionale sulle elezioni politiche).


EDIT: Grillo la bestia risponde ora sul suo blog, da par suo (e non è un complimento) a Bersani. Dimostrando, ove ve ne fosse stato ancora bisogno, di che pasta è fatto e quali sono le sue reali intenzioni. Se non è rozza pretattica stiamo messi molto, molto, molto male.

martedì 26 febbraio 2013

Apocalypse now

"Ho votato PD anch’io, come cristina_emme, e pur riconoscendone i limiti in campagna elettorale, ritengo che siano stati limiti principalmente di comunicazione: una campagna troppo blanda, senza voli pindarici o frasi d’effetto azzeccate, pressoché priva di slogan efficaci. Senza sogni.
Ora tutti gridano al peccato mortale, ovviamente: dopo vent’anni di berlusconismo e la crisi economica che morde, in Italia più che altrove la comunicazione è il messaggio, e hai voglia di essere un uomo onesto come Bersani, hai voglia di sbandierare contenuti veritieri se poi non le spari abbastanza grosse da far sognare la gente almeno per due minuti. Insomma, il linguaggio di verità non paga e si può ben dire che sommando i voti abbia vinto il populismo, sia vecchio che nuovo.
Perché che Grillo sia populista non ci piove, non venitemi a dire che non è vero.
Purtroppo però la storia recente (v. Lega) mi fa diffidare di chi si presenta con la ramazza in Parlamento e non so proprio perché la natura umana dei grillini dovrebbe essere diversa da quella dei leghisti della prima ora, comunque stiamo a vedere.

Io ho votato PD perché dopo 20 anni detesto il populismo in ogni sua forma, volevo un leader affidabile, e ho vissuto il berlusconismo con grande sofferenza, consapevole del fatto che prima di essere scelta politica è un fenomeno culturale che da noi è maggioritario e forse lo sarà sempre: ho visto gente inchiodare con la macchina di fronte ai manifesti di Berlusconi che prometteva la restituzione dell’Imu e le piazze di Grillo piene a gridare “via dall’Euro”, senza forse capire la reale fattibilità o opportunità di entrambe le cose.
Ieri sera ho trovato agghiacciante che gli attivisti M5S dichiarino di volere un referendum per uscire dall’euro che
a) Non è previsto dalla nostra costituzione
b) solo annunciarlo da chi ormai è nelle istituzioni provoca un terremoto nei mercati
c) Provocherebbe un disastro interno totale.
La 25enne portavoce intervistata dalla Gruber pareva non avere idea di cosa fosse una Fiducia da votare in Parlamento e continuava a ripetere il mantra “voteremo le idee”.

Trovo che anche quelli che ora, col senno di poi, dicono che sarebbe stato meglio Renzi di Bersani per vincere forse non hanno capito che il punto non è essere più giovani o sembrare un family banker di Mediolanum (cit.).
Se Bersani si trovava uno spin doctor decente e sparava caz*ate vinceva a mani basse. Non avrebbe avuto bisogno di cedere il passo, di avere meno anni, di non sembrare troppo “d’apparato”, come si suol dire.
Queste cose da noi non contano davvero.
In Italia non occorre essere nuovi per davvero, bisogna solo sembrarlo il tempo necessario a darla a bere alla gente.
Il popolo italiano non merita alcun linguaggio di verità perché alla fine della verità non sa che farsene."

(Commento di mor_wen sul blog di Vittorio Zucconi su Repubblica. Lo copio perché esprime alla lettera il mio pensiero, e con molta più lucidità e serenità di come riuscirei a fare io. Io ho votato SeL e non direttamente PD, è l'unica differenza, e per me era una differenza non da poco, significava un preciso orientamento e la volontà di pesare influenzando in modo virtuoso a sinistra la politica del nascente governo - che è morto in culla. Ma la sostanza non cambia.

