mercoledì 10 ottobre 2012

Il male oscuro


"La maggiore incidenza della depressione sulla popolazione femminile, a prescindere dalle cause biologiche e ormonali di pertinenza della medicina, dal mio punto di vista di psicoterapeuta, rimanda a diversi fattori che hanno inevitabili ripercussioni sul piano psicologico.
Innanzi tutto, perché le donne attualmente non dovrebbero sentirsi deluse, insoddisfatte, scoraggiate? Se sono depresse, sono realiste. Malgrado l’equiparazione sulla carta dei diritti civili, nella pratica sono più che mai emarginate e risospinte in un ruolo subalterno. E’ un dato evidente: il ruolo femminile non si è evoluto secondo le attese degli anni delle grandi contestazioni. Le nuove generazioni, salvo qualche recente lodevole sussulto, sembrano avere abbassato le aspettative e rinunciato ad affermare aspirazioni più che legittime.
Un altro fattore predisponente alla depressione è quello che io chiamo “l’approccio sentimentale“ alla realtà, tipicamente femminile. Le donne vanno in depressione per eccessiva “partecipazione alla vita”: tutto ciò che fanno lo caricano di un investimento emotivo persino troppo intenso e un eccesso di dedizione. Questa attitudine a investire senza risparmiarsi genera un enorme dispendio di energie, da cui il rischio di ritrovarsi periodicamente svuotate. E, nella vita delle donne sempre così in affanno, manca spesso la possibilità di ricaricarsi andando alla ricerca di compensazioni gratificanti.
Infine, credo si sia alquanto persa di vista la dimensione collettiva, vissuta dalle generazioni passate con notevole passione e maggiore spirito di solidarietà, lasciando il posto a un individualismo disgregante. 

Prima di parlare di guarigione o prevenzione conviene considerare il fatto che la condizione umana e gli stati d’animo che la caratterizzano sono, per loro natura, variabili e altalenanti: la nostra emotività riflette gli alti e bassi della vita. Dobbiamo accettare il principio che la stabilità affettiva si fonda su un‘alternanza di esperienze felici e di altre insoddisfacenti o propriamente dolorose. Gli stati di crisi vanno comunque accolti perché, senza vissuti di sofferenza, di fallimento e di delusione, saremmo esseri incompleti. Oltre tutto, la depressione, dal momento che ci induce a un temporaneo ripiegamento su noi stessi e alla riflessione interiore, può essere utilizzata per accrescere la nostra consapevolezza, presupposto indispensabile per operare scelte più aderenti ai nostri bisogni .
Più che prevenire la depressione, dunque, occorre imparare a governarla quando si presenta, cercando di arginarne gli effetti più molesti e insidiosi. A tale scopo, conviene applicarsi con costanza alla ricerca di metodi di cura, non necessariamente farmacologici (escludendo naturalmente i casi di psicosi depressive o disturbi bipolari). Vale a dire: conviene adottare strategie correttive di comportamento, di abitudini di vita e di stile relazionale, puntando sui fattori che favoriscono il nostro benessere e la riconciliazione con la singolarità del nostro destino.
Le donne sanno essere particolarmente creative in questo programma di rinnovamento. Da questo sforzo di riorganizzare la propria vita, confidando nelle proprie risorse personali, deriverà una condizione di equilibrio dinamico che è tutto ciò in cui possiamo sperare per stare bene al mondo.  
Attraversare una crisi depressiva può costituire una sorta di vaccinazione che, in qualche modo, ci immunizza per il futuro. E, nel corso di eventuali ricadute, il malessere ci farà meno paura perché avremo a disposizione strumenti acquisiti nel corso della passata esperienza."


tratto da questo articolo scovato oggi su Repubblica on line.

13 commenti:

  1. un po' di CaZ2O e tutto passa!
    :))))))))))))))))))))))))))))))))))))

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    1. Vuoi darmi il tuo? Su, dai, che mi hai arrapato.

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    2. Non rispondi. Me sa che non ce l'hai. Del resto non ti firmi, dunque non c'hai manco le palle.

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  2. Sono d'accordo su quello che scrivi (pure sul commento), ma dubito fortemente che una crisi depressiva possa immunizzarti per il futuro. Questa potrebbe aver infierito una volta e poi mai più oppure potrebbe tornare e ritornare prendendoti per mano fino al suicidio.

