giovedì 10 ottobre 2013

The answer, my friend

Ho preso un'infreddatura all'anima. Una piccola influenza: un male di stagione.
E' che anche in casa mia è arrivato l'autunno coi suoi temporali. E all'arrivo dell'autunno le cicatrici delle vecchie ferite danno sempre un po' noia.
E andandomi a curare, come ogni martedì, un po' più acciaccata degli altri martedì, ho ricevuto l'ennesima folgorazione. Talmente potente che mi ha costretta ad andare a rimestare nell'armadio della memoria, in un mucchio di cianfrusaglie che non avevo né voglia né coraggio di guardare da un sacco di tempo.
Certo che fa impressione - tanta impressione - riesumare vecchissime conversazioni tra Ca e Cri (laddove Ca è il casumano e Cri, invece, sono io)

[25/01/2012 20:30:07] Cri: non fa niente
[25/01/2012 20:30:17] Cri: ho esperienza di gente a cui dico "ti voglio bene" che mi risponde "grazie" :)
[25/01/2012 20:30:24] Ca: :|
[25/01/2012 20:30:29] Cri: per me non è un problema
[25/01/2012 20:30:37] Cri: io in quel "grazie" ci vedo quello che sento io :)
[25/01/2012 20:30:45] Ca: ecco, questo fai bene a farlo
[25/01/2012 20:30:50] Ca: c'è gente che proprio non gliela fa, cri
[25/01/2012 20:30:58 |Cri: e capitano tutti a me :D
[25/01/2012 20:31:03] Ca: cioè lo so che si dovrebbe fare
[25/01/2012 20:31:07] Ca: e che non sono cose grossi
[25/01/2012 20:31:08] Ca: grosse
[25/01/2012 20:31:20] Ca: ma la stupidità delle persone è quella che è ecco
[25/01/2012 20:31:35] Cri: stupidità? :D
[25/01/2012 20:31:44] Ca: eh, avere paura di tre parole
[25/01/2012 20:31:46] Cri: Eh, io lo so che tu fai parte di quelli che dicono "grazie" ;)

e ricordarsi le mortificazioni a cui ci si è sottoposte, allora, per aver voluto bene a dei poveretti che ci rompevano gli zebedei notte e giorno, facendosi tenere la manina infragilita, facendoci affezionare a loro come ai nostri propri figli, ma ai quali il loro sì delicato cuore d'uccelletto implume imponeva di farci cadere dall'alto come manna dal cielo quelle tre parole di cui avevano paura, farcele sospirare fin quasi a tirarci il collo, dopo averci per lungo tempo fatto sentire prepotenti e inopportune nel pretenderle, e compararle alla scena di martedì sera, quando, sicuramente per averci viste sotto un mattone, il terapeuta, alla fine della seduta, avendoci chiesto come di routine sensazioni, emozioni e pensieri, avendogli noi (per averlo pensato davvero e non intender ometterglielo esclusivamente al fine di non compromettere l'esito della terapia), confessato in un soffio "ho pensato che ti voglio bene" - affermazione che, per il contesto in cui era stata pronunciata, a nostro avviso non presupponeva alcun riscontro, se non l'annotazione da parte dello specialista in quanto reazione psichica alla specifica interazione terapeutica testé conclusa -, ci ha risposto all'istante, del tutto inopinatamente, con voce ferma e calma, "anch'io ti voglio bene".
Ed è così andato in frantumi l'ultimo totem della mia sgangherata relazione casumanesca: il monumentale castello ideologico sul rispetto delle ritrosie dell'altro, dei suoi tempi, delle sue difficoltà, e tutto il corredo di pippe mentali in merito.
Se due persone adulte si sono vicine, tanto vicine, e in empatia si aprono il cuore vicendevolmente, vuol dire che finiscono per volersi bene, e stop. E se una lo dice all'altra: "ti voglio bene", quella le replica, spontaneamente, serenamente: "anch'io ti voglio bene." 
E' questa la risposta, amico mio. Così ovvia, così semplice, da suscitare un "oooooooh" di meraviglia per non averci pensato prima.
Perché se non ti viene, se ti muore in gola, se ti imbarazzi, se con aria confusa chini il capo e mi dici "grazie", allora, semplicemente, vuol dire che non mi vuoi bene. E quando finalmente me lo dici non vale più niente.
E difatti s'è visto.
E il resto è fuffa.

16 commenti:

  1. Ci sono certi che alla domanda: "mi vuoi bene?" rispondono con un'altra domanda: "ti pare che starei con te se non te ne volessi?" La mia asserzione di oggi è che: sì!, di sicuro stanno con qualcuno perché loro conviene, per opportunità, e non per amore. E mi viene una rabbia di sentire il bisogno di chiedere a qualcuno se mi vuol bene che mi flagellerei.
    Bacioni
    Nou

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    1. "La mia asserzione di oggi è che: sì!, di sicuro stanno con qualcuno perché loro conviene, per opportunità, e non per amore."
      Ecco, per queste tue parole io ti ci riempio, proprio, di baci, Nou. Ma tanti, ma tanti, ma tanti.
      Grazie.
      <3

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  2. Nooooo Cri. Perché tormentarsi? E' tutto vero. Se la frase "anch'io ti voglio bene" non esce o se esce a denti stretti, per obbligo quasi morale, allora vuol dire che l'affetto è solo a senso unico. Ma perché ripensarci? Che importanza ha? Vivi meglio se non ti soffermi sui ricordi dolorosi, ma alzi invece le spalle. E poi quello che conta davvero in questo senso, è l'oggi e le persone che oggi ti vogliono bene e, sono certa, ce ne sono tante, perché lo vedo e lo sento che sei capace di suscitare, con la tua umanità, simpatia e solidarietà.
    Che sia per te questa notte, una notte piena di sogni aurei.