EDIT: ci aggiungo anche questo di pogoopossum:


pogoopossum 26 febbraio 2013 alle 11:29
"Questo è l’unico Paese al mondo dove si protesta contro chi non ha mai governato (Bersani) e mai avuto la maggioranza (PD).
Che il 30% dell’elettorato attivo (cioè del 75%) potesse votare Berlusconi, era cosa facile da comprendere. Fa ribrezzo e si potrebbe scrivere un saggio infinito sui perché e i percome, ma intanto è un risultato ampiamente intuibile.
Quello che è folle è che molte persone, di sinistra o antiberlusconiane, si sono trasferite dal PD ai populisti del 5S.
Queste persone, o non hanno ancora capito la legge con cui si vota, oppure semplicemente sono autolesioniste.
I miei complimenti ai duri e puri di sinistra che sono talmente stufi della politica attuale che per poco non regalavano la maggioranza per l’ennesima volta al signore delle cene eleganti.

D’altronde qui in Italia, la sinistra tutta a posto non è: ora pare sia colpa di Bersani; ma se Bersani “insegue” Grillo o Berlusconi, cosa lo differenzia dagli originali? Boh.
Qualcuno, infine, rimpiange ancora Renzi. Il giovane sindaco rampante che era d’accordo con la riforma Fornero e con Monti; Renzi, che aveva dietro Pietro Ichino (monetarista convinto) che infatti poi è passato da Monti. Renzi, che a Firenze malignamente sussurravano di votare per la presidenza del consiglio così si dimetteva da sindaco… Quel Renzi lì? Ma fatemi il piacere, diceva Totò!
L’unico motivo di rispetto è che non ha sbattuto la porta e non si è trasferito.
Invece la colpa è di Bersani, un keynesiano convinto, che è contro la rigidità dell’austerità imposta dall’alto e dei tagli lineari, che ha dato prova di essere uno in gamba nei due anni da ministro (le migliori cose sono arrivate dal suo ministero), che è persona per bene, onesta e ha fatto una campagna sobria senza strilli e baggianate.
Infine, mi sembra che siano mancati quasi per ripicca i voti dei renziani di sinistra (che poi è un ossimoro): segno che l’Italia non è un paese maturo. I sostenitori della Clinton, dopo la sconfitta appoggiarono Obama, perché così funziona in un Paese serio politicamente.

Comunque 5 regioni su 6 del centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Molise) hanno premiato il PD al senato. Ha tradito l’Abruzzo, una volta più orientato a sx…
Alla camera, invece, solo 4 su 5 hanno confermato il PD, perché nelle Marche ha vinto il 5S. Segno dei tempi che cambiano. I giovani sono più populisti dei loro genitori.

P.S. quello che più mi fa paura, è che due guitti da avanspettacolo hanno raccolto il 55% dell’elettorato attivo. Siamo senza speranza."

Questo il post relativo, anch'esso, nella sua laconicità, per me totalmente condivisibile.)

lunedì 25 febbraio 2013

Lost in translation


Heu! Quantum per se candida forma valet!

Properzio, II, 29, 30


Che vieni a fare ora,
giovinezza,
incanto sfacciato della vita?
Cos’è che ti spinge sulla spiaggia?
Stavamo tranquilli noi di mezza età
e tu vieni a ferirci, facendoci rivivere
i più pericolosi sogni impossibili,
vieni a frugarci nell’immaginazione.

Dalle onde sorta,
tutta fulgore, sfavillio, sensualità pura
e ondoso movimento d’animale latente,
verso la riva avanzi,
con seni minuscoli rosati,
con maliziose natiche come sorrisi,
oh dea slanciata dalle caviglie un po’ grosse,
e con quell’accenno
(così tipicamente tuo)
del ventre che cede all’appiccatura
delle cosce: bellezza delicata,
precisa e indecisa,
dove posar la fronte spargendo lacrime.

E ti vediamo giungere, figura
d’un favoloso spazio rivierasco
con tori, con conchiglie e con delfini,
sopra la rena molle, tra mare e cielo,
ancora tremula di gocce,
abbagliata di sole e sorridendo.

Ci annunzi il regno della vita,
il sogno d’altra vita, più libera e più piena,
senza più voglie rancorose come rimorsi
- senza desiderare te, sofisticata
bestiolina infantile ove coincidono
l’immediata bellezza della starlet
e la graziosa timidezza del principe.

