lunedì 15 luglio 2013

Una giornata particolare

È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccare l'innocenza. Si è disposti a soffrire.

(Buonanotte)

12 commenti:

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    1. E' senz'altro un augurio. E una dichiarazione d'intenti. E anche un po' il punto della mia situazione psichica attuale: quella che sento di star sfiorando, quella a cui aspiro, quella pensando alla quale provo il più esaltante senso di appagamento e di benessere.

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    1. Ma non lo siamo, tutti, ogni giorno, sotto questo cielo? In pratica come sempre, solo con la formidabile risorsa della consapevolezza.

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  3. illusioni forse no, ma qualche sogno...soprattutto se ti svegli in piena notte! ;-)

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  4. Sono certo anch'io e te lo auguro molto affettuosamente che a partire da oggi ci siano per te soltano giornate felici.
    Le precedenti sono da mettere nel dimenticatoio.

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    1. Le precedenti sono quelle su cui ho camminato per arrivare fin qua. Per questo non posso rinnegarne nessuna :)
      (Grazie dell'affetto, Aldo. Lo ricambio intensamente, e intensamente ti auguro anch'io solo giorni felici)

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  5. Belle e un po'enigmatiche le parole di Cesare Pavese. Splendida questa idea che la libertà significhi forza, una forza che ti dà il coraggio di soffrire. Si può toccare l'innocenza? Forse si perché libertà vuol dire avere il cuore puro, innocente.
    Non mi è del tutto chiaro il pensiero di Pavese. Morto suicida anche lui. Quanti.

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    1. Il mio maestro jedi mi dice sempre che passa la vita a cercare di spogliare la gente dalle illusioni. Che sono quelle, e la conseguenza di quelle, cioè l'impossibilità straziante di far aderire la realtà della persona al castello immaginario con cui la persona l'ha sostituita, a far soffrire lo spirito, fino al punto di esautorare l'esistenza di senso. Perché finché comandano quelle non si è mai hic et nunc. Si è sempre dislocati in un altrove dove non si comincia a vivere mai, schiavi della dipendenza da oggetti o individui transizionali, appunto, delle proprie illusioni, indispensabili per mantenere le proiezioni attive ed efficaci psichicamente.
      Dunque sì, realtà, verità e libertà coincidono, in uno stato in cui non c'è più colpa, retaggio del tempo infantile della paura del peccato e della punizione, ma responsabilità, cioè assunzione della vita nelle proprie mani. E, se do retta al mio maestro jedi, sì, quello è il tempo dell'innocenza primigenia, perché quando ci si arriva si è arrivati al nucleo di se stessi, al puro nocciolo liberato dagli infiniti strati di scorza condizionante che gli sono stati applicati, uno dopo l'altro, da persone e circostanze del passato sin dal giorno in cui si è stati messi al mondo.
      E' una condizione che fa soffrire: si è esposti alla visione e alla profonda percezione di ogni nostra mancanza, di ogni dolore. Non c'è più spazio per indorare la pillola, per far finta che sia diverso, per negare la propria, essenziale, ontologica, solitudine. E al contempo è la massima condizione di benessere a cui si può giungere sulla terra, io sono arrivata a credere. Un po' come la Perfetta Letizia di cui parla Francesco, il "porgi l'altra guancia" di Cristo, così sempre impropriamente interpretato come passività, e invece. Si è liberi perché non si è più invischiati, non si è più statici, impaludati. Si è liberi, certo, di provare il più inaudito, immenso dolore della ferita sanguinante che è il vivere, questo essere catapultati dal nulla, o dall'oscurità, a camminare e agitarsi per un tempo così effimero e transitorio su questa terra, per poi, semplicemente, al nulla tornare.
      Si è disposti a toccare con mano, fino in fondo, l'osceno, insostenibile spettacolo della mortalità. Per quel coraggio, per quella serenità che consente di arrivare a farlo, però, si è forti. Non si disperdono più energie nel cercare di distrarsi. E ogni giorno acquista un rilievo, e un colore, e un sapore, intensi e vividi come mai prima.
      Detto tutto questo, è davvero imperscrutabile il motivo per cui Pavese si è ucciso. Forse era divenuto talmente consapevole di se stesso da arrivare a pensare di chiudere in autonomia e lucidamente la propria vita nel momento in cui lo riteneva opportuno, senza ammettere la supremazia nel disporne di un'entità superiore, o della stessa Natura lasciata al suo corso. Forse, invece, quest'illuminazione che lui ha descritto così bene nelle righe qui sopra ad un certo punto gli si è smorzata. Forse l'ha sfiorata, l'ha intuita, senza riuscire ad afferrarla e farla sua. Forse salire su vette così alte poi porta il rischio di riprecipitare negli abissi. Forse uccidersi è un gesto estremo di vita.
      Chissà.

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  6. @Cri .... amica mia carissima, scusami questa invasione di campo, ma ho appena appreso della morte dello Scrittore, Poeta, Sceneggiatore ( fu l' autore dei più importanti film di @Benigni ... ), Animatore culturale, il romano @Vincenzo Cerami, l' autore de IL BORGHESE PICCOLO PICCOLO ...
    Se me lo permetti, voglio ricordarlo qui, in questo tuo bellissimo e romantico spazio "romano", non tanto per la sua attività di Scrittore e Sceneggiatore che è di valenza internazionale, bensì come paroliere, e con questa canzone ( la musica, l' ha composta l' altro grande romano @Nicola Piovani ), che per me è una delle più belle e romantiche canzoni italiane mai scritte !
    Alla morte, scrivevo da un' altra cara amica blogger, non c' è rimedio ... ma il Sogno va oltre !!!
    Ti abbraccio ...
    @Cavaliereerrante

    http://youtu.be/EVxFoGVz8JY

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    1. Questa è una delle canzoni più belle che conosca, Bruno caro. Grazie di avermela portata qui, donata come un fiore. Ne faccio un post in onore di Cerami, di Piovani, di Benigni e di te :)
      (Ti abbraccio anch'io!)
      :*

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