venerdì 24 ottobre 2014

La piccola principessa

"Ma la conquista nella quale ho impegnato tutto me stesso - la più ardua - è stata quella della libertà di assentire. Io volevo lo stato in cui ero; durante gli anni in cui dipesi dagli altri, la mia sottomissione perdeva il suo contenuto amaro, e persino indegno, se mi adattavo a considerarla un esercizio utile. Ciò che avevo, ero stato io a sceglierlo costringendomi soltanto a possederlo totalmente, e ad assaporarlo quanto più possibile. I lavori più aridi li eseguivo agevolmente, solo che mi sforzassi a prenderci gusto. Se un soggetto mi ripugnava, ne facevo argomento di studio; avevo l'accortezza di ricavarne motivo di gioia. Di fronte a un caso imprevisto, o disperato, un'imboscata, un fortunale - una volta prese tutte le misure concernenti gli altri - facevo del mio meglio per rallegrarmi del caso, per godere dell'imprevisto che mi si offriva, e l'imboscata o la tempesta s'inserivano senza fatica nei miei progetti o nei miei sogni. Persino immerso nella sciagura più tremenda, ho percepito l'istante in cui lo sfinimento le sottraeva un poco del suo orrore, in cui la facevo mia accettando di accettarla. Se mi capiterà mai di subire la tortura - e s'incaricherà la malattia, senza dubbio, d'impormela - non sono assolutamente certo di ottenere da me stesso, a lungo, l'impassibilità d'un Trasea, ma avrò almeno la risorsa di rassegnarmi ai miei lamenti. E in questo modo, con un misto di riserva e di audacia, di sottomissione e di rivolta ben concertate, di esigenze estreme e di concessioni prudenti, ho finito per accettare me stesso."

Leggo a spizzichi e bocconi - dopo una vita di scandalosa procrastinazione! - Memorie di Adriano; lo centellino, perché ad ogni incedere di pagina trovo nuove perle da serbare, altri ennesimi sunti imprescindibili sulla natura umana, la vita, le relazioni, e tutto ciò che lambisce o investe un individuo nel suo percorso terreno. Fermandomi, ogni tanto, per annotare una minima parte di quest'essenzialità che mi colpisce.
Oggi tocca a questi pensieri qua sopra, che io faccio miei in procinto di partire per Milano in vista d'un appuntamento - da me ardentemente agognato - con Ambra, Sandra e gli altri assieme a un'orticaria che si è stretta a me di tenerissima amicizia non dandomi requie da lunedì in simpatico sincrono a un doloroso reflusso gastro esofageo che dovrò tenere a bada alla stregua d'una domatrice di fiere per non farmi da esso rovinare il gusto delle prelibatezze che m'aspettano alla cena di sabato e al pranzo di domenica! Perché è solo accettando, incorporando, accogliendo gli imprevisti alla maniera degli eventi più fausti, per forgiarli, forgiando la mia propria esistenza, ch'io posso fungere, se non da imperatrice, almeno da piccola principessa di me stessa.

8 commenti:

  1. Che dispiacere non incontrarci, carissima Cri. È così sciocco il destino che fa avvicinare te e allontanare me da Milano. Per ora rimarremo amici digitali e poi vedremo.
    Ti avevo già consigliato e mi ripeto. Per il reflusso: Nux Vomica 10 gocce mezz'ora prima dei tre pasti. Ti rimette al mondo!!

    Memorie di Adriano è una finestra aperta sull'anima umana.

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    1. Non è sciocco, forse, ma spiritoso :D
      Grazie del reiterato consiglio! Lo seguirò senz'altro se non persisteranno i miglioramenti che mi ha apportato l'assunzione di sorsate di Soluzione Schoum come se piovesse...
      Concordo e straconcordo su Memorie di Adriano :)

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  2. A proposito di principessa, forse ci avrai fatto caso anche tu anzi, certamente. In tutti i film USA il genitore maschio se ha due figli, un maschio e una femmina, sin dalla nascita non li chiama con i loro nomi ma il maschietto lo chiama "campione" e lla femminuccia "principessa". Almeno fino a quando sono più che adolescenti.
    Se vuoi da oggi in poi ti chiamerò principessa e non Cri.
    Un vero peccato che non ho potuto stare con voi a Milano.

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    1. E così ci toccherà star con te a Roma, dai! :D
      Mi chiami pure principessa, cavaliere, le do facoltà!

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  3. Ho anelato conoscere la Yourcenar sin da quando ero una giovane donna. Una volta a Berlino, ad un ricevimento, ho visto lei, che non poteva essere lei, perché era morta qualche anno prima. Ma era una sua reincarnazione con gli stessi identici lineamenti e quel corpo un po' abbondante da donna di uno spessore intellettuale inusitato. Avrei voluto averla per amica. Ma sono certa che questo mio desiderio trova una similitudine in te.
    P.S. - Poi ti mando una mail.

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    1. La Yourcenair io l'ho avuta in trasmissione da mia sorella, come quasi tutto il mio poco bagaglio letterario di autori stranieri. E mi ha illuminata: sulla vita, sulla morte, sull'anima. Arrivare alle sue altezze è impresa impossibile: tuttavia per me è il modello di donna, di persona, a cui tendere. Non solo per ciò che ha scritto, ma proprio per come ha vissuto. Avrei voluto avere un grammo della sua forza, della sua capacità di comprendere il mondo, di essere aperta all'esperienza di esso. Comprendo il tuo desiderio: credo che, se ti avesse conosciuta, sarebbe stato spontaneo per lei intrecciare con te un'amicizia. Io non credo di essere alla vostra altezza: vi avrei contemplate adorante da lontano :)))

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  4. Ciao Cri, spero che tu stia meglio. L'incontro a Milano è stato veramente magico. Rendez-vous a Verona, allora!!!!!

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    1. Che cara sei, Erika! Sì, sto finalmente meglio. Anche se sono stata già tanto bene a Milano da scordarmi, quasi, della mia fastidiosa orticaria :D
      A presto, dunque: a Verona, sì!

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