Anche tu aggrotti la fronte
all’improvviso, che un pensiero t’assilla
eccitante ed ottuso
e volgendo verso il mare il tuo viso dove brilla
tra bionde ciocche madide
l’espressione malinconica di Antinoo,
oh bella indifferente
per la spiaggia cammini come se non sapessi
che ti inseguono gli uomini ed i cani,
gli angeli e gli dei
e gli arcangeli,
i troni, le abominazioni…


Jaime Gil de Biedma, Poemi postumi.
Traduzione dallo spagnolo di Giovanna Calabrò

(Rubata alla mia fantastica Alberta sulla sua pagina FaceBook)

venerdì 22 febbraio 2013

Con trentacinquemila click/felici corrono le ore

Stasera mi riscuoto dalla mia pesantezza emotiva, dalla fatica di portarmi appresso cupi pensieri - per il destino sempre più miserando della nazione dove mi tocca vivere, per le mille ansie dei figli, per l'empatia per la sofferenza delle persone che ultimamente mi hanno aperto il loro cuore lardellato come un pezzo di manzo prima di esser messo ad arrostire in forno -, mi installo sulla faccia un bel sorriso di benvenuto e rendo omaggio allo sforamento delle trentacinquemila visite sul mio blogghino (di cui almeno diecimila saranno da attribuirsi ai miei personali click compulsivi...) nonché all'ignoto e gradito visitatore che da qualche tempo latitava e ora è tornato, togliendomi almeno 'sto peso dal cuore: colui, o colei, che entra nel mio blog da google digitando la chiave di ricerca "madri manipolatrici". Un bacio!