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    1. Boh, Ambra, non so bene. So che ho attraversato - sto attraversando - un tempo di subbuglio emotivo come non ho avuto neanche nella mia adolescenza non vissuta, caratterizzato da up and down logoranti che ogni tanto mi lasciano esausta e satura. Dopo un periodo di sofferenza bruciante, ora cerco di pigliarlo con filosofiaquesto caos interiore, come un'opportunità di crescita e di maturazione. Conosco, del resto, le mie criticità psichiche, so da dove vengono, da che sono date, e cerco di badarmi. Certi errori non li rifarò senz'altro mai più, dunque spero che la cautela che mi userò sarà sufficiente per mettermi al riparo da ulteriori violente crisi depressive. Certo, prima devo finire di scontare quelli già fatti... E poi, in fin dei conti, di qualcosa si deve comunque morire :D

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  3. Non ho conoscenze così specifiche e, quindi, provo a fidarmi di quello che scrivi. Comunque, sono d'accordo che è necessario adottare" strategie correttive di comportamento, di abitudini di vita e di stile relazionale, puntando sui fattori che favoriscono il nostro benessere e la riconciliazione con la singolarità del nostro destino". Credo sia una regola valida in generale e non solo per le donne. Anche l'eccessivo individualismo, credo, sia un male diffuso nella nostra società che, oltretutto, impedisce di rimuovere quegli ostacoli alla "parità" tra sessi che, oggi, è solo sulla carta.

    Ciao Cri, buon pomeriggio e... complimenti per le "repliche"!

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    1. Concordo con le tue parole in toto, Carlo; e "puntare sui fattori che favoriscono il nostro benessere e la riconciliazione con la singolarità del nostro destino", come dice la psicoterapeuta Ivana Castoldi nell'estratto dell'articolo che ho postato, è il mio obiettivo primario del momento. Questo perché, come quando si ha un dolore fisico si fa del tutto per farlo cessare, co non esiste molla più potente per la ricerca di un cambiamento interiore determinante, di qualcosa che possa essere un'autentica evoluzione, come quella di star soffrendo come bestie, a meno di non essere arrivati davvero ormai oltre il baratro della totale perdita di senso della vita, e dunque avviati al suicidio di cui parla Ambra nel suo commento soprastante...

      Grazie per i complimenti per le "repliche": e pure lì bisogna avviarsi ad una sana bonifica mentale: ho replicato una volta, alla seconda ho semplicemente ripulito il post delle tracce del troll tornato a lasciare altri rifiuti. Anche non dar da mangiare ai troll, regola essenziale del web, fa parte delle "strategie correttive di comportamento, di abitudini di vita e di stile relazionale" ;)

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  4. Sono arciconvinto che a te questo "male oscuro" neppure ti sfiorerà e, ove lo facesse, hai un carattere talmente forte e combattivo che lo bloccherai sul nascere.
    La prova? Le tue risposte al primo commento.

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    1. Il male oscuro, ahimé, Aldo caro, mi ha sfiorato eccome, con quella sua coda viscida e squamosa di serpente, e ogni volta che lo spingo indietro torna a rifarsi sotto :)
      Però spero tu abbia ragione sul carattere forte e combattivo. Sicuramente sono "tignosa", come diciamo noi a Roma.
      Grazie per il tuo sostegno :)
      :*

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  5. credo che già di nostro viviamo tempi depressi, la donna poi oggi è caricata di 1000 responsabilità, ammetto che sia + evoluta rispetto a noi maschietti, ma forse è proprio questo il problema.
    un abbraccio.

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    1. Direi che in effetti è proprio così, endi... Più evoluta non saprei, sicuramente più ricettiva ad ogni minimo dettaglio della realtà, e più avvezza ad ascoltarne ogni minuscola risonanza emotiva dentro di sé. Il che, alla lunga, può sfiancarla :)
      Ricambio l'abbraccio :)

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  6. Concordo col saggio Aldo. Tu es courageuse et je t'apporte mon soutien.Pierrot

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    1. Grazie, Pierrot. Sono felice che tu ci sia, che ci siate voi tutti :)
      :*

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