venerdì 7 settembre 2012

Come tu mi vuoi

Fra le tante qualità di Bacco la più lodevole è senz'altro quella di scacciare le preoccupazioni dall'animo umano; l'effetto purtroppo è di breve durata, perché, svanita l'ebbrezza, noie e grattacapi tornano a pesare tra capo e collo. Il mio intervento è ben più efficace e duraturo. L'ebbrezza che io ispiro colma l'animo di eterna beatitudine. Non c'è mortale che non debba ringraziarmi in qualche modo per la mia generosità, mentre le altre divinità hanno elargito i propri doni in modo assai più parziale, privilegiando l'uno piuttosto che l'altro. Non in tutti i Paesi Bacco fa crescere la nobile pianta della vite, il cui nettare allontana le pene e rende l'uomo ricco di dolci speranze. Raramente Venere dona la bellezza e sono rari i casi in cui Mercurio regala all'uomo l'eloquenza. Non sono in tanti quelli cui toccano le ricchezze, con la protezione di Ercole, e non a tutti il sommo Giove di Omero concede di diventare re, come spesso Marte non concede ad alcuna delle parti in lotta il privilegio della vittoria. E non son pochi coloro che si sono allontanati a musi lunghi dal tripode di Apollo. Saturno spesso scaglia i suoi fulmini e Febo le sue frecce pestilenziali. Nettuno uccide molti più naviganti di quanti non ne salva. E se citassi poi Veiove, Fiutone, Ate e le altre divinità vendicative e malefiche potreste pensare che io stia parlando di carnefici dell'Accecamento, della Punizione e della Febbre e non di divinità.

Soltanto io, la Follia, sono così equa e giusta da mettermi al servizio di chicchessia. Non chiedo a nessuno di adempiere voti, non mi adiro, non voglio atti di contrizione se nelle cerimonie in mio onore è stata omessa una parte del rituale; non scateno il finimondo se si fanno sacrifici a tutti gli dei e ci si dimentica di far gustare anche a me l'acre profumo delle vittime arse sul rogo. Gli dei comunque hanno un carattere bizzarro e a volte è senz'altro meglio lasciarli dove sono piuttosto che rendere loro omaggio. Si comportano proprio come certi uomini, così irritabili e permalosi che spesso è meglio evitare di conoscerli.

Comunque nessuno, ribatterà qualcuno, offre mai sacrifici alla Follia, o le dedica un tempio, E' vero, me ne dolgo (ve l'ho già detto) e mi meraviglio di tanta ingratitudine. Ma, grazie al mio buon carattere, non me la prendo. E poi, per quale ragione dovrei aspirare a simili offerte? Che cosa me ne faccio di un grano di incenso, di un tortino di farina, di una capra o di un porco? I mortali mi onorano con un culto che gli stessi teologi definiscono più interiore e profondo. No, non invidio affatto Diana, che viene venerata con sacrifici umani. Penso che il modo migliore di rendermi onore sia quello di accogliermi nel cuore (capita ovunque e di sovente) e lasciarsi guidare dai miei consigli in ogni pensiero e azione. Nemmeno i cristiani hanno un contegno così profondamente devoto nei confronti dei loro santi. Quanti sono coloro che spesso accendono una candela alla Vergine maria, magari in pieno giorno, quando non serve neanche per far luce! E quando pochi invece quelli che con una vita casta e moderata e con l'amore per la vita eterna la santificano imitandone l'esempio! Non sarebbe forse questo il modo migliore per servire Dio e le sante schiere celesti?

Che cosa me ne farei poi di un tempio, dal momento che il mio tempio è la terra stessa? Fino a quando l'uomo la abiterà, non mi mancheranno i fedeli. Non sono così stolta da desiderare statue di pietra e tele imbrattate di colori. Le immagini sono di impedimento al vero culto, poiché gli uomini le scambiano per i santi in carne ed ossa e venerano i ritratti anziché loro. Le statue innalzate in mio onore sono tante quanti sono gli uomini che vivono sulla terra e che, a volte senza neppure saperlo, sono mie immagini viventi. Né invidio le altre divinità che sono venerate in questo o in quell'altro angolo del mondo e solo in particolari momenti dell'anno: per esempio Febo si venera a Rodi, Venere a Cipro, Giunone ad Argo, Minerva ad Atene, Giove sull'Olimpo, Nettuno a Taranto e Priapo a Lampsaco. A me invece la terra intera rende onore, sempre e ovunque.

10 commenti:

  1. forse già lo sai, ma a volte la follia sembra l'unica via per la felicità

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  2. Vedo che aspettate la conclusione; ma siete troppo pazzi a pensare che mi ricordi ancora di quanto ho detto, dopo aver scodellato una simile zuppa di parole. L'antico proverbio è "odio l'uditore che si ricorda". Perciò state bene, applaudite, passatevela bene, bevete, illustrissimi iniziati della Follia.

    Ciao Cri. Forse sbaglio ma mi ricorda una vecchia, particolare lettura. Anzi, dovrei riprenderla in mano perché.... aiuterebbe a capire il genere umano. Ultimamente, mi risulta un po indecifrabile.

    Ti auguro un buon fine settimana. Ciao.

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    1. Non credo tu sbagli, Carlo; e leggere e rileggere vecchie e particolari letture è sempre cosa buona e giusta :)
      (Il genere umano a me risulta indecifrabile da sempre; e al contempo, però, purtroppo tristemente prevedibile...)

      Buon fine settimana. Un bacione! Ciao

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  3. Era ora Cri, finalmente ti sei ricordata di me, non me l'aspettavo questo tuo elogio alla mia modesta persona. Sono un po' folle che ci vuoi fare. So che comunque sopporterai le mie follie.

    ps. Mi sa che ho capito poco, anzi niente.

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    1. Hai capito e come, Aldo :D
      E sai cosa? Credo che sia una lettura che ti divertirà. Te lo regalo per il tuo compleanno!

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    1. Davvero. Questo Medioevo postmoderno è esaurito. Ma dove sono, dove sono gli uomini che potrebbero esserne propulsori?

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    2. L'ultima cosa che ho letto a riguardo:
      http://www.repubblica.it/speciali/repubblica-delle-idee/edizione2012/2012/09/07/news/siamo_di_passaggio_cos_nell_era_della_transizione_sta_cambiando_la_storia-42105201/

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    3. Brividi! Grande articolo, fa venir voglia di andare al seminario anche in pellegrinaggio :)
      (Essere in un'età assiale porta il suo corollario di peso, strappi e torsioni, sangue e sudore e fatica indicibile... Con l'incognita della visione che si avrà davanti a rotazione del perno finita)

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