giovedì 21 febbraio 2013

Alla fiera dell'est

Conosceva Ics da più di un anno; ma mise un dito a mollo nell'acqua del mare prospiciente la sua casa virtuale solo un giorno afoso e assolato dell'estate seguente, quando, per fedeltà al sodalizio di tipo quasi cavalleresco instaurato con Alfa, che l'aveva approcciata espletando la pratica una settimana prima, Ics le chiese il contatto su FaceBook. 
Lei, neofita dei rapporti telematici, ed ingenua ed entusiasta com'era allora, fu orgogliosa e fin commossa della doppia circostanza: glielo scrisse pure ad Alfa, che si sentiva come se le avesse chiesto l'amicizia Jane Austen, la sua scrittrice preferita.
Oltre a loro, ella "conobbe" virtualmente in quel periodo un congruo e variegato manipolo di individui, maschi e femmine in pari misura: tra i quali A, con cui non ebbe occasione di interagire ma che notò spesso saltabeccare rilucente di immaginari lustrini colorati su varie bacheche da ambedue frequentate fino alla sua improvvisa ed inspiegabile sparizione, ed Ypsilon, in apparenza cornucopia di disimpegno e leggerezza, alla resa dei conti invece la testa più pensante e più lucida; tutti più o meno riconducibili ad Alfa, di cui non tardò a scoprire la vena psicotica a partire dal momento in cui allacciarono un rapporto epistolare intenso e alquanto discontinuo poiché interamente dipendente dall'umore instabile di Alfa, che ad un dato segno esplose in un fuoco d'artificio di follia, lasciandola alquanto frastornata.
(Non le fu lasciato neanche l'agio di rifiatare che, tempo tre giorni, tramite l'incolpevole Ypsilon, già le si era infilato in casa - sempre ovviamente quella virtuale -, e le scorrazzava avanti e indietro, annusandole con la più ampia libertà a proprio piacimento muri e pavimenti, Omega.)
Nel frattempo i mesi passavano, il suo giro di "amicizie" sul web si ampliava, arricchendosi di rapporti sorti in rete o recuperati dalla realtà, con la prima opzione a surclassare la seconda in ragione di 10 a 1.
Tra la manciata di appartenenti alla seconda opzione si era annoverato subito D, suo caldo affetto della prima giovinezza che, trascorso il periodo di vicinanza e frequentazione in cui erano stati come fratelli, lei non aveva più visto né sentito da una buona ventina d'anni; mentre sul versante opposto si registrò ad un certo punto tra gli altri l'arruolamento volontario di E, indirettamente in relazione con A (che nel frattempo aveva fatto la sua ricomparsa ma là stava, in una zona grigia nella quale continuavano ad ignorarsi reciprocamente), ma in più stretto legame con I, tanto da indurre I a chiederle il contatto quasi per proprietà transitiva. I ed E ad un certo punto ruppero i rapporti, senza troppo clamore (lei se ne accorse lo stesso da una serie di piccoli dettagli), ma continuarono reciprocamente e singolarmente a bazzicarla.
(Sarebbe poi avvenuta la prima di varie clamorose agnizioni quando, molto tempo dopo, I avrebbe scoperto per caso, tramite un paio di foto e un commento su FB, l'antica amicizia che legava lei a D, di I stretta conoscenza nella realtà attuale.) 
Passò altro tempo e, tra alti e bassi, la cerchia di contatti di lei si ramificò, e al contempo si ampliò in spirali sempre più estese proprio come le vertigini nella sua testolina smarrita - smarrita, sì, ma non tanto da non saper rintuzzare gli attacchi fuori controllo di Alfa e di un paio della sua gente, tra cui Ics, che ad un certo punto, dopo una lite tanto furibonda quanto immotivata, le tolse il contatto.
Lei comunque aveva ormai cambiato giro e aveva altro a cui pensare: principalmente ai casi di Omega, che oltretutto, ufficialmente per alti e nobili motivi, in realtà per sue infime ragioni personali, vedeva Alfa, Ics e tutta la loro compagnia come fumo agli occhi, radice e origine di ogni male del mondo, anzi, vessilliferi del Male assoluto. Tal ché, come spesso accade in questo paesello telematico, lei, che già aveva abbandonato al suo destino la fazione di Alfa ai tempi del suo sbrocco primigenio, sposò col solito entusiasmo la causa del partito di Omega e della sua angusta cerchia di commilitoni (le ci volle del bello e del buono, e che le cadessero molte fette di prosciutto dagli occhi, per comprendere che Omega e Alfa, così apparentemente antitetici, erano identici, le due facce di una stessa medaglia di latta circolante su internet in palate su palate di esemplari).
Un bel giorno, captando quasi impercettibilmente alcuni segnali, con tono spensierato e innocente chiese ad Omega notizie di A. Aveva rinvenuto vestigia di alcuni strani, minimi ma incontrovertibili, nessi tra i due, incomprensibili tra membri di eserciti avversari. 
Omega la guardò (per una volta non era un incontro virtuale, stavano passeggiando fianco a fianco) con occhi stralunati.
Lì cominciarono a staccarsi le prime fette.
Tuttavia Omega fece anche cose buone: ad esempio, presentarle O, Gamma ed U, persone belle ed interessanti collegate ad altre persone altrettanto belle ed interessanti, che l'aiutarono tanto.
Altro giro, altra corsa. Volarono le settimane, volarono i mesi, accaddero cose piacevoli ed altre molto, molto, molto meno piacevoli, ancorché non concrete.
(Frattanto lei, vedendo A ed E ormai inseparabili, profittò della circostanza per chiedere ed ottenere l'amicizia di A: ne sentiva un gran bisogno, per fare una scelta di campo che giovasse alla sua pace interiore.)
Comunque, tra le cose piacevoli lei ebbe a registrare il felice incontro, nella casa feisbucchiana di I, con cui aveva, anche grazie alla carrambata di D, notevolmente intensificato i rapporti, con Dabliù, personaggio simpaticissimo e arguto, che grazie ai suoi argomenti misurati, la serenità ostentata, una sorta di arcaica saggezza e la vena sardonica che emergeva dai suoi commenti tra abbondanti strati di buon senso, umanità e gentilezza d'animo, contribuì a distoglierla dalle sue moleste ossessioni psichiche e mentali, a ridimensionare i suoi problemi immaginari, a restituirle il sorriso e a riportarla coi piedi per terra anche se si incontravano sempre nello spazio dell'irrealtà, ora qui, ora là, in varie bacheche di "amici" virtuali.
Un giorno U, ad uno scambio di chiacchiere tra lei e Dabliù nel suo proprio non luogo, sbottò: "no, adesso voi due dovete dirmi come fate a conoscervi!"
Dabliù ed U erano amici nella realtà. Un altro incrocio clamoroso e inaspettato. Il terzo di una qualche rilevanza.

E insomma.

