mercoledì 7 marzo 2012

Sogno numero #8

Quella mattina di inizio marzo il paese si svegliò irrimediabilmente cambiato. Le donne, bimbe e vecchiette incluse, erano diventate lesbiche. La consapevolezza non fu immediata ma fin dalle prime ore del mattino e nei giorni seguenti tutti gli uomini sposati si trovarono messi alla porta e i fidanzati furono abbandonati al loro destino da donne che scoprivano un’improvvisa passione per quelle che erano state le loro migliori amiche, le cognate, le colleghe di lavoro o le compagne di studi. Persino il parroco rimase di sasso quando vide che le suore del convento se ne erano andate a due a due lasciandolo solo a celebrare i vespri e a far le pulizie di chiesa.

Gli opinionisti della domenica in TV sbraitavano contro il femminismo che aveva istigato il risentimento verso gli uomini fino alle estreme conseguenze, ci fu chi incolpò la società troppo permissiva e la perdita del ruolo maschile nella famiglia. I più moderati dissero che era causa l’incomunicabilità tra i sessi mentre medici e scienziati considerarono il fenomeno una conseguenza della sovrappopolazione. “Siamo 7 miliardi e la cosa biologicamente più sensata è quella di smettere di riprodurci: l’umanità risponde così ad un bisogno del pianeta.” Disse un noto genetista.

In realtà il fenomeno era inspiegabile. Donne che erano vissute per l’amore e l’ammirazione degli uomini non solo avevano scoperto di poterne fare a meno ma sentivano che questo cambiava anche i rapporti tra loro. Quelle che prima erano delle fanatiche del lavoro, che si sarebbero ammazzate di straordinari per dimostrare di valere più di un uomo, si erano accorte che da questo non dipendeva la loro vita e le vedevi passeggiare mano nella mano durante le pause pranzo, riappacificate con le ex rivali. Suocere e nuore che avevano passato le domeniche e le feste comandate a contendersi l’ammirazione del figlio-marito pomiciavano allegramente e si scambiavano ricette di cucina. Ragazze che avevano vissuto in dieta perenne per paura di rimanere zitelle uscivano dalle pasticcerie imboccandosi a vicenda cassatine e beignet al cioccolato.

Finalmente sicure di sé si rivelarono gentili, spiritose e totalmente inaccessibili. Vivevano accanto agli uomini, se occorreva li ascoltavano ma ogni tentativo di avvicinarle, di farle affezionare, di ottenere la loro dedizione veniva accolto con un sorriso imbarazzato e salutato facendo spallucce e girando i tacchi.

4 commenti:

  1. Oddio mi sono emozionata :D
    Pure la Bionda, poi!!!!

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  2. Donne du du du
    pianeti dispersi
    per tutti gli uomini così diversi
    donne du du du
    amiche di sempre
    .......
    .......
    .......

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  3. Se penso che oggi l'idea di donna emancipata è incarnata da soggetti come Marcegaglia...

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