domenica 3 agosto 2014

White flag


Quando si ama è facile essere vinti. In un rapporto di coppia, tra genitori e figli, in un'amicizia, quello che ama, quello che ci tiene, è il più debole, coinvolto, dipendente, destinato a soccombere a quello che è amato, fra i due l'invulnerabile. Si può lottare quanto si vuole contro questa sconfitta: accettarla negoziando concessioni sul sentimento e sul conseguente fallimento; accanirsi nella lotta oltre ogni ragionevole rischio; disperarsi; riderci su, ribellarsi, finanche tentare di strapparselo dal petto facendo violenza a se stessi, di disprezzarlo, di rinnegarlo; è tutto vano. Arriva sempre il momento in cui ci si deve arrendere. Senza condizioni. The winner takes it all.

Ed è proprio lì, nella resa incondizionata, che si scopre che arrendersi è il solo modo per diventare invincibili.



I know you think that I shouldn't still love you
I'll tell you that
But if I didn't say it
Well, I'd still have felt it
Where's the sense in that?
I promise I'm not trying to make your life harder
Or return to where we were 
Well I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be
I know I left too much mess
And destruction to come back again
And I caused but nothing but trouble
I understand if you can't talk to me again
And if you live by the rules of "It's over"
Then I'm sure that that makes sense
Well I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be
And when we meet
As I'm sure we will
All that was then
Will be there still
I'll let it pass
And hold my tongue
And you will think
That I've moved on
Well I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be
Well I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be
I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be

16 commenti:

  1. Di fronte a tali illuminati concetti, parole, visioni io faccio la solita figura del mezzo (anche come statura) analfabeta. E sì perché quale commento posso fare. Meglio che mi taccio. Forse nel silenzio si può comprendere di più.

    Adesso vado dal girasole.

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    1. Maccosamidicimai, Aldo :DDDDDDDD
      Ma la riflessione sul silenzio, quella mi piace molto. Perché anch'io mi sento un po' così, che nel silenzio comprendo meglio. Anche perché non c'è più molto da dire. (I concetti illuminati non sono altro che il sentire che mi si imprime nella carne. Non so se siano illuminati, so che devono essere ben roventi perché m'hanno lasciato un marchio che finora sembra indelebile)

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  2. Per un po' mi hai fatto ritornare in mente Teorema di Ferradini, strana matematica quella dei sentimenti, non è affatto numerica, non è affatto matematica. Buona domenica.

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    1. E' venuta in mente anche a me mentre scrivevo. Ah, Teorema! Quanto mi piaceva, così ingenuo, così semplice, quando ero ragazzina :)
      Stranissima, Antonio, sì. Di senso inafferrabile, tanto che per trovare pace bisogna accettare che non ne abbia. Per me, poi, che con la matematica, anche quella dei numeri, mi trovo a distanze siderali...

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  3. E' così. "Quando sono debole, è allora che sono forte" (S. Paolo)

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  4. E poi dopo la resa (o tregua?) si ricomincia. Perché non c'è una pace definitiva. È sempre un equilibrio tra le battaglie.

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    1. Ah, credo tu abbia ragione, Alberto. Ma altrettanto credo che non mi riguardi più, questa tenzone. Al presente non credo che mi innamorerò mai più, non ne sento proprio l'esigenza, sono sazia. E anche l'amore per i figli e per gli amici - voi tutti compresi, perché io tali vi reputo - mi riempie, con tutta la sua umana altalena di ambivalenze, gratificandomi e soddisfacendomi così com'è. Non sento la necessità di nuovi incontri, non sono in fase ricettiva. E' subentrata una dolce stanchezza, un lassismo un po' mesto ma estremamente sereno. Poi, beh, chi vivrà vedrà.
      Buone vacanze :)

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  5. Mi riconosco non solo nelle tue parole, ma anche in quelle di Alberto. Quei tentativi vani sono portatori di grande dolore, di delusioni e amarezze, ma poi basta una piccola attenzione, un piccolo sorriso dell'amato o dell'amata - come tu dici non importa se amante, figlio o genitore - e il cuore si scioglie di dolcezza. Credo che la resa incondizionata possa momentaneamente placarti, ma mai renderti invincibile. Perché è una tregua, come dice Alberto, al termine della quale tutto ricomincia.