Per chiudere la storia, una bella e fredda mattina di metà febbraio, Ics le richiese il contatto su FaceBook...


martedì 19 febbraio 2013

Can't smile without you

Oltre alla pregevole cover di Barry Manilow che le ho appena schiaffato in bacheca di FaceBook trovo bellissima anche questa versione originale dei Carpenters.
La vorrei e dovrei dedicare a tutti voi, con gratitudine ed affetto, perché ve la meritate tutti, e davvero vi devo tanta parte del mio buon umore, della mia gioia, della mia serenità.
Ma stanotte è tutta e solo per lei.
Senza di lei, davvero, non so dove sarei ora. Non so che avrei fatto né che farei.
Buon compleanno, Angie carissima mia, e un abbraccio immenso.
Quasi quanto il mio sorriso. 

sabato 16 febbraio 2013

Summertime

In prigionia ci si dimentica di come viva una persona libera. Se ne conserva soltanto un'indistinta percezione. Durante l'internamento la mia nostalgia forgiava l'immagine di un ombreggiato sentiero boschivo ricoperto d'erba, contornato dalle precoci fronde estive ed illuminato da macchie di sole verdi-dorate.Ora che stavo attraversando la selva della Turingia, il sogno si trasformava in realtà. Nella valle ridente la strada seguiva i tornanti di un ruscello montano. Era il mese di giugno ed i campi erano un'esplosione di fiori. Il verde smagliante dell'erba si stagliava all'orizzonte contro gli scuri versanti montuosi fitti di faggi ed abeti. Ad un certo punto il corso d'acqua deviava dalla provinciale formando una grossa curva ed io attraversai i prati profumati per poi fermarmi sulle rive coperte di sterpaglie. I cespugli formavano degli anfratti che sottraevano alla vista della strada ed una roccia piatta mi sembrò il posto ideale per fare il bagno. Su entrambe le sponde alberi e cespugli si chinavano sullo specchio d'acqua proiettandovi larghe zone d'ombra. Il gorgoglio dell'acqua sovrastava gli altri rumori. Deviata dai massi rocciosi scivolati in acqua, la corrente formava piccole cascatelle, gorghi e pericolosi mulinelli che spingevano lontano dalla riva. Scivolai in acqua con precauzione, mi aggrappai alle rocce con entrambe le mani e lasciai lottare il corpo contro la corrente. Il contrasto con l'acqua gelida ed impetuosa risvegliò in me una sensazione di gioia fisica, quel brivido animale per la vita da tanto sopito. 

