martedì 30 ottobre 2012

Diarios de motocicleta

"Una persona con un adeguato livello di intelligenza dovrebbe sempre avere un po' paura di te" mi disse a bruciapelo una volta, verso la fine della nostra bizzarra relazione, il mio casoumano.
Io lì per lì, tutta presa a contemplarlo sdilinquita mentre si sbafava un pezzo di pizza ungendosi dal naso al mento, non chiesi specifiche, mi limitai a restare a bocca aperta come un'idiota.
Solo al nostro successivo incontro, una decina di giorni dopo, ricollegando certi atti e fatti, gli replicai  un ansioso, pressante "perché?"
"Perché tu sei una che non lascia sospesi, che alla fine chiude sempre tutti i conti" mi rispose lui, rivelando un acume di giudizio nel quale un'anima ingenua come la mia credette di scorgere coinvolgente intuizione, commovente comprensione effetto di profondo vincolo affettivo, empatia, sintonia spirituale, dove invece c'era solo la mera straordinaria capacità di captare pensieri ed emozioni altrui, e di connettervisi mentalmente, tipica di uno psicotico.
Comunque sia, il casoumano aveva, come già altre volte, letto in me cose di cui io non avevo piena consapevolezza. Ci aveva preso. Ci prendeva spesso.
Ci ho ripensato perché in questi giorni sto regolando parecchi conti, in effetti. Uno ieri sera, bello grosso. Pratica espletata con pacata e lucida determinazione, con olimpica, efficace serenità.
Entro un paio di giorni ho intenzione di regolarne un altro, decisamente meno importante, anche se non è inusuale che contingenze che nella vita quotidiana sono poco più di mere sciocchezze abbiano un peso e un significato notevoli invece, stranamente, a livello psichico. Il mondo dell'inconscio segue buffi criteri, apparentemente assurdi rispetto all'ordinato e prevedibile sentire della coscienza.
Sto acquistando densità, contorni. Mi sto differenziando dall'indistinto caos nel quale ero immersa fino a poco tempo fa, una con-fusione emotiva che non mi dava modo di vedere delineati i confini che dovevo rispettare e che avrei dovuto esigere di tracciare.
Mi sto indurendo. E mi sento molto Che Guevara. Il quale affermava, in una frase gettonatissima su tutte le bacheche di FaceBook dove ciclicamente ricompare ad ondate: "Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza."
(Spero di essere proprio così, io. E di morire come lui, combattendo. Il più tardi possibile...)

9 commenti:

  1. Non vorrei "scassare" troppo e magari lo dico a me stesso, ma meno male che sei arrivata alla conclusione indenne da ulteriori danni al tuo stato d'animo.
    Vivi la tua vità come è adesso e non come era " a quel tempo".

    RispondiElimina
  2. Risposte
    1. Non è affatto una cavolata, Aldo. Anzi, hai tanta ragione. Mi sento una potenza per questo. Grazie :)
      E' che la mia vita di adesso è quella che è perché era quella che era "a quel tempo". E' successo quel che dice Ambra nel suo commento, paro paro. Non è che debba ringraziare il casoumano per questo, sia chiaro. Devo ringraziare me stessa, e magari le persone che mi sono state vicine, e tu sai di chi parlo ;)

      Elimina
  3. non lo so cri, ognuno è duro o tenero a modo suo, non credo alle frasi ma ai contesti. ti vedo così...come una pistolera a mezzogiorno di fuoco, con la polvere e il rotolone spinto dal vento, un fazzoletto al collo e un mozzicone di sigaro in bocca, la mano ferma a pochi cm dalla pistola, e un eterno avversario con cui confrontarsi...un'altra pistolera con la tua stessa faccia.
    non è un confronto tra te e gli altri, ma tra te e te, e questo duello ha una certa poesia, una poesia non scritta, una poesia che torna dal passato. adesso si dovrebbe sentire in sottofondo ennio morricone sbaglio? :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piaccio pistolera. E l'immagine è psichicamente e metaforicamente perfetta. Sono d'accordo in tutto e per tutto con te, endi. Anche sulla musica di Morricone, guarda :D

      Elimina
  4. Tu sei come Picasso, quindi, non hai problemi: ogni cosa che fai è giusta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, che Picasso. Semmai, guarda, Lisa, paragonami al Bernini, se vuoi adularmi. Spagnola MAI :)

      Elimina
  5. Anche se ti conosco poco, non faccio fatica a credere quello che sosteneva il tuo casoumano. Comunque non male la distruzione accorta e intelligente che ne fai (di lui).
    In fondo il casoumano ti ha dato una mano a trovarti e ritrovarti. Sono sempre gli altri che ci consentono di raggiungere l'auto-consapevolezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' proprio vero quello che dici, Ambra carissima. Il casoumano è stato determinante. Solo che lo è stato del tutto incidentalmente. Lui non voleva aiutarmi, voleva solo farsi i cavoli suoi. E' stato un involontario strumento di auto-consapevolezza, portandomi a comprendere cose di me stessa che finora mi erano state oscure alla coscienza; ma la mia reazione, l'uso che ho fatto della disgraziatissima vicenda che mi ha coinvolta con lui, è tutta solo roba mia. Fosse stato per lui, avrei potuto morire a faccia in giù in una pozzanghera di fango. Dunque non devo ringraziarlo, né indulgere in residue nostalgie o tenerezze :D

      Elimina