martedì 8 gennaio 2013

Winter's tale


Giornata stagnante e sobbollente come un cratere di una solfatara. Inizia con il repentino guizzo di lucidità mentale, una sorta di "pop" nel cervello, che mi desta un minuto prima dell'odioso trillo della sveglia, seguito a ruota dall'immediata percezione di avere il cuore avvolto in un'impalpabile ragnatela di malessere (stavolta forse solo residuo o scia di qualche brutto sogno sepolto sotto gli strati notturni del sonno più profondo) e con le inconsuete, sbalorditive parole fuoriuscite meccanicamente dalla mia bocca a mo' di controincantesimo all'indirizzo dello sventurato che mi dorme accanto (io stessa non credo alle mie orecchie mentre mi ascolto pronunciarle): "come sono contenta che tu ci sia!". Poi piglia ordinariamente a srotolarsi sui soliti binari accidentati del treno merci che è la mia vita, costellata di fermate improvvise in piena campagna, balzelloni del convoglio su sassi e sassetti variamente sparsi sulle rotaie, e lunghe soste ad ogni stazioncina secondaria.
E ora volge all'ultimo terzo, mentre io mi accingo a chiudere lo scalcinato pc e uscire dalle Malebolge regionali dopo aver passato le ore (più inattive del solito per la mancanza di connessione internet a causa di lavori sulla rete telefonica) a combattere e perdere la battaglia con me stessa nel tentare di trovare il briciolo di disinvoltura, anzi, trattandosi di me, l'audacia, vera e propria, necessaria a fare una telefonata, una banalissima telefonata, a cui tengo in modo esagerato ("ora è non è il momento, in ufficio c'è troppo casino e poi tu devi andare a pigliare la figlia, non hai testa; ora è dopo pranzo, sarà a rilassarsi chissà dove, magari gli disturbi la pennichella - la pennichella??? Per chi l'hai preso??? Che ti dice il cervello, Cri??? -, semmai sarà meglio che provi verso le sei, quando il marasma sarà finito; ora che son le sei, ripensandoci, dev'essere troppo tardi, quello sarà uscito da studio, anzi, forse manco sarà rientrato nel pomeriggio, e allora chissà dove sta, non troveresti l'atmosfera adatta, gli romperesti i coglioni. Lo farai domani, senz'altro, eh? Diciamo intorno a  mezzogiorno...").
Stasera risponderò alle vostre ricchissime osservazioni sul post delle parole (sì, Ambra, è un brano di Hellinger, alla cui scuola di pensiero il mio terapeuta aderisce. Lo conosci? Poi tenterò di spiegare perché l'ho copiato qua dentro). Prima, più prosaicamente, mi attendono, nell'ordine, il supermercato qua sotto, e a casa l'obbligo di tener fede alla promessa di un ripasso di latino.
Nel frattempo hanno ripristinato la linea, e io mi regalo tre minuti e mezzo scarsi di lussureggiante amore per la vita, racchiusi in questa cascata cristallina di note che mi lascio scivolare tra le dita, questo spasimo barocco di inenarrabile bellezza, questo rigoglio sussultante di gioia e dramma nel quale mi immergo a braccia spalancate e tese verso il cielo. Chi è che dice che l'inverno è una stagione morta? 


12 commenti:

  1. L'inverno è bello, solo a tratti un po' infido.
    Come un amico che ti infila mani gelate dentro al colletto.

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  2. Non so dove trovi questa insolita allegria. D'altronde, vero, l'inverno non è una stagione morta. Solo le orribili feste mi hanno lasciato uno strascico di malessere e un disagio profondi dei quali non riesco a liberarmi. Per questo non riesco a dire nulla dell'inverno, stagione adorata, tranne che per le feste di Natale.

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    1. L'ho detto sul blog di Nou: le feste sono orribili anche per me per pregressi retaggi...
      Dove trovo questa insolita allegria? Non lo so neanch'io, a dire il vero. Forse perchécredevo che queste feste mi avrebbero messo KO, e per questo le ho prese, come si suol dire, con filosofia. Sto imparando ad accettare a braccia aperte il mio malessere, col maggiore affetto per me stessa io riesca a provare. E non appena mi sono disposta ad accettare quello che veniva con pazienza, quiete e questa specie di dolcezza, tutto quello che è venuto di sgradevole non mi ha colto di (spiacevole) sorpresa, e tutto quello che è venuto di imprevisto e di piacevole è stato amplificato.
      L'inverno è diventata una stagione adorata anche per me. E comunque, ora, Ambra cara, le feste sono finite, e siamo già quasi all'undici di gennaio!!! E' fatta :)

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  3. come per ambra le feste passate mi hanno lasciato uno stato di disagio, sarà che ieri gli americani sono ripartiti e io non ce la faccio più a gestire serenamente queste lontananze forzate da figlia e nipote, e poi a me piacciono le stagioni calde

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  4. No, morta non lo è di certo, almeno la tua . Sprizzi energia contagiosa per chi ti sta accanto, credo. Che bello!

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    1. Io sono sempre caciarona, nel bene e nel male. E sì, è pure bello, in certo modo. Grazie! ^^

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  5. Quasi quasi invidio questa tua sorta di "pop" nel cervello che riesce a destarti prima della sveglia! A me, na cosa così non succede mai, anzi.... faccio pure fatica a sentire le 3 sveglie che mi servono per tirarmi su!! Il resto della giornata, invece, non te l'invidio. Non che vada meglio, certi cicli noiosi e ripetitivi sono diffusi, però.... se voglio fa' na telefonata la faccio!!!! E come la becco la becco(rido!!)

    Ciao Cri, buona serata a te!!

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    1. Ah, Carlo, sono i riflessi condizionati di chi si alza da decenni per chiamare i figli che devono prepararsi per la scuola :)
      La storia della telefonata, invece, dimostra nettamente la differenza tra una persona equilibrata (te) e una squilibrata (me) :D
      Buonanotte!!!

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  6. Sorvolo sul contenuto del tuo post poiché non sono riuscito a fare un commento degno del post stesso.
    Invece circa la musica penso che tu sia piuttosto eclettica e versatile -scegli tu l'aggettivo che più gradisci- giacché mi pare che ti piaccia spaziare, in questo campo, da un genere all'altro.
    Se non sbaglio nel video "L'inverno" di A.Vivaldi gli assolo di violino a me sembrano tipici dello stile di Salvatore Accardo.
    Preciso che non sono suo parente.
    Buona notte e sogni d'oro.

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    1. Pigliami per il fondoschiena, Aldo, pigliami per il fondoschiena ;)
      E' vero, io non sono un'appassionata "selettiva". Se non fossero accezioni troppo lusinghiere, mi piglierei tutte e due le tue definizioni. Spaziare non solo mi piace, mi viene spontaneo. Mi aiuta, quando mi dibatto come un leone in gabbia sotto questo cielo :)
      (Ma lo sai che non ci avevo mai pensato che sei omonimo di Salvatore Accardo? :D )
      (Sogni d'oro. E tanti baci!)

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