mercoledì 13 febbraio 2013

Lettera a un bambino mai nato

Caro cosetto buffo molliccio e appiccicaticcio,
ti scrivo sollevata al pensiero che tu non leggerai mai questa mia, così non devo stare a censurarmi e posso dirla come me la sento. Scrivo di corsa e senza rileggere perché ho la lingua di fuori e i minuti contati come spesso mi accade da quando ho ripreso a vivere. Volevo dirti che ultimamente me ne sono successe così tante multicolori e in formato kolossal che non sapevo più a chi dare i resti: e che alcune tra le meno importanti mi sono sembrate tra le più significative, tipo quella del mio pc rotto (evidentemente per stress) dalla mattina di settembre seguente alla notte del mio compleanno scorso passata a chattare inutilmente con te fino all'alba che mi sono alfine decisa a portare a riparare solo per sentirmi dire che l'hard disk è fuso, bruciato, kaputt, con tutto quello che c'è dentro - i milioni di parole che ci siamo scambiati, da soli o in compagnia, le tue melopee, le mie melensaggini, e le foto, e i racconti, e le canzoni, e i link condivisi: ogni tua traccia, tutto quello che mi parlava di te, è sparito per sempre, irrecuperabile! -, sentenza che io con gaudio e tripudio ho preso per il segno divino che la strada che sto percorrendo è proprio quella giusta, e sia fatta la volontà di Manitù che dall'alto dei cieli veglia su di me e mi approva. Poi voglio confessarti che qualche giorno prima, capitata sulle poche chat salvate dalla distruzione perché ricopiate nella mia casella mail, tutte risalenti all'ultimo periodo, ho scoperto solo in tale circostanza, vivamente impressionata e un po' imbarazzata e molto divertita, come gli avessi dato giù con te in quei frangenti a colpi di clava. All'epoca la gente a cui le feci leggere me l'aveva detto "questo non ti ritornerà più sotto, se non è matto davvero non avrà voglia di pigliar ancora mazzate" e io strabiliai "quali mazzate?" perché stavo talmente sotto botta da non accorgermene, ma oggi, orca se le ho viste! Ad ogni riga, ogni ulteriore scambio di frasi che riscorrevo e che mi testimoniavano la mia ferocia di rintuzzarti a forconate ogni minima tua (ridicola e miserrima) obiezione, rimembrando vagamente l'andamento della conversazione, ho mormorato, cercando invano di anticiparmi (un po' come il tizio che va al cinema insieme all'amico, c'è una corsa di cavalli, scommettono su chi arriva primo, l'amico vince e gli dice che non vale perché lui il film l'aveva già visto e quello allora gli ribatte che l'aveva già visto anche lui ma che gli pareva che stavolta fosse partito meglio) "Cri, dimmi che mi ricordo male, a questa gli hai risposto gentile, vero, mica ne arriverà un'altra, ora, giusto?" abbassando la testa come per ripararmi da quella gragnola di legnate in tragicomico crescendo, e poi sbirciando vergognosa piano piano con un mezzo occhio solo, e puntualmente invece eccola là, sbeng, ce n'era un'altra, e poi un'altra, e un'altra ancora, in un incalzare senza respiro che avrebbe messo KO Mike Tyson quando ancora era la Belva, che alla fine mi ha lasciato sconcertata, ma pure gongolante, fierissima di me stessa e persino un po' impietosita per te.
E per finire voglio raccontarti di quando, lunedì sera, correndo sul Muro Torto che è uno dei percorsi miei preferiti di Roma (aaaah Villa Borghese, ti ricordi quanto mi piace Villa Borghese?) in mezzo alla pioggia scrosciante dentro la mia Agila celeste nuova di zecca (mi sono spogliata via via di tutto: ad ogni momento di sconforto per tutti gli scorsi mesi ho reagito comprandomi di volta in volta cose nuove e buttando quelle vecchie, abiti colore di capelli suoneria del cell cappotto borsa e auto, e ora mi sento come avessi fatto la muta completa) ascoltando Nyman a tutto volume ho provato l'impulso irresistibile di trafiggere il tetto della  mia bella macchinina con le mani per alzare le braccia al cielo giubilante, piena di forza e di amore immenso per la vita, e in simultanea ho pensato che l'idea che tu fossi importante nella mia esistenza è una scemità assoluta che non so proprio da dove mi sia venuta, che ho proprio sofferto come un cane del tuo palesarti quel che in realtà sei ma che, come per i dolori di parto, oggi non mi ricordo più cosa significhi davvero, ne ho perso la memoria nel corpo e nell'anima; che tu sei tornato da dove sei venuto, nel buco minuscolo dove ti rintani, bambolotto lillipuziano che sei, e che io ora so che non c'è innamoramento, affetto, tenerezza, relazione, incanto sentimentale, corrispondenza d'amorosi sensi, che valga un microscopico frammento dell'esaltazione e dell'emozione e della gioia di aver vinto dentro se stessi, in piena autonomia, la propria battaglia.
JUMP!

domenica 10 febbraio 2013

A me gli occhi, please

Signore e signori, amici virtuali e non, squillino le trombe, rullino i tamburi, si abbassino le luci, si alzi il sipario, eeeeee... OPLA'!!! Ecco a voi il nuovissimo blog della Angie alias Syrys, la quale, pur mantenendo le chiavi della mia casetta virtuale (dove spero continui a venirmi e venirci a trovare for ever and ever and ever), si è costruita una deliziosa magione nuova di zecca, con una tappezzeria irresistibile sulle pareti che presto, vedrete, riempirà di cose bellissime, che la renderanno uno dei posti più accoglienti dell'etere tutto.
Perciò andiamola a trovare spesso! E oltre al tè ci vedremo offrire le sue torte squisite (ché la Angie, tra le sue molte e variegate qualità, è anche pasticcera sopraffina)...


giovedì 7 febbraio 2013

Catene, catene, catene

E ora, dopo la Tazza, rispondo alla Eli Diciassettenne Bionda. Poi la Angie mi seguirà a ruota, vero Angie?
1) Qual è l'aspetto migliore dell'avere un blog?
Rileggersi a distanza di tempo.

2) Qual è l'aspetto peggiore dell'avere un blog?
Doversi censurare.

3) Ti piace incontrare i tuoi lettori?
Tu che dici?

