sabato 14 settembre 2013

Italiani brava gente

Lavoro nel palazzo adiacente al Provveditorato agli Studi, in un quartiere sede di molti istituti superiori.

E in questa settimana hanno riaperto le scuole.
Imboccando la strada dell'ufficio me ne ha dato conto, puntuale come il volo delle rondini a primavera, l'imbattermi nel solito delirante manifesto affisso abusivamente da Lotta Studentesca.

Lotta Studentesca, movimento di estrema destra rinato dalle ceneri di un passato oscuro, contiguo col terrorismo nero, dilaga da anni nelle nostre scuole superiori e università, colonizzando come l'invasione degli ultracorpi di neofascismo, razzismo e violenza le menti dei ragazzi romani. Ed è il più emergente, ma non certo l'unico tra quelli professanti quei disvalori, i quali tutti adesso la fanno da padroni nel condizionare la formazione delle opinioni politiche delle fasce più giovani della popolazione di Roma. Sin dai tempi dell'amministrazione Veltroni, permeata di sciagurata ottusa inerzia buonista, se si fossero avuti gli occhi, si sarebbe potuta constatare senza sforzo l'evidenza del pauroso sbandamento verso quelle derive antidemocratiche di una larga parte dei nostri imberbi concittadini: nell'abbigliamento, nelle teste rasate, nei cori fascisti allo stadio, equamente spartiti tra curva Nord e curva Sud (una saldatura degli ultrà laziali, da sempre neri, e di quelli romanisti, da sempre "rossi e giallorossi" sotto una comune militanza di destra mai vista prima: un mutamento antropologico epocale insieme alla nuova, incredibile alleanza tra i discendenti dei pariolini degli anni di piombo, i ricchi ragazzi dei quartieri bene, e quelli dei proletari storici, i "borgatari", residenti in aree urbane ch'erano sin lì sempre state serbatoio principale di consensi per la sinistra), nelle svastiche che fiorivano su tutti i muri, nella prorompente, prepotente ascesa delle fortune e del favore sulla scena cittadina per i farneticamenti incitanti all'odio verso l'avversario e allo scontro frontale e corporale degli pseudo ideologi di Casapound. Ma non solo non si presero provvedimenti per tentare di arginare l'inquietante fenomeno: nessuno, semplicemente, a cominciare dagli esponenti del centrosinistra che governava la città e che avrebbe dovuto essere la prima centrale di allarme, il primo avamposto a difesa della democrazia, e che invece dormiva sonni beati o forse era in altre faccende affaccendato, parve rendersene conto. E così il morbo dilagò indisturbato e la marea si ingrossò fino a che le organizzazioni di ispirazione nazista e fascista egemonizzarono i consigli di classe e d'istituto, e conquistarono anche la consulta provinciale. E, siccome giunti a diciott'anni gli adolescenti cominciano anche a votare, finendo anche per contribuire, insieme all'insipienza di quelli della parte avversa, agli obbrobriosi successi elettorali di personaggi deprecabili come Giovanni Alemanno e Renata Polverini.

E oggi, caduti dal pero, si grida al pericolo del rigurgito fascista. Quando ormai, più che un rigurgito, è una vomitata a spruzzo inarrestabile.

Ci si avvede dell'incantesimo malsano che ha posseduto le anime dei nostri figli con appena vent'anni di ritardo.

Ebbé, come si può commentare, se non con un "meglio tardi che mai"?

Del resto è quel che è accaduto con il fenomeno Berlusconi. Che giusto da vent'anni - dopo esser sceso in politica per non finire in galera e non dover portare i libri contabili delle sue aziende in tribunale (per esplicita ammissione del suo braccio destro Confalonieri) - adopera l'Italia come suo feudo personale, distorcendo il potere politico e quello mediatico in egual misura per suo esclusivo privato profitto, calpestando diritti e doveri, reiterando reati ulteriori a quelli già largamente commessi prima della sua discesa in campo e poi depotenziando le leggi che avrebbero dovuto e potuto sanzionarli, non negandosi ogni bassezza civile e sociale e umana, in un'escalation di intemperanza, improntitudine, attitudine a deliquere, volgarità e cinismo impressionante che l'ha portato sino ad ora a collezionare la bellezza di quarantuno processi (li ha contati per me la Santanché); e clamorosamente solo ora una parte di popolazione pare cominciare a svegliarsi per accorgersi che, beh, forse forse questo tizio non era l'eccelso statista, il grande benefattore, il venerabile artefice del nuovo miracolo italiano, che masse enormi di connazionali hanno acclamato entusiastiche. Anzi, tutto il contrario.

