domenica 1 gennaio 2012

Ricomincio da capo/2

Ho sempre confidato nella bontà degli sconosciuti.
E persevero.

Ma forse a questa confidenza sarebbe bene abbinare consapevolezza.

Se non fosse che in me diventano un ingestibile ossimoro.

7 commenti:

  1. Credo proprio che l'abbinamento vada fatto anche perché perseverare talvolta è diabolico.

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  2. mmm... ho seguito le tue perplessità... io ci sono rimasta fregata, in passato, da una "fintà bontà con secondi fini".
    Per carità, non voglio etichettare gli essere umani, ma consapevolezza, senz'altro, sempre ...
    dimenticavo: buon 2012 ;)

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  3. Hai ragione, Aldo, perseverare è una tentazione che bisogna vincere, se si vuol essere liberi. Nella misura in cui spiego qua sotto.

    Ci son rimasta fregata anch'io spesso, Martina. Io sono un'entusiasta della gente, ho slanci del tutto immotivati, e non solo per l'erronea percezione che alle volte ho dell'essere umano che ho di fronte, ma proprio per la mia incapacità di rispettare i confini tra me e gli altri, per questa mia necessità vampiresca di attaccamento a chiunque ("chiunque" è un po' forte; in realtà si parla di "chiunque" molto, molto selezionati) mi faccia un sorriso o mi rivolga una parola che io, nel mio egocentrismo, sento proferita per me. E' quello che, a malincuore, ma con consapevolezza, ho deciso di combattere in me quest'anno, l'attaccamento gratuito alla gente, un attaccamento che almeno dentro di me alle volte diventa una miniusurpazione, una microinvasione di un intimo privato che non è il mio e che io ho la pretesa di comprendere d'istinto.

    Vi ringrazio di aiutarmi a riflettere, di essermi vicina in questo mio tentativo di crescere. Buon Anno a tutti e due. E viva i Maya!

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  4. Mi permetto di esprimere la mia opinione.
    Non mettere da parte quell'entusiasmo, fa parte di te della tua bella persona. Tu stessa d'altra parte affermi "a malincuore" perché ti conosci. Se ci riesci, un po' meno trasporto, ma poco però.
    Naturalmente è soltanto la mia opinione.

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  5. Caro Aldo! Vedere quanto bene mi hai compresa mi commuove e mi stimola a una controreplica che non riesco a trattenere :D.

    "Entusiasta" è un appellativo che ho ricevuto qualche tempo fa da un essere umano che mi è divenuto caro come pochi al mondo. Lui me l'aveva detto in tono non del tutto positivo, con una sfumatura di commiserazione, come a significare anche "illusa". Io invece - al di là dei limiti che in quel commento ho sentito lui voleva rimarcare di me, lasciandomi al momento pure un po' mortificata - ci ho poi trovato dentro davvero la Cri che io sono. E con entusiasmo gli ho voluto anche più bene di quel che già gli volevo per quel suo involontario donarmi con tanta precisione un tratteggio di me stessa, ed entusiasta mi sono autodefinita da allora in poi, e da entusiasta mi son comportata e ho continuato a comportarmi, nell'altalena di slanci gioiosi e dolorose cadute che negli ultimi mesi ha caratterizzato la mia esistenza più incisivamente che in tutto il resto della medesima. E tu hai ragione, mi pesa tanto dovermi ridimensionare. Non so nemmeno se riuscirò a farlo, nemmeno se mi ci proverò davvero. Però in questo momento sento di non avere molte alternative.
    Spero che non sia così, ovviamente. Perciò non puoi sapere quanto mi fa felice leggere la tua opinione!
    "Se ci riesci, un po' meno trasporto, ma poco però" ora me lo appendo come un cartello all'ingresso della mia casetta virtuale. E ti abbraccio con gratitudine, in uno dei miei slanci di entusiasta. :*

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  6. Per quel che conosco di te, @Cri ( e cioè per quanto di sensibilità percepisco dai commenti tuoi che leggo dalla nostra impareggiabile @Martina ), non sei Tu che devi cambiare, ma gli altri ... anche se mi rendo conto che questo è un sogno ... o un ideale da raggiungere "insieme" per concorrere, ognuno/ognuna di noi, alla realizzazione del migliore dei mondi possibili.
    Trovo invece saggio quanto ti scrive il @Monticiano ( Scrivendotelo forse dal rione Monti ?!? Da quell' autentico gioiello della mia adorata Roma ?!? ), ed anche per come vedo le cose io, dovresti ( ma lo dovremmo tutti noi ... ) soltanto regolare un poco il ritmo del tuo cuore, per adeguarlo, come quando si cammini sul ponte di una barca che ondeggi e si voglia rimanere in equilibro, al movimento e all' armonia delle onde !
    Non è facile @Cri, ma è possibile .... e senza ingrigire il verdeggiante e fiorito giardino dell' anima tua ! :-))
    @Bruno .... rider for ever .

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  7. Sì, Bruno, il nick di Aldo richiama proprio il rione Monti, alla cui periferia io lavoro ma più in generale bazzico tutti i giorni per molteplici motivi (se avessi dieci centesimi per tutte le volte che percorro Via Carlo Alberto sarei ricca :D)

    Sono grata e felice di trovarti qua da me stamattina. Vorrei tanto anch'io che a cambiare fossero gli altri, oh, non puoi sapere in questo momento quanto anelerei a questo! Ma l'unico modo che conosco per realizzare questo che tu appropriatamente chiami "sogno" o "ideale" è quello di cambiare me stessa. Se cambio io, il mondo cambierà in rapporto a me.
    Solo che cambiare è doloroso. Soprattutto per una come me, che nella sfaccettata complessità delle possibilità che pure coglie nella sua anima non riesce a non finire ad oscillare sempre tra due estremi, up and down, bianco e nero. E quanto, sì, anelerei al magico equilibrio in cui tutto, ragione e sentimento, senso e sensibilità, si tiene, al ritmo che regge l'uomo di cui parla Archiloco, che in questo inizio di anno mi pare ancora lontano come un miraggio, una meta a cui tendere, la più affascinante e agognata utopia da realizzare.

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