4) I tuoi amici sanno del tuo blog?
Sì. Una ci scrive proprio, ogni tanto, pensa.

5) Da chi vorresti ricevere un invito a cena (declinate invito a cena come più vi piace: regalo miliardario, botta e via, proposta di fidanzamento, incontro di boxe per corcarlo di botte)?
Quello per corcarlo di botte l'ho avuto, e gli ho dato buca. Facciamo Nichi Vendola, botta e via. Sedotto e abbandonato.

6) Qual è il discorso/argomento/discussione che ti fa addormentare?
Il calcio.

7) Qual è la cosa peggiore che augureresti a qualcuno?
Di non crescere mai.

8) Reciteresti mai in un film?
Certo!

9) Qual è la canzone più imbarazzante che hai imparato a memoria?
La pappa col pomodoro.

10) Hai mai detto "io non lo farò mai" e poi lo hai fatto? Ovviamente devi dire cosa.
Mi sa di no. Sono un tipo molto possibilista e ci spero sempre di farle, le cose. Ah, una c'è: "Non farò mai pace con costei/costui", "non parlerò mai più con costei/costui" e poi non ho mai retto più di sei mesi. Ridi, ora, va'.

11) Se potessi decidere che giorno sarebbe domani, che giorno sceglieresti?
Mercoledì, il giorno di Edo, il mio maestro jedi. Ma questo solo fino a cinque minuti prima di suonare il campanello del suo studio.


E ora le mie, che sottopongo ai maschietti che si affacciano qui (consapevole che non risponderà nessuno, manco Dan11 meancactus, per esempio):

1) Hai una collezione di omeriche figure di merda?
2) Hai mai scarabocchiato un libro?
3) Come vivi il rapporto con le meteore che attraversano il tuo cielo virtuale e poi, così come sono arrivate, scompaiono?
4) Ti è mai capitato di incontrare psicopatici on line?
5) Se no, ti dispiace?
6) Se sì, come l'hai risolta?
7) Da quando hai un blog, la tua vita è: migliorata/peggiorata/la stessa vita di merda di prima?
8) Ti vengono periodi di nausea del web?
9) Sogni o sei desto?
10) Qual è il primo comandamento del tuo eventuale decalogo personale?
11) E adesso che altro mi invento?

mercoledì 6 febbraio 2013

Catene per giovani (e se non lo è più Tazza, figuriamoci io).

Visto che Tazza ci ha chiamate in causa, comincio io (Angie) a rispondere alle domande della catena, poi la Cri provvederà con le sue e vedremo chi ha sparato più boiate (ovviamente parto avvantaggiata).

1- Quante id avete o avete avuto online?
Una sola (Syrys85) ma ciò non mi impedisce di avere personalità multiple.

2- Perché Diciassettenne pone come equivalenti cena, scopata, vincita in denaro e rissa?
Non lo so ma di sicuro c’entrano: gli alieni, Abberlsuconi, il governo Monti, gli illuminati, le scie chimiche e il signoraggio bancario.

3- Può essere perché è nata negli anni '90?
Anche.

4- Qual è il vostro blog preferito?
Seguo poco ultimamente ma di solito mi fermo a leggere quello di Smeriglia e il tuo (Tazza) quindi direi un pari merito.

5- Quanto si sta meglio adesso che sulle piattaforme blog gira meno gente?
Mai sofferto di agorafobia 2.0, tanto posto che frequenti cretini che trovi.

6- Si vede che sto andando a caso?
Noooo! Gli sceneggiatori di Lost troverebbero dei nessi logici anche qua.

7- Quanti blog avete/avete avuto/invito a cena/botta e via?
Gnisùno e mi sa che è meglio così.

8- Consigliatemi un blog molto bello
Al momento non mi sovvengono a parte quelli di cucina (sarà colpa della torta paradiso che ho in forno).

9- Avete tabù in particolare nel sesso?
Non che io sappia. Al momento mi auguro che sia come la faccenda di andare in biciletta se no più che altro avrò problemi di memoria e necessità di ripetizioni.

10- Pesche o albicocche?
Pesche noce.

11- Fumate erba?
Talvolta ma non mi dà effetti particolari a parte un sonno micidiale.