Che conforto abbinare queste due vicende e concludere che, gli italiani, evidentemente, non sono cattive persone. Hanno solo tempi di reazione mooooolto lunghi, più o meno biblici. Mica è colpa loro, sono fatti così, bisogna compatirli, eh. Ci arrivano quando ormai è fuori tempo massimo, purtroppo, ma che ci volete fare, povere stelle?

6 commenti:

  1. Una tradizione tutta italiana quella di correre ai ripari quando ormai la frittata è fatta.
    Ma può essere una consolazione il proverbio "meglio tardi che mai"? Temo di no, a volte la frittata è così grande che non riesci più a scrostarla del tutto dalla padella, così resta come messaggio per le generazioni future, come si può vedere da questo splendido post.

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    1. E' una consolazione nella misura in cui si dice a Roma: "ariconsolamose co l'ajetto".
      (Aldo intenderà, vero Aldo?)
      E chiudere la stalla quando ormai sono scappati i buoi non protegge da gravissimi disastri.
      Io ormai mi sono rassegnata, ma da anni, eh?, E vado avanti con l'altro motto: "Ha da passa' la nuttata". Come tutte le cose umane, anche questo periodo infausto finirà. Anzi, io vorrei che la catastrofe si accelerasse, così finisce prima. Poi, prima che ne cominci un altro, spero di esser ancora in vita e di godermi un po' di tranquillità :D

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  2. Sicuramente tu ed anche altri per fortuna, compreso me non siamo fuori tempo massimo al contrario, occhi, orecchie e favella sempre puntuali.
    Beata te che sei riuscita a fare un'analisi perfetta di come Roma e non solo si trovano ridotte così.
    Per quanto riguarda quella carta igienica di manifesti - e forse neppure quella - impazza per questo Rione Esquilino oltre che per la vicinanza di casamerdapound anche per il covo al Colle Oppio ed è facilmente comprensibile perché ci tappezzano le mura vicino le scuole. Proselitismo!
    Per chiudere tu avresti dovuto fare politica nei palazzi del potere. Sei sempre in tempo però. Buona vacanzina.

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    1. Sicuramente sì. Purtroppo ci tocca vivere in mezzo agli altri... :D
      Hai ragione, avevo dimenticato il Colle Oppio!!!
      Proselitismo, certo: hai visto che linguaggio?
      Ahahahahah, l'onorevole Angelina pure io! Vedremo. Forse se rinasco :D
      Grazie! Buona permanenza! A prestissimo :*

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  3. Riporto da un sito, e adesso il convegno dei nazisti è uin pieno svolgimento

    «Forza Nuova è un partito, se negassi il permesso a loro, dovrei negarlo a tutti». E’ con questa dichiarazione che il primo cittadino di Cantù, località in provincia di Como, ha giustificato la concessione dei permessi ai neofascisti di Roberto Fiore per riunire da venerdì, durante il cosiddetto Boreal Festival, una decina di organizzazioni naziste, xenofobe e ultranazionaliste provenienti da tutta l’Europa. Gli estremisti di destra sono approdati al ‘Campo solare’ di Cantù dopo un lungo girovagare per la Lombardia. Quando si era diffusa la notizia che avrebbero voluto organizzare la loro kermesse - a base di omofobia, razzismo e nazirock – a Milano o nei dintorni, associazioni partigiane e antifasciste si erano da subito mobilitate. Le polemiche e le denunce avevano convinto alcuni sindaci a negare i permessi a Forza Nuova, che però poi ha trovato tolleranza e ospitalità a pochi chilometri da Como. “Il primo compito e dovere di un sindaco è di applicare la Costituzione della nostra Repubblica”, ha detto il sindaco, appellandosi agli articoli 21 e 17, in difesa del “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” e del “diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi”. Dimenticando però le norme della stessa Costituzione che proibiscono la ricostituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma.

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    1. Che testa di ca**o. Non ci sono altri appellativi per definirlo. Purtroppo non è il solo idiota incompetente della Costituzione e della democrazia che assurge a compiti di amministratore della cosa pubblica. In che mani siamo. Ahi, serva Italia, di dolore ostello.
      Consoliamoci con questa bella notizia di Roma, va':
      http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/09/14/news/atreju_abbracci_tra_marino_e_meloni_e_la_destra_con_cui_voglio_confrontarmi-66504455/
      Se Atene piange Sparta non ride...

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