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    1. Oh, Ambra, ci credi? Aspettavo il tuo commento: e ne immaginavo proprio così l'inizio. Perché sapevo che sarebbe stato il più giusto :)
      Non so spiegare perché mi sia successo oggi questo. Anzi, sì: devo specificare che l'influenza stagionale non mi è venuta per ripensamenti antichi, ma per guai nuovi di zecca con la figlia giacobina. Guai di poco conto, per fortuna, non sostanziali, ma molto molto dolorosi per me. Dispetti, offese, che mi hanno fatto piangere tutte le mie lacrime, da venerdì a lunedì. Così martedì mi sono trascinata dal terapeuta che sembravo un cane bastonato e bagnato, e con la febbre addosso, e un mal di testa che, gli ho detto "è come se mi urlasse il cervello."
      Lui ci ha provato, a sbloccarmi e a farmi piangere, dicendomi "rivivilo insieme a me il tuo trauma, il tuo frattale è quello dell'abbandono, questa cosa di tua figlia ti ha stressata perché te l'ha fatto rivivere", ma io non reagivo. Allora lui ha fatto in modo e maniera che io reagissi: semplicemente, io stesa sul letto e lui seduto accanto a me, mi ha messo una mano sulla pancia. E ce l'ha tenuta per qualche minuto. Come mi ha toccata sono esplosa in un pianto dirotto. E mi è venuto quel pensiero. A cui mai, confessandoglielo, avrei pensato di sentirmi replicare quel che lui mi ha replicato.
      E' stata una cosa così grossa, per me - non il fatto che lui mi voglia bene, ma l'idea che si sia consentito di esprimerlo apertamente con tanta serenità, come se si fidasse della mia capacità di non regredirci sopra, di non attaccarmici per un transfert - che mi sono sentita investita da un treno. E' stata una cosa così naturale, così semplice, e al contempo, chissà perché, così tremendamente importante, che da due giorni ci rimugino sopra, commossa e inquieta insieme. Tanto che mi è toccato andare a riacchiapparmi le conversazioni di quello che mi ha costretto ad andarci, a bussare da questo terapeuta. Il che, da una parte, mi ha consentito di far pace coi miei fantasmi: mi sono riletta con commozione e amore per me stessa, e persino con amore per lui, che per quanto ambiguo e sfuggente - ora lo vedo senza più possibilità di far finta di nulla - era la controparte, lo stimolo che mi tirava fuori tutte le cose belle e dolci e incredibili, talvolta, che dicevo; e dall'altra mi ha stimolato, senza possibilità di scampo, questa riflessione definitiva. Forse per questo me l'ha detto, Edo: per farmi sentire la differenza tra un affetto vero e uno simulato, tra un'illusione e una cosa concreta, non esaltata, non proiettiva, ma autentica. E' che io non ci sono abituata, sai? E mi sento stordita, parecchio, e un po' incredula. Per quello ci speravo tanto, in un tuo commento amorevole e forte, che mi rimettesse in carreggiata :)
      Buonanotte, cara cara cara Ambra, e spero di incontrarti davvero in un sogno tutto d'oro :)
      :*

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    2. Ah, le figlie! Un giorno ne parleremo. Parleremo un giorno di quanto possono farti soffrire i figli, ancora più le figlie, più di chiunque altro al mondo, a un certo punto della vita.

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    3. :)))
      (Per ora posso anticiparti che quel "più di chiunque altro al mondo" è oro, oro puro. :) )

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  3. Io non sono così bravo come voi due signore qui sopra e pertanto, vergognandomene, sintetizzo.
    La mia risposta a chi mi ha detto e mi dice "ti voglio bene" è stata ed è una situazione di imbarazzo totale al punto di arrossire e.......taccio.
    Con il vostro permesso io passo..

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    1. Dai, Aldo, non dirmi che se ti dico - come ti avrò detto chissà quante volte - "ti voglio bene" tu arrossisci e mi rispondi "grazie" :D
      (Nel caso, ti comunico che faresti male. Quel "anch'io ti voglio bene" è stata una scossa potentissima: una roba da far risuscitare i morti!)

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  4. Risposte
    1. Eh, sì, endi, sono diventata, non "una", grande, ma grande sì. Ci ho fatto tanta fatica, ma alla fine sono cresciuta pure io :)
      :*

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  5. Sono d'accordo con Ambra. Serve forse crogiolarsi nei ricordi non belli? Poi ho letto la tua risposta a lei e allora la cosa ha assunto altro aspetto. Ciao.

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    1. E' che io ci arrivo sempre con molto ritardo, Alberto: e ho la pessima abitudine di pensare ad alta voce, come per legittimarmi con l'approvazione altrui. Però l'importante è che ci arrivi. :)

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  6. che bello l'autunno...per quasi tutto.
    i mali di stagione sono decisamente esclusi dalle cose belle da segnalarsi!

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    1. Oh, sì, decisamente: è il tempo in cui si raccolgono i frutti. ;)

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  7. Sono molte le persone che ti vogliono bene, anche se non fisicamente vicine ma a contatto per mezzo telematico. Se chiedessi chi ti vuole bene, ascolta il vento. Lui sussurra appena la risposta. Ma si sente.

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    1. Difatti lo dice, Dylan, nel proseguo della canzone ;)
      Caro AGO. :)
      <3

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