mercoledì 16 ottobre 2013

La Moldava

Oggi ho fatto una lunga chiacchierata con una delle persone che amo di più al mondo.
Io le voglio un bene che si potrebbe definire esagerato, se non si trattasse di lei.
Invece, siccome si tratta proprio di lei, è tutto fuorché esagerato. Anzi.

Lacrime di Nemo mi ha fatto venire in mente questo splendido poema sinfonico, da cui ha rubato l'incipit.

Recita wiki: "Nella Moldava Smetana celebra la bellezza del fiume Vltava (da cui ha preso nome anche il poema), che nasce nei boschi della Selva Boema e dopo aver attraversato la campagna, giunge a Praga per poi sfociare nell'Elba, che a sua volta si getterà nel Mare del Nord."
Questa musica incantata descrive in modo mirabile il ruscello cristallino che gorgheggia, saltando tra le pietre della montagna, e poi man mano scende a valle, si ingrossa, diventa un fiume pieno, maestoso, che attraversa ogni luogo vivificandolo, e poi impetuosamente, in un crescendo trascinante, tra mille spruzzi e zampilli, milioni di gocce iridate, sfocia trionfante nel grande mare.
Una meraviglia della natura.

E ho subito pensato a quanto è simile a questo fiume, Angie.

Perciò questo post lo dedico a lei. 



6 commenti:

  1. Ottimo direi è come lei...ed anche, a tratti, come te.

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    1. Come me? Forse intorno al minuto 5, in quel vezzoso minuetto ;)
      Caro caro caro Aldo, ti penso, ti voglio bene, ti mando un grande abbraccio. :*

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  2. Tu non sai che ricordo mi hai evocato! Erano i tempi dell'URSS, viaggiavo in auto per lavoro con altri colleghi e partner su una quasi autostrada piena di buche e praticamente deserta. Venivamo dalla Polonia ed eravamo diretti a Praga. Era la mia prima visita a Praga. Il collega alla guida accese la radio. Trasmettevano la Moldava e in quel preciso istante si vide Praga all'orizzonte mentre la strada girava e seguiva il percorso di un grande fiume, che era poi la Moldava. Fu un momento di intensa emozione per tutti e ancora non l'ho dimenticato.

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    1. Accidenti. Son rimasta a bocca aperta: queste sono esperienze davvero magiche, irripetibili. Momenti privilegiati della vita, la cui intensità si imprime per sempre nella carne oltre che nella mente.
      (Questa è una delle musiche della mia infanzia, sai? Una di quelle che piaceva a mio padre. Anche a mia madre, per la verità, appassionata musicista quanto e più di lui; ma mio padre era più sentimentale, più versato ad armonie di questo genere. La domenica mattina metteva il giradischi a tutto volume e, vabbé, stendiamo un pietoso velo sul resto. Ma intanto la musica andava: quando erano le grida strazianti dell'Adagio di Albinoni mi invadeva un'angoscia paralizzante, una pozza di disperazione troppo grande da contenere per una bambina. Ma altre volte, invece, erano cose di furore molto più tollerabile, anzi, commovente e rassicurante: sferzate di vita e di bellezza, come questa Moldava, che per fortuna veniva messa su spesso)

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  3. Carissima Cri, sto ascoltando la bellissima e struggente musica che hai postato, mentre commento. Non è la prima volta che la sento, ovvio, l'hanno trasmessa per radio e tv diverse volte e io l'ho ascoltata riconoscendola come cosa bella della vita. E' la prima volta che mi ci dedico con curiosità, come si fa per qualcosa di prezioso che colpisce per rimanere impresso. Questo ricevo dalla rete, ma sopratutto dagli amici blogger: delle perle inestimabili che posso apprezzare piano piano in tutti i dettagli. Grazie carissima Cri :)

    P.S.: Poiché sono lenta, la sto ascoltando per la seconda volta :)) Baci

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    1. L'ho rimessa anch'io per commentare a te, per amplificare la nostra sintonia :)
      Sono commossa, tanto, Nou. E profondamente colpita. Come ogni volta che ricevo qua dentro un dono di questo genere: una persona che apre la sua anima e offre un momento della sua autenticità. Questi sono momenti sublimi, così ricchi di vita e di significato da impressionare e arricchire allo stesso modo dell'esperienza fatata che narra Ambra qua sopra. Sono quegli istanti in cui ti senti viva, e sei grata di esserlo.
      Grazie :)
      :*

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