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    1. Hai molto ragione, Ambra. Per non farsi travolgere di nuovo dall'emozione, e dalla speranza, alla minima avvisaglia di una piccola attenzione da parte di chi amiamo, bisogna essere davvero giunti ad uno stadio di imperturbabilità e di indipendenza sentimentale assai elevato. Ma nel caso di specie mio non credo avrò ulteriori motivi di turbamento. Penso, mentre lo scrivo "purtroppo, che peccato" e mi viene di sorridere. Mi sento anche inumidire gli occhi, appena appena. La pena in cuore c'è. Ma il sorriso resta lì. Perché esistono capolinea dove non si riparte più, e questo credo sia il mio. La mia resa è agevolata da questa circostanza. Accetto il rammarico che ne deriva con ulteriore amore, che mi spinge a credere che, almeno nella mia consapevolezza presente, comunque "continuerò a navigare con questa nave": perché, se da una parte mi sono arresa all'impossibilità per me di non farlo, dall'altra questo nessuno me lo può togliere. E' una parte di me stessa, l'aver perso, e la resa che ne consegue. In quella resa resta tutto ciò che ho vissuto, tutto ciò che ho provato. E' quella resa che dà senso a quel pezzo della mia vita. Fino a che il ricordo non scolorirà anche dentro di me. Se mai scolorirà. :)

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  6. sventolare la bandiera bianca potrebbe essere il simbolo di una vittoria che arriva dopo un lungo meditare e riflettere. vuol dire andare oltre se stessi, vuol dire che hai rinunciato a certe tue incompletezze e vulnerabilità caratteriali per abbracciare qualcosa di più grande, enormemente più grande. molto difficile perchè devi arrivare ad una concezione di dimensione umana che non rimane dentro te, ma travalica il corpo e i limiti fisici.
    ma poi non torni più indietro, e penso che sia molto più appagante. :)

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    1. endi, direi proprio che sì, tu ed io siamo arrivati proprio allo stesso bivio. Ti guardo, ed è bellissimo non sentirmi sola in mezzo a questa strada da intraprendere. Hai scritto esattamente quello che non riuscivo, non sarei mai riuscita ad esprimere con tanta chiarezza e perfezione. Grazie :) :*

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  7. chi ci tiene, soffre ma ci tiene. :D ti aspetto da me, nel mio blog.

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    1. Si soffre quando si è dipendenti. Poi ci si stacca, e al posto della sofferenza diffusa che ci avviluppava resta, nel punto del distacco del cordone ombelicale, una cicatrice che è un grumo di dolore. Ma quello ormai fa parte di te. Non potrai mai strappartelo di dosso, ma nessuno potrà portartelo via, come dicevo sopra. Quello è il segno che hai amato e che ami. Tu lo sai. E sai che sei libero di continuare a farlo, perché l'amore che provi non dipende dall'altro, è una sorgente che sgorga autonomamente dentro di te. A quel punto non si soffre più. Si prova dolore, un dolore dolce, un rammarico, un dispiacere che non si esaurirà. Ma non si soffre più :)

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  8. quando si ama è facile essere vinti, hai proprio ragione, io mi arrendo facilmente ma non sono sicura sia giusto ne esco quasi sempre sconfitta, pensiero negativo ma ahimè vero

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    1. E' che chi ama, in realtà, non è mai sconfitto. Soccombe alla tiepidezza di sentimento, o al disamore altrui, ma non è mai sconfitto. Pensiero paradossale, ma altrettanto vero, Pat :) :*

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