Ecco le mie 11 domande, le persone "taggate" saranno: Eli, Tazza, Dan11, ThaAubergine (voglio vedere se 'sti blogger serii si dedicheranno alle bojate), Van Deer Gaz e signora, l'AnonimoConiglio e MonePurtroppo. :D

1)Quali sono state le imprescindibili motivazioni per aprire il tuo blog?
2)Secondo te dovrei decidermi ad aprirne uno mio o posso continuare a scroccare quello della Cri?
3)Undici domande non ti sembrano un po' tante?
4)Ti è mai capitato di trascurare la "vita" virtuale per quella reale?
5)Cosa pensano i tuoi sodali non internauti del fatto che sei un bloggatore?
6)Ti sei mai divertito a trollare, se sì chi e perché?
7)Hai mai subito l'attacco di un troll?
8)Come ti sei regolato? (Mazza chiodata, pece bollente e piume di gallina, ascia bipenne etc...)
9)C'è vita su Google+?
10)Il Prof. Morte si è imborghesito iscrivendosi a FaceBook o è una mia impressione?
11)Argomento a piacere (perché ho esaurito il tasto "?").

sabato 2 febbraio 2013

Paradise lost

Il mio ultimo capo, quello che ho preso a male parole nel sogno, è molto più aperto di mente e disinvolto di quello che avevo prima. Vorrei dire che è anche più intelligente. Sicuramente più intuitivo. Più sensibile, in certo modo. Senz'altro più capace di empatia, di rapidità e completezza di sguardo d'insieme, di comprensione immediata dei problemi e delle persone, di individuazione di possibili soluzioni e di composizione di divergenze. Sulla carta un cavallo di razza, molto più idoneo al ruolo del precedente.
Tra l'altro per me era un amico. Uno che conoscevo da più di vent'anni. Uno di cui sapevo a menadito punti di forza e criticità di carattere. Uno che ho accolto con entusiasmo e soddisfazione.
Ora ci riparlo, e ogni divergenza dovrebbe essere appianata. E invece percepisco sempre più nettamente, adesso ancora più di prima, la sua negatività, la mia diffidenza nei suoi confronti.
Non è un buon capo, affatto. Tutt'altro. Sta devastando l'ufficio. E quando se ne andrà ne sarò lieta.
Perché, mi sono chiesta? Perché un individuo superiore alla massa per molte qualità riesce a risultare, anziché una risorsa, un fardello indegno e persino pernicioso?
Perché quando vuoi ottenere una cosa - nella fattispecie, una posizione di comando - e sai che per ottenerla dovrai giocare sporco, e per la tua fragilità psichica ti acconci a farlo, ti sei avvelenato. Perché quando sei programmato per essere una brava persona e invece un giorno, all'inizio impercettibilmente, cominci a dirazzare, magari pensando in cuor tuo "che sarà mai?", non passa molto che diventi pessimo. Perché ogni nuovo compromesso, ogni tradimento alla tua essenza, ogni ulteriore atto di negazione della tua natura, ti corrode dentro in modo irreversibile. Perché quando cambi strada divergi completamente dal sentiero del bene. Perché quando passi al lato oscuro della forza diventi distruttivo, negativo. Arrivando a costituire una minaccia per te e per gli altri.
Il mio capo è marcio dentro. Un sepolcro imbiancato. Un infelice che sprofonda nel suo baratro ogni giorno di più, costretto com'è a non potersi più fermare, a dover pagare costantemente pegno, a dover compiere continui, infiniti sacrifici al nero altare su cui ha immolato la sua autenticità, e ora non può far altro che approfondire il danno, continuare a scendere in ogni nuovo atto malsano che compie, di ingiustizia, di parzialità, di vigliaccheria, di omissione, di prevaricazione, corollario e conseguenza dei precedenti, e in ogni nuova ipocrita scusa che deve accampare, in primis davanti a se stesso, per giustificarselo e giustificarlo agli occhi altrui.
Provo molta pena per lui. E al contempo me ne tengo alla larga più che posso. E rimpiango il mio capo di prima, di cui tutti, me in testa, eravamo insoddisfatti. Perché è molto meglio avere a che fare con un onesto e modesto mediocre che con uno che si è rimpicciolito per aver rinnegato i suoi talenti, la sua eccellenza, le sue potenzialità